Messe latine antiche nelle Venezie
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Chiesa della Santissima gremita
per le celebrazioni con il latino

 

La liturgia in latino ha fatto il pieno, a Natale e Capodanno, nella chiesa della Santissima di Pordenone. Con fedeli da tutta la diocesi e oltre: Latisana, Motta di Livenza, Sacile, poi San Vito al Tagliamento, Polcenigo e da Maniago teenager appassionati del rito antico, Federico e Roberto. Il gruppo "Una voce", in cabina di regia con i celebranti don Vittorino Zanette e monsignor Ferruccio Sutto, incassa un successo costruito sulle convergenze parallele della fede indiscussa, la ricerca filologica-sacrale del rito, il canto gregoriano e un entusiasmo contagioso.

La miscela č di forte impatto: sedotti in chiesa dalle formule liturgiche e dalla messa cantata pure miscredenti e atei sino all'"Ite Missa est". La celebrazione affonda le radici nell'imbuto della storia e conduce al mistero della divinitą rivelata. La simbologia, gli atti, i silenzi mistici hanno uno spessore teologico di forte impatto.

"Abbiamo bravi giovani da elogiare - ha commentato don Vittorino Zanette - . Studiano la liturgia e coltivano il canto gregoriano, in cui non siamo secondi a nessuno". Il "Te Deum" e il "Veni Creator" hanno chiuso e aperto dall'altare il tornante temporale tra 2008 e 2009, nel segno della grazia dello spirito. Il messale di san Pio V guida le celebrazioni e il gruppo capitanato da Giordano Brunettin, Massimiliano Merisi, Luigi Valt, Natale Vadori e altri ha invitato il vescovo Ovidio Poletto alla Santissima.

"Invitiamo sua eccellenza a celebrare la messa con rito romano - hanno rinnovato la proposta - . Saremmo onorati di partecipare. Dopo il "Motu proprio" di Papa Benedetto XVI, molti fedeli si sono avvicinati alla celebrazione con rito antico (la prima celebrazione in cittą risale a luglio 1990). Ringraziamo la Fondazione Crup e le offerte dei fedeli che ci hanno permesso di rinnovare paramenti sacri e libretti della liturgia con testo latino e italiano".

Il problema aperto? "La chiesa della Santissima č condivisa con la comunitą ortodossa romena - hanno ricordato -. Celebrazioni diverse e per montare e smontare l'altare e gli arredi liturgici servono 2 ore, pre e post-messa, a entrambi i gruppi. Un disagio per noi cattolici e per i fratelli immigrati romeni: la situazione va ripensata e risolta, nel diritto alla preghiera". (c.b.)

 

da "Messaggero Veneto", 2 gennaio 2009

 

 

 

 

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Inserito il 20 gennaio 2009

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