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Messe latine antiche nelle Venezie
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La Biblioteca Agiografica Veneziana
nella recensione di Paolo Zolli (1968)

 

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Biblioteca agiografica veneziana, a cura di don SILVIO TRAMONTIN. Vol. I: G. MUSOLINO, A. NIERO, S. TRAMONTIN, Santi e beati veneziani. Quaranta profili, Venezia 1963, pp. 353. Vol. II: S. TRAMONTIN, A. NIERO, G. MUSOLINO, C. CANDIANI, Culto dei santi a Venezia, Venezia 1965, pp. 336. Vol. III: A. NIERO, G. MUSOLINO, G. FEDALTO, S. TRAMONTIN, Culto dei santi nella terraferma veneziana, Venezia 1967, pp. 265.

Nella recente fioritura di iniziative editoriali riguardanti direttamente e indirettamente l'agiografia veneziana - su cui ci ha informato, con la consueta precisione, L. Sbriziolo in un recente numero della Rivista di storia della Chiesa in Italia (XXII, 1966, pp. 451-471) - una particolare fisionomia e una propria caratterizzazione assunse la Biblioteca agiografica veneziana, curata con la collaborazione di altri studiosi - da mons. S. Tramontin. cui dobbiamo altri numerosi saggi sulla storia religiosa di Venezia. La Biblioteca agiografica veneziana, inserita nella collana storica dello "Studium cattolico veneziano", dovrà comporsi di cinque volumi, di cui tre già usciti, e si propone di documentare "la religiosità veneziana attraverso la presenza della santità a Venezia: nei suoi figli diventati Santi, nei Santi che vi hanno lasciato segni della loro eroicità di virtù e del loro apostolato, ne santi che vi sono stati particolarmente onorati e i cui corpi o le cui preziose reliquie riposano nella nostra città, negli scritti dei suoi santi figli" (I, p. 14). Studi di mole più o meno vasta sull'agiografia veneziana non sono mancati certamente nei secoli scorsi (e nemmeno nel presente) a cominciare dalle tuttora valide Ecclesiae venetae del Corner, pubblicate nel 1749. Gli autori della Biblioteca agiografica veneziana hanno sovente occasione di citare i loro precursori e di rendere loro quanto è dovuto, ma i volumi di cui stiamo parlando non rappresentano soltanto una sintesi di notizie già note - e sarebbe già questo lavoro notevole - ma ci forniscono parecchie notizie finora sconosciute, tratte da documenti in larga parte inediti. La ricchezza di documentazione, nella quale i dati delle ricerche personali degli Autori vengono verificati sulla base di tutta la tradizione precedente e ne costituiscono contemporaneamente la verifica, non toglie peraltro nulla alla chiarezza e alla semplicità dell'esposizione, ed è proprio una delle caratteristiche più notevoli del lavoro l'aver saputo accoppiare il rigore scientifico alla necessità di parlare delle nostre glorie religiose ad un pubblico più vasto di quello ristretto degli studiosi. "Il nostro scopo - si legge nella prefazione - era, quando tra noi sono maturate queste idee, e lo è stato nello stendere i nostri scritti, quello di far conoscere queste glorie di Venezia cristiana (e di Dio, mirabilis in Sanctis suis) anche perché questa conoscenza servisse ai veneziani di oggi per aumentare il loro amore verso gli antichi padri, grandi anche e soprattutto per le loro virtù religiose, e li spronasse ad una imitazione che dà valore, più che ogni altra cosa, all'onore tributato ai Santi". Il primo volume uscito, dopo una sostanziosa nota bibliografica, ci offre quaranta profili di Santi e beati veneziani: poiché l'opera - come si diceva - è destinata ad un pubblico relativamente vasto, i singoli profili sono redatti nella forma più semplice possibile e, se pur lo studioso riconosce dietro ad ogni pagina una lunga e approfondita ricerca, tuttavia la lettura non viene appesantita da note erudite e bibliografiche a piè di pagina, che sarebbero più d'intralcio che d'aiuto; felice invece l'idea di far seguire ad ogni biografia tre note: una liturgica, una iconografica, una bibliografica, che possono indirizzare con sicurezza lo studioso che volesse approfondire il problema. Strutturato in modo diverso è invece il II volume che riguarda il culto dei santi a Venezia attraverso

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i secoli, culto dei santi suggestivamente ricostruito non solo attraverso la tradizione indiretta delle precedenti raccolte agiologiche, ma anche attraverso quelle fonti di notevole importanza che sono l'iconografia e le attestazioni toponomastiche direttamente ricavate da documenti originali del basso Medioevo. L'agevole lettura del testo fa vedere con ricchezza di documentazione la lunga schiera del santi venerati a Venezia da tempo antichissimo: è inutile qui ricordarli tutti (l'indice dei nomi occupa sei pagine), ma non sarà superfluo ricordare come di molti di essi il culto sia tuttora vivissimo (e citeremo per tutti S. Lucia, il cui corpo continua ad essere meta di fervidi pellegrinaggi); di altri il culto è oggi meno vivo che un tempo, ma speriamo che anche questi nuovi studi sull'agiografia veneziana possano contribuire a farlo ritornare in vigore. Suggestivo anche il capitolo sul "culto mariano" che a Venezia gode di lunghe e famose tradizioni, a cominciare dalla festa della "Madonna della Salute" che fa accorrere il 21 novembre nella basilica tutti i veneziani, anche quelli normalmente non praticanti, ma che una volta all'anno non possono rinunciare all'omaggio a Maria, salus infirmorum. Il terzo volume sposta invece la nostra attenzione sulla "terraferma", sull'entroterra che, per quanto vicino alla città, ha avuto nei secoli scorsi una storia in buona parte diversa da quella del centro rivoaltino e degli sviluppi sotto certi aspetti completamente autonomi. Il volume - importantissimo perché, se non erro, non esistevano finora studi complessivi sulle chiese e la religiosità di terraferma, mentre per Venezia, come ho detto sopra, studi complessivi anche notevoli risalgono ancora ai secoli scorsi - si articola in quattro saggi: Il culto dei Santi nella riviera del Brenta, Il culto dei santi nel Mestrino, Il culto dei santi nella antica diocesi di Caorle, più un'appendice dedicata dedicata a S. Teonisto martire ad Altino e i suoi compagni, che fa il punto sulla leggenda riguardante la vita del santo. Anche quest'ultimo volume è corredato di note bibliografiche e di un indice dei nomi che lo rendono utile come opera di consultazione per gli studiosi oltre che come opera di edificazione. È questa del resto l'intenzione degli autori i quali hanno effettivamente saputo equilibrare l'esigenza divulgativa con quella scientifica in una sintesi agile e moderna, ma che non indulge certamente alla faciloneria e offre anzi un sicuro punto d'appoggio per quanti nei prossimi anni intenderanno approfondire gli studi sulla storia religiosa della diocesi di Venezia.

Paolo Zolli

 

da «Humanitas», XXIII (1968), pp. 834-835.

 

               

 

 

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Inserito il 2 gennaio 2012

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