Messe latine antiche nelle Venezie
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Dubbi nel collegio cardinalizio, il pontefice sta considerando
l'ipotesi di emanare un Motu proprio a Pasqua

IL RITO RITROVATO

Torna il latino, in stampa i messali
Ratzinger accelera, via alle bozze nell'edizione di Pio V

MARCO POLITI

 

CITTÀ DEL VATICANO - È in ristampa il messale romano di Pio V. Alcuni editori cattolici si sono silenziosamente messi all'opera in vista della liberalizazione della messa tridentina in latino, cui papa Ratzinger sta tendendo a tappe forzate. Le bozze dell'edizione sono già pronte e andranno al vaglio dell'autorità ecclesiastica. Quando viene dato il "visto si stampi", è segno che le cose cominciano a muoversi. Il messale e il rito preconciliare sono già discretamente in uso in molte parrocchie del mondo. Dipende dalla decisione del vescovo locale, che può concedere il permesso a patto che la celebrazione sia segno di "affetto per l'antica tradizione" e non di contestazione della riforma liturgica introdotta dal concilio Vaticano II. È questo, infatti, uno degli scogli su cui si è arenato finora il processo di riconciliazione tra il movimento tradizionalista lefebvriano e la Santa Sede.

Papa Ratzinger sta comunque considerando di risolvere la questione con un Motu proprio, che dovrebbe essere emanato intorno a Pasqua. La decisione papale ha incontrato finora parecchie riserve e anche aperte opposizioni. Quando il pontefice ha sottoposto il problema ad una riunione del collegio cardinalizio, i porporati hanno frenato rispetto alla prospettiva di una completa liberalizzazione del rito pre-conciliare. In Francia, dove lo scisma del defunto (e scomunicato) vescovo tradizionalista Lefebvre scatenò una piccola guerra civile in seno al cattolicesimo, l'episcopato ha chiesto al Papa di non concedere un permesso in bianco. Ma Benedetto XVI ritiene che si possa andare avanti e in Vaticano si dà per imminente il suo placet definitivo. Il cardinale Estevez Medina ha dichiarato che la svolta "è imminente" e la pontificia commissione Ecclesia Dei, guidata dal cardinale Castrillon Hoyos, sta lavorando alacremente al progetto. Nel documento papale il rito di san Pio VI dovrebbe essere dichiarato ufficialmente "rito universale straordinario", affiancando il rito romano (post-conciliare) "ordinario".

D'altronde in un suo libro di memorie ("La mia vita. Ricordi 1927 - 1977") Ratzinger ha commentato: "Rimasi sbigottito per il divieto del messale antico, dal momento che una cosa simile non si era mai verificata in tutta la storia della liturgia". Favorevole alla svolta è anche il Segretario di Stato, cardinale Bertone, per molti anni segretario della Congregazione per la Dottrina della fede, quando Ratzinger ne era il prefetto. Proprio Bertone, quando era arcivescovo di Genova, ha autorizzato la regolare celebrazione della messa tridentina in latino in una chiesa storica del capoluogo ligure: San Vittore e Carlo. A condurre il rito è abitualmente il teologo Gianni Baget Bozzo, che nel dopo-Concilio condusse insieme al cardinale Siri dure battaglie contro le cosiddette "deviazioni" nell'applicazione delle riforme del Vaticano II.

 

da "La Repubblica", 10 marzo 2007

 

 

 

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Inserito il 15 marzo 2007

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