Messe latine antiche nelle Venezie
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Una Voce alla messa del Cardinale

Un buon servizio sulla "messa in latino" sul Resto del Carlino del 30 marzo 2008, di Rita Bartolomei, che riferisce sulla messa  - tutta in latino eccetto le letture e la preghiera dei fedeli - celebrata dal card. Carlo Caffarra nella cattedrale di S. Pietro a Bologna il giorno precedente, 29 marzo, nel rito di Paolo VI (forma ordinaria) con accompagnamento di una valida corale gregoriana. Anche noi eravamo presenti a questo evento che, pur in sé del tutto normale, riveste un non trascurabile significato per la rinascita della liturgia cattolica. Un membro di Una Voce Venezia, Francesco Tolloi, è stato intervistato dal Carlino che per una volta non gli ha fatto la classica domanda se siamo o abbiamo "rapporti"  con i "lefebvriani".

I nemici della messa hanno mostrato un fastidio per questa celebrazione, soprattutto per il timore che essa sia confusa con la messa tridentina. Si veda l'articolo di Alberto Melloni sul Corriere di Bologna del 28 marzo 2008, che si adopera a dissipare "qualche confusione" sulla liturgia, forse perché ha paura che adesso molta gente capisca come stanno veramente le cose. È noto che a Bologna si concentra un buon numero di nemici della messa e del Papa, come il "vaticanista" del Carlino Giovanni Panettiere, "cattolico" del dissenso - che questa volta non ha fatto lui il servizio sulla messa in latino di Caffarra -, il priore dei Servi Bruno Zanirato, tanti preti  dossettiani e loro seguaci,  parroci prodiani... È un bene che questo gruppo di compagni cominci ad aver paura di non essere più nel senso del corso della storia? Lo si vedrà in futuro, intanto si attende che il card. Caffarra celebri la messa in latino, di san Pio V (forma straordinaria), stavolta...

Fabio Marino

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"Il latino? Riporta alle nostre radici"

Emozione e cattedrale gremita per la Messa celebrata dal cardinale

di RITA BARTOLOMEI

 

CAMBIA il ritmo. E c'è un gran silenzio. Più attenzione di sempre per questa Messa in latino del cardinale Carlo Caffarra in cattedrale, animata dal coro della Schola gregoriana. Tra i concelebranti padre Tommaso Toschi. Rito secondo il messale di Paolo VI, nota in calce degli esperti di liturgia. Ma non è questo che sembra interessare ai novecento forse mille fedeli, età media alta, tante donne come Paola Dall'Oglio, 65 anni di Medicina. "Perché Caffarra ha deciso ora? Forse perché l'ha detto il Papa - riflette -. Il latino è così emozionante ... “. "Questa è la vera Messa", sussurra davanti al confessionale Giovanna Leoni, 72 anni. "Sono curiosa di vedere cos'è cambiato, è un po' come tornare giovani - si confida Luisa Signoretti, 70 anni -. Certo, per i ragazzi sarà più difficile. Spero che d'ora in poi ci sia la possibilità di scegliere". 

PIÙ incantati che intimoriti i fedeli in San Pietro. Una signora in prima fila ondeggia, lasciandosi cullare dal ritmo del gregoriano. Invitante, per incontrare il Mistero. In italiano letture e omelia. I più leggono, ma qualcuno recita la Messa a memoria e accompagna anche il coro. Miracolosamente nessuno bisbiglia come capita sempre, in chiesa. Unico elemento di 'disturbo' i fotografi, i cronisti, le tv che solcano le navate di San Pietro per intercettare volti e vip. C'è Piero Gnudi, seduto in fondo. Virginiangelo Marabini, vicepresidente della fondazione Carisbo, l'ente che ha voluto la Schola gregoriana Benedetto XVI. Caffarra, suggeriscono in Curia, sarebbe stato invogliato proprio da questo alla sua prima Messa in latino nella cattedrale. La prossima sarà alla vigilia di Pentecoste, sabato 10 maggio. Il cardinale, spiegano in via Altabella, ha deciso di celebrare ora "perché c'è finalmente un coro capace di animare questa liturgia". Tutto qui, nessun messaggio 'politico'. In chiesa c'è anche Paolo Giuliani, ex Ppi.

MARABINI alla fine raggiunge l'arcivescovo in sacrestia per un saluto. Ricorda le sue Messe in latino servite da chierichetto. Fieramente tradizionalista: "Ritornare all'antico in un momento di grande sbandamento mi pare molto importante, anche per il futuro della Chiesa. La fondazione finanzia la Schola. In accordo con l'arcidiocesi abbiamo ritenuto di fare uno sforzo culturale, oltre che religioso".

PER LUIGI MARINO, presidente nazionale di Confcooperative, "questo e un appuntamento cercato. Nostalgia? No, non sono qui perché ho fatto il chierichetto e neppure perché ho studiato latino per otto anni. Ha fatto bene il Concilio ma hanno fatto bene anche Benedetto XVI e il cardinale a recuperare la nostra lingua. Caffarra ha parlato di suggestione del canto. Che ricorda le nostre radici. Non solo religiose ma anche culturali". Francesco Tolloi è arrivato fin qui da Trieste. È segretario dell'associazione internazionale 'Una voce' di Venezia, "nata per salvaguardare la liturgia tradizionale. Mi chiede se il valore culturale supera quello religioso? Non vedo perché le due cose debbano essere scisse. Solo la spiritualità e la cultura possono portare alla vera elevazione".

 

da "Il Resto del Carlino", 30 marzo 2008

 

 

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Messa tridentina a Bologna

 

 

 

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Inserito il 18 aprile 2008

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