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Messe latine antiche nelle Venezie

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GRAVI DICHIARAZIONI AL "TIRRENO"
SUL RIFIUTO DELLA MESSA ANTICA

Mons. Plotti,
il Papa è un optional?

 

Un gruppo di cristiani aveva chiesto all'arcivescovo di Pisa - mons. Alessandro Plotti - la messa latina antica in base a quanto stabilito dal Santo Padre. L'arcivescovo, con sua lettera del 26 ottobre 2002 ha opposto un rifiuto, dichiarando "assoluta e irrevocabile indisponibilità a concedere tale indulto" (cfr. www.unavoce-ve.it/12-02-54.htm).

Il quotidiano Il Tirreno del 24 aprile 2003 ha riportato le seguenti dichiarazioni di mons. Plotti, il quale oltre che arcivescovo metropolita di Pisa è anche presidente della Conferenza episcopale toscana e addirittura vicepresidente della Cei, dichiarazioni che non risultano essere state smentite:

"Perché ho risposto di no? Perché non vedo la ragione per dare spazi a certe 'nostalgie', visto che il Concilio Vaticano II ha stabilito un preciso rito che tutti seguono. Fra l'altro il Vaticano concede ai vescovi la decisione di stabilire l'opportunità di una scelta del genere. Personalmente non ho ritenuto giusto prendere delle iniziative che vanno contro le direttive date a suo tempo dalla Chiesa; se qualcun altro vuole accollarsi questa responsabilità e concedere un indulto, in questa specifica occasione, lo faccia pure. A parte il fatto che, qui a Pisa, avrei avuto non poche difficoltà a reperire un sacerdote che celebrasse questo rito. Mi sembra che avanzare certe richieste sia come dare un'immagine della chiesa che non si può accettare. Ho letto, qualcuno ha scritto che questo è apparso come uno schiaffo del Vaticano a me: io non la penso così e non trovo neanche giusto che di tutto si faccia una questione politica; nella religione la politica non deve entrare, sembra che prendere certe posizioni sia cosa da sovversivi …"

Pensiamo che molti desidererebbero rivolgere a mons. Plotti qualche domanda.

Mons. Plotti, lo sa che il Concilio Vaticano II non ha introdotto nessun nuovo rito, la nuova messa è stata fatta diversi anni dopo la sua chiusura, e comunque il concilio ha stabilito la conservazione del latino e di riservare il posto principale al canto gregoriano (SC 36,1; 116)? In ogni caso il concilio "dichiara che la santa madre Chiesa considera su una stessa base di diritto e di onore tutti i riti legittimamente riconosciuti, e vuole che in avvenire essi siano conservati e in ogni modo incrementati" (SC 4).

Mons. Plotti, lo sa che il Papa ha dichiarato che deve essere rispettato l'animo di tutti coloro che si sentono legati alla liturgia antica, e ciò deve essere fatto attraverso un'applicazione ampia e generosa dell'indulto stabilito dalla Santa Sede nel 1984 (Mp Ecclesia Dei, 6c; Lettera Quattuor abhinc annos, 3 ottobre 1984)?

Mons. Plotti, lo sa che Giovanni Paolo II ha concesso l'indulto nella diocesi di Roma a coloro che desiderano la messa antica, e che diverse di tali messe vengono celebrate nell'Urbe, senza che coloro che le hanno chieste o vi partecipano siano considerati dei reprobi?

Lo sa che diversi cardinali e vescovi suoi confratelli, come il card. Martini e Marco Cè, hanno anch'essi dato il permesso in applicazione di quanto stabilito dal Pontefice?

Se questo permesso non è da dare in nessun caso (mons. Plotti non lo ritiene "giusto", e se qualcuno lo fa se ne accolla la "responsabilità"), in quanto "contro le direttive date a suo tempo dalla Chiesa", allora Giovanni Paolo II, Martini, Cè e gli altri hanno sbagliato e sbagliano?

È evidente, però, che queste "direttive della Chiesa" non sono le direttive che vigono oggi: d'altronde esse sono esistite, e ancora esistono, soprattutto nella bocca di chi, negli anni settanta, aveva tentato di far sparire per sempre al messa di sempre, senza riuscirci.

Avremmo la tentazione di porre a mons. Plotti una ulteriore domanda. Se egli  sostiene i provvedimenti di clemenza a favore dei detenuti, e in particolare zela la grazia per Adriano Sofri, riconosciuto colpevole con sentenza definitiva dell'omicidio del commissario Calabresi, ma, per carità, dice il vicepresidente della Cei, non cadiamo nella politicizzazione (cfr. Toscanaoggi, 20 novembre 2002), allora verrebbe fatto di pensare che lo faccia per carità cristiana e indulgenza. Ma se è vero che la carità non fa preferenze di persone, perché mons. Plotti non usa la stessa carità e indulgenza anche verso coloro che gli hanno chiesta la messa antica? Altro che rispettare l'animo... Non sarà certamente perché mons. Plotti considera coloro che chiedono una messa peggio dei delinquenti.

 

 

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Inserito il 5 maggio 2003

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