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L'arcivescovo di Pisa risponde: "irrevocabile indisponibilità a concedere tale indulto"

Chiese autocefale?

 

A un comitato di fedeli che chiedevano di essere ricevuti in udienza per illustrare l'iniziativa di una richiesta di indulto per la celebrazione della messa latina antica, l'arcivescovo di Pisa mons. Alessandro Plotti, in data 26 ottobre 2002, ha risposto con la lettera qui sotto riprodotta che esprime un rifiuto, addirittura "irrevocabile", di concedere tale indulto.

Si considerino:

Motu proprio Ecclesia Dei del 2 luglio 1988, 6 e sub c): "Tenuto conto dell'importanza e complessità dei problemi accennati in questo documento, in virtù della mia Autorità Apostolica, stabilisco quanto segue: ... c) inoltre, dovrà essere ovunque rispettato l'animo di tutti coloro che si sentono legati alla tradizione liturgica latina, mediante un'ampia e generosa applicazione delle direttive già da tempo emanate dalla Sede Apostolica, per l'uso del Messale Romano secondo l'edizione tipica del 1962".

Lettera della Congregazione del Culto divino all'arcivescovo di Siena dell'11 giugno 1999 (Prot. n. 947/99/L): "Ai dati sopra esposti, c'è da aggiungere, la benevola concessione dell'Indulto ad utilizzare il precedente 'Missale Romanum' nei termini e secondo le modalità indicati nel menzionato Motu proprio 'Ecclesia Dei adflicta'. Se, nella Sua diocesi, ci fosse un gruppo di persone che desiderasse celebrare col rito in vigore fino al rinnovamento liturgico post-conciliare, Vostra Eccellenza può dare l'autorizzazione secondo le facoltà concesse dall'Indulto di questa Congregazione del 3 ottobre 1984 (Notitiae 1985, pp. 9-10). Si possono ipotizzare diverse possibilità: a) Segnalare una Messa in una chiesa o oratorio, ad orario fisso, in domenica o giorno feriale, senza pregiudizio dei fedeli che seguono l'odierno Messale Romano. b) Assegnare ai fedeli attaccati al precedente ordinamento una chiesa o cappella, sia in modo esclusivo, sia parziale. c) Qualora un gruppo fosse numeroso, ci sarebbe anche la possibilità di stabilire per esso un cappellano (vedi CIC, cann. 564-567, 571-572), oppure anche una parrocchia personale (vedi CIC, can. 515 § 1), come è stato il caso in qualche diocesi negli Stati Uniti d'America e nel Canada".

È difficile pensare che un vescovo così importante come mons. Plotti, il presidente della Conferenza episcopale toscana, non conosca questi documenti della Santa Sede: quanto il Papa ha stabilito con la sua Autorità Apostolica e come la Congregazione ha applicato il Motu proprio per il caso di una diocesi molto vicina a quella di Pisa. In questi documenti la questione dell'indulto è risolta in modo molto evidente a favore dei cristiani che chiedono la messa antica, modo che appare in contrasto con la risposta di mons. Plotti, anzi del tutto opposto. L'impressione è che mons. Plotti ritenga di vietare ciò che anche il Papa permette. Per un arcivescovo che appone sul suo stemma la divisa "Misericordia tua" non è molto incoraggiante, c'è chi potrebbe pensare che la misericordia certamente non è di mons. Plotti.

Anche su altri aspetti della lettera di risposta il cristiano può porsi vari interrogativi. Affermare apoditticamente che non vi sarebbero "ragioni pastorali valide e significative per permettere tale celebrazione" non equivale ad asserire che simili ragioni non possono mai esserci, e quindi che il permesso dato da Giovanni Paolo II non sarebbe giustificato ecclesialmente e pastoralmente?

Non è forse vero che non è la varietà dei riti a portare "contrapposizioni e schieramenti nel Popolo di Dio" (ve ne sono più di venti, e il Concilio Vaticano II attribuisce pari diritto e onore a tutti i riti riconosciuti), ma sono piuttosto gli errori nella fede e la disobbedienza nella morale, le eresie che dividono la Chiesa? dare contro per principio - poiché di questo si tratta - al rito del Messale Romano del 1570 nella sua ultima edizione del 1962 non sembra dare l'impressione della faziosità, quindi di fomentare le divisioni? mons. Plotti pensa davvero che la celebrazione della messa antica nella sua diocesi col suo permesso divida la Chiesa? che cos'è esattamente la "coscienza ministeriale del Popolo di Dio"?

A ogni modo vorremmo che una cosa fosse chiara: siamo fermamente convinti, e ne trarremo le conseguenze, che la richiesta della messa antica dei fedeli pisani non è un male da criminalizzare, essa è legittima, giusta e anche meritoria. Chi dovrebbe assumere un atteggiamento più positivo e più costruttivo sarebbe più propriamente qualcun altro...

Che farà in futuro il potente, potentissimo presidente della Conferenza episcopale toscana, imporrà forse anche ai suoi confratelli vescovi di ritirare gli indulti già dati da molti anni? che farà con le congregazioni sacerdotali che godono del rito antico e hanno sede in Toscana?

Mons. Plotti sarà probabilmente ricordato per aver avuto l'animo di alterare l'altare e il presbiterio della sua cattedrale, quel duomo di Pisa noto in tutto il mondo, ove Galileo scoprì il pendolo (cfr. Il Giornale, 13 dicembre 2002). Anche altre sono le ragioni per cui questo Prelato ha fatto parlare di sé, ci riserviamo di verificarle e ce ne occuperemo prossimamente.

 

 

L'ARCIVESCOVO DI PISA

 

Al Presidente del Comitato

di Pisa INTER MULTILICES UNA VOX

Via Simon 29

56100 P I S A

_____________________________

 

 

Egregio Presidente,

ho ricevuto la Vostra lettera con cui mi si chiede una udienza per i componenti del Comitato, al fine di ottenere l'indulto per la celebrazione della Santa Messa col rito di S. Pio V°.

Sono sempre disponibile a riceverVi, come di consuetudine faccio con chiunque vuole parlare con me, ma desidero subito comunicarVi la mia assoluta e irrevocabile indisponibilità a concedere tale indulto.

Come Vescovo e Pastore di questa Chiesa non reputo che vi siano ragioni ecclesiali e pastorali valide e significative per permettere tale celebrazione, che porterebbe soltanto contrapposizioni e schieramenti nel Popolo di Dio.

Sarebbe molto più opportuno che assumeste un atteggiamento più positivo e più costruttivo nello scoprire il tesoro e le potenzialità che la riforma liturgica del Vaticano II° ha portato e sviluppato nella coscienza ministeriale e comunitaria del Popolo di Dio.

Con molti auguri e ossequi

+ Alessandro Plotti

Arcivescovo

Pisa, 26 ottobre 2002

 

 

 

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Inserito il 21 dicembre 2002

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