Messe latine antiche nelle Venezie
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Importante intervista con Mons. Vescovo di Pavia

Il vescovo di Pavia ha annunciato sul settimanale cattolico "Il Ticino" di avere provveduto con tranquillità e consapevolezza ad applicare il Motu proprio Summorum Pontificum nella sua diocesi: "Con la lettera Apostolica Summorum Pontificum (pubblicata il 7 luglio 2007) Papa Benedetto XVI ha riconosciuto che ci sono dei cristiani che nella stagione preconciliare si sono abituati a pregare con una liturgia che sottolineava il mistero della grandezza e della presenza di Dio, vissuti con la consapevolezza della sua onnipotenza. La liturgia del Concilio Vaticano II ha sottolineato verità differenti: la preghiera comunitaria, l'importanza della testimonianza di vita. La scelta del Papa di reintrodurre riti e stili di preghiera preconciliare intende dare la possibilità ai cristiani che lo vogliono, di vivere pienamente la celebrazione e la preghiera del vecchio messale. Con questa scelta diamo la possibilità a tutti di proseguire il cammino di conversione personale all'obbedienza al Vangelo" "Subito dopo la Summorum Pontificum molti fedeli mi espressero preoccupazione per la reintroduzione della messa in latino. Ma il timore che tutto diventi come nei tempi preconciliari è immotivato. Opero questa scelta con tranquillità, consapevole che offriamo una possibilità ai fedeli che intendono tornare al messale romano di Pio V e allo stesso tempo permettiamo alla maggioranza della comunità cristiana di continuare a celebrare con la liturgia che è in continuità con il Concilio Vaticano II". Infatti le celebrazioni della messa tridentina inizieranno domenica 15 giugno 2008 alle 9:30 alla chiesa di S. Giovanni Domnarum a Pavia. Un plauso a mons. Giudici.

Una Voce Venetia

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Anche a Pavia la Messa in latino

 

Mons. Giovanni Giudici ha partecipato, settimana scorsa, alla 58ª assemblea della Cei (Conferenza Episcopale Italiana) a Roma. Tanti, e tutti di rilevanza notevole, i temi trattati dai vescovi italiani, dall'immigrazione alle emergenze nazionali, dal sostegno alla maternità all'8x1000. Abbiamo intervistato il vescovo per capire il clima vissuto nell'assemblea, la posizione sui temi "caldi" dei vescovi italiani e anche per trattare tematiche d'attualità che riguardano la nostra diocesi.

Eccellenza, quali linee guida sono emerse dall'assemblea?

La prolusione del card. Bagnasco, presidente della Cei, ha toccato molti temi. Innanzitutto si è parlato di laicità, per fugare il sospetto instauratosi nella società italiana che la chiesa voglia imporre la propria morale attraverso le leggi dello Stato. In realtà la chiesa si pone a servizio della comprensione della persona umana, per dare alla stessa attraverso le leggi una piena dignità. Il secondo tema trattato è stato lo stile di vita: partendo dalle sottolineature della cronaca (consumo, rifiuti, intolleranza serpeggiante per il diverso) il cardinale ha posto l'accento su un modo di usare i beni che dovremmo riconoscere squilibrato nei rapporti fra consumo e vivibilità. Si è parlato anche del sostentamento del clero, in particolare è emersa la necessità di sviluppare il settore dell'offerta deducibile rispetto all'8x1000 per favorire il rapporto di conoscenza e sostegno tra il singolo cristiano e il proprio sacerdote; il cristiano che decide di donare un'offerta per sostenere la chiesa ottiene la deducibilità dalle tasse e la sua scelta è mirata alla realtà della propria parrocchia.

La sicurezza è un tema particolarmente caro oggi ai cittadini. Come si può superare il muro della paura e percorrere una strada che porti al rispetto reciproco e alla tranquillità di ciascuno?

Quando l'identità personale e quella di popolo non sono vissute con pienezza, quando non sappiamo chi siamo, è molto più difficile confrontarsi con altri modi di pensare, di vivere. È, dunque, importante aiutare chi arriva da altre terre, da altre culture a confrontarsi con noi. Conoscere se stessi, essere consapevoli della propria identità e accogliere l'altro cogliendo la sua umanità sono gli elementi indispensabili per una convivenza pacifica che tuteli le rispettive necessità.

Anche i giovani hanno avuto uno spazio considerevole nelle riflessioni dei vescovi italiani?

Certo, la fede nel mondo giovanile interpella la chiesa. Occorre che gli adulti trovino un racconto della propria fede che sia convincente, in modo che i giovani possano vivere ed esprimersi nella chiesa.

A proposito di giovani, nella diocesi pavese prosegue il lavoro del sinodo e ha preso il via l'esperienza estiva dei grest. Quali sensazioni le suggerisce questo momento particolare?

Innanzitutto credo sia fondamentale favorire l'assunzione di responsabilità dei giovani nel mondo della chiesa; auspico che l'intraprendenza e l'impegno dei giovani interessati dalle esperienze estive dei grest proseguano nel corso dell'anno. Un altro aspetto importante è quello dell'attenzione verso la comunità civile: oggi le opportunità e il consumismo hanno portato i giovani ad interessarsi solo del bene personale, quando invece è dal bene comune che nasce una società funzionante in tutti i suoi aspetti. Auspico un maggiore impegno da questo punto di vista e una presa di coscienza dell'importanza di valori e responsabilità implicanti il bene di tutti.

Eccellenza in una lettera ai sacerdoti e ai fedeli ha stabilito l'introduzione della messa in latino a S. Giovanni Domnarum ogni domenica e ogni giorno festivo di precetto. Perché questa scelta?

Con la lettera Apostolica Summorum Pontificum (pubblicata il 7 luglio 2007) Papa Benedetto XVI ha riconosciuto che ci sono dei cristiani che nella stagione preconciliare si sono abituati a pregare con una liturgia che sottolineava il mistero della grandezza e della presenza di Dio, vissuti con la consapevolezza della sua onnipotenza. La liturgia del Concilio Vaticano II ha sottolineato verità differenti: la preghiera comunitaria, l'importanza della testimonianza di vita. La scelta del Papa di reintrodurre riti e stili di preghiera preconciliare intende dare la possibilità ai cristiani che lo vogliono, di vivere pienamente la celebrazione e la preghiera del vecchio messale. Con questa scelta diamo la possibilità a tutti di proseguire il cammino di conversione personale all'obbedienza al Vangelo.

La celebrazione è circoscritta a S. Giovanni Domnarum e alla festività. Non teme però che ci siano opinioni contrastanti in merito a questa scelta?

Subito dopo la Summorum Pontificum molti fedeli mi espressero preoccupazione per la reintroduzione della messa in latino. Ma il timore che tutto diventi come nei tempi preconciliari è immotivato. Opero questa scelta con tranquillità, consapevole che offriamo una possibilità ai fedeli che intendono tornare al messale romano di Pio V e allo stesso tempo permettiamo alla maggioranza della comunità cristiana di continuare a celebrare con la liturgia che è in continuità con il Concilio Vaticano II.

Eccellenza gli organi di informazione hanno riportato la notizia del blocco dei fondi per il Duomo e lo slittamento dell'apertura al 2011. Cosa ci può dire in merito?

Nel piano triennale (progetto pastorale) che ho presentato al nuovo consiglio presbiterale era prevista questa scadenza, il 2011 è la data naturale in cui contiamo di riaprire la Cattedrale. Sono fiducioso sul fatto che si possano sbloccare i fondi, è ovvio che occorre mantenere alta l'attenzione perchè ogni giorno che passa comporta una dilatazione dei tempi e costi per le attrezzature e le impalcature all'interno. È importante, altresì, che l'opinione pubblica e gli organi di informazione siano così interessati e vicini alla nostra Cattedrale, punto naturale delle celebrazioni e fulcro della comunità diocesana. La vicenda viene seguita passo passo dalla Fabbriceria e dal vicario generale; rimango fiducioso sul prosieguo e la conclusione dei lavori.

Matteo Ranzini

 

da "Il Ticino", 7 giugno 2008

 

 

 

 

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Inserito il 12 giugno 2008

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