Messe latine antiche nelle Venezie
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ENNESIMO   ABUSO

 

Ennesimo abuso a Pordenone. Mons. Ovidio Poletto, Vescovo di Concordia-Pordenone, ha disposto che la celebrazione di una santa Messa, prevista per giovedì 22 maggio 2008 nella chiesa della Santissima a Pordenone, non si dovesse fare. Perché? Perché (questa pare la motivazione ufficiosa) alle ore 20.30 ci sarebbe stata nel Duomo-Concattedrale la santa Messa del Corpus Domini da lui celebrata. Si noti che la santa Messa che si sarebbe dovuta celebrare alla Santissima era prevista per le ore 19.00. cioè un'ora e mezza prima. Quindi essa non sarebbe stata d'impedimento alla celebrazione prevista in Duomo per le ore 20.30 e alla partecipazione alla medesima. Da notare che mons. Poletto in persona si è recato dal Sacerdote che avrebbe dovuto celebrare alla Santissima per impartirgli l'ordine di non celebrare.

Il fatto è che la santa Messa, la cui celebrazione era prevista alla Santissima, sarebbe stata celebrata con il rito straordinario, vale a dire in rito romano antico, e soprattutto le sarebbe stata applicata un'intenzione che al Vescovo non deve essere parsa accettabile. Nella ricorrenza del trentennale dell'approvazione della Legge 22 maggio 1978. n. 194, infatti, Instaurare aveva deciso di far celebrare una santa Messa riparatrice per l'offesa fatta a Dio e agli uomini, approvando una legge con la firma di soli democristiani (eletti con il voto dei cattolici) che ha aperto la strada a milioni di crimini commessi applicando una legge della Repubblica; l'intenzione applicata alla santa Messa si proponeva d'invocare la misericordia di Dio per le vittime innocenti (cui è stato impedito di vedere la luce e di ricevere il Battesimo) e per coloro che hanno chiesto, praticato, collaborato alla pratica dell'aborto procurato durante trent'anni.

L'iniziativa di mons. Poletto è stata "letta" dalla stampa "laica" come un divieto di celebrare una santa Messa "anti-aborti". Riteniamo che questa "lettura" non sia lontano dalla verità.

Il divieto ha suscitato meraviglia e scalpore, perché alla santa Messa non erano stati dati risalto e pubblicità particolari.

Il Vescovo di Concordia-Pordenone ha innanzitutto il dovere di motivare gli atti del suo governo: deve, cioè, ai fedeli interessati fornire le ragioni del suo divieto. La celebrazione di una santa Messa con intenzione legittima non può essere vietata dal Vescovo, nemmeno se essa viene celebrata con il rito straordinario: né la celebrazione né il rito scelto sono nella libera disponibilità del Vescovo; non dipendono cioè da una sua "concessione". È per questo che mons. Ovidio Poletto, già noto per diversi abusi e per una disinvolta applicazione delle norme canoniche, ha prepotentemente e ancora una volta calpestato i diritti dei fedeli, suscitando un autentico scandalo. come tale percepito e sottolineato persino dalla stampa laica.

Instaurare

 

da "Instaurare omnia in Christo" 1/2008
www.instaurare.org

 

 

 

 

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Inserito il 14 giugno 2008

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