Messe latine antiche nelle Venezie
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CORNELIO  FABRO

LA SVOLTA ANTROPOLOGICA DI KARL RAHNER

Sommario

 

Parte prima: Karl Rahner, prendendo l'inizio o piuttosto il pretesto dalla dottrina aristotelico-tomistica della necessità del "riferimento dell'intelletto ai fantasmi" (conversio intellectus ad phantasmata) per poter intendere mediante le specie intelligibili in sé acquisite dall'esperienza mediante l'astrazione, [1] presume di imporre al tomismo i seguenti principi idealistici: 1) l'identità fra (l'atto d')intendere, la cosa intesa e l'atto di esse, 2) l'unità di sensibilità e intelletto, e infine 3) l'unità-identità di oggetto e soggetto. A questo modo, seguendo la via critica di Kant mediante una sintesi dell'Analitica ovvero fenomenologia esistenziale di M. Heidegger e dell'intuizionismo emozionale di Max Scheler, egli opera la riduzione della filosofia e della stessa metafisica ad antropologia trascendentale. Così, mescolando insieme principi eterogenei e opposti, Rahner prende e scambia la cosiddetta "metafisica della conoscenza" (Erkenntnismetaphisik) per la stessa metafisica dell'ente di san Tommaso confondendo in un unico processo i due processi dell'astrazione dell'universale oggettivo, del riferimento (oggettivante) dell'universale stesso ai fantasmi e quello profondo della riflessione o ritorno (reditio) dell'anima sull'oggetto proprio e sull'atto di intendere. In questo assunto di soggettivismo radicale, mai finora tentato dopo la crisi modernistica, Rahner non soltanto non teme di capovolgere i principi fondamentali del realismo tomistico - il suo saggio Geist in Welt che doveva essere la sua tesi di dottorato in filosofia non fu infatti accettata da M. Honecker, e il Rahner fu dai superiori smistato negli studi teologici - ma mistifica e manipola apertamente i testi ed i contesti tomistici ovvi e fondamentali.

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Parte seconda: Questa contaminazione o depravazione ermeneutica del tomismo, operata da Rahner, si propone di imporre al tomismo il metodo trascendentale kantiano mediante le seguenti tappe: 1) L'interpretazione meccanicistica della percezione sensibile in quanto l'oggetto primario del sentire non sono le qualità oggettive del mondo esterno ma unicamente il moto locale, così che il sentire soggiace unicamente alle forme a priori kantiane dello spazio e del tempo mediante una certa funzione dialettica ("l'atto della materia", "l'atto contro la materia") che sembra un'invenzione propria di Rahner. 2) L'intero processo unificante e unitario della coscienza è riferito a una funzione unitaria globale, ch'è detta (con reminiscenza platonica) "prenozione" (Vorgriff), che prende il posto dello "Io penso in generale" (Ich denke überhaupt) di Kant così da assorbire e attuare in sé l'intero dinamismo dello spirito secondo l'indirizzo avviato da P. Maréchal. 3) In questa operazione del Vorgriff Rahner capovolge l'ordine e la dinamica dei trascendentali tomistici in quanto subordina l'essere alla spontaneità trascendentale del conoscere eliminando a un tempo la metafisica e abbandonando la verità dell'essere, sia filosofica sia teologica, al turbinare delle vicende della storia, così 4) da identificare non solo senso e intelletto ma anche intelletto e volontà mediante l'identità risolvente di atto e contenuto. Una deformazione del tomismo su tutta la linea che lo stesso Rahner ammette implicitamente in quanto dichiara per proprio conto di essere soltanto un "teologo dilettante" riconoscendo Heidegger come il suo "unico" maestro. Se non che lo stesso Heidegger, convinto che la filosofia dopo Kant può avere per oggetto soltanto il finito della realtà mondana, ha espressamente e ripetutamente diffidato ogni sintesi diretta di filosofia e teologia.

Si deve infine rilevare il carattere assolutamente dogmatico della produzione-fiume di Rahner, il quale non ha finora mai preso in considerazione le riserve o critiche di alcun genere.

 

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[1] S. Th. I, 84, 7.

 

da Cornelio Fabro, La svolta antropologica di Karl Rahner, Milano, Rusconi, 1974, p. 9-10.

 

 

 

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Inserito il 24 agosto 2011

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