Messe latine antiche nelle Venezie
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Vescovi francesi contro il Papa

Ben si poteva immaginare che i vescovi francesi, come in passato riuscirono a impedire la liberalizzazione dell'antica messa, così avrebbero tentato di farlo anche nei confronti dell'atteso atto di papa Benedetto. Ciò è avvenuto e sta avvenendo, un esempio le dichiarazioni di mons. Gall riportate da Le Figaro del 27 ottobre. Nonostante il linguaggio, per dir così eufemistico ma non troppo, il senso è chiaro. 1. Abusi liturgici, "sono avulsi dal loro contesto": se inseriti nel contesto non sono più abusi? e il contesto è forse la Francia che è il luogo ove la pseudoliturgia regna sovrana, grazie anche alla tradizione del gallicanesimo? 2. Documento del Papa per liberalizzare il rito antico: mons. Gall ammette egli stesso di non conoscere il contenuto dell'atto che sta per uscire, ma chiede che venga "rimodulato". Che vuol dire questo, se non che mons. Gall finge di chiedere un rinvio per una revisione di quanto neppure conosce, ma in realtà non vuole il documento in sé, non vuole la messa di san Pio V. Con questi vescovi gall-icani che senza più preti né fedeli pretendono di imporre la loro volontà al Papa, con una riottosità che si sa bene dove affondi le sue radici, se va avanti così, la Francia non sarà più cristiana. Speriamo che stavolta le loro proteste restino inascoltate.

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Tensioni tra la Santa Sede
e la Francia sulla liturgia

di Sophie de Ravinel

 

Il card. Arinze denuncia gli abusi liturgici. In risposta, due esponenti dell'episcopato ripetono le loro riserve contro la liberalizzazione del rito tridentino

IERI a Parigi, il card. Francis Arinze, prefetto in Vaticano della Congregazione per il culto divino, è salito sugli spalti per denunciare gli abusi in materia liturgica, constatati nella Chiesa cattolica. Questa accusa, che ha precisato non rivolgersi specificamente alla Francia, è stata rivolta nell'agitato contesto di un'opposizione dei vescovi francesi a un'eventuale liberalizzazione del rito latino tridentino.

Il cardinale ha espresso questa opinione in occasione di un colloquio organizzato dall'Institut Supérieur de Liturgie, al quale hanno partecipato più di duecento specialisti e una ventina di vescovi francesi. Gli arcivescovi di Parigi e di Tolosa, mons. André Vingt-Trois e Robert Gall, hanno colto questa occasione per rendere noti i loro dubbi e le loro preoccupazioni davanti all'annunziata restaurazione del vecchio rito.

 

"Manierismo egocentrico"

Il card. Arinze non ha ritenuto di affrontare direttamente la questione del rito tridentino, preferendo, piuttosto, denunciare "la banalizzazione, la desacralizzazione e la secolarizzazione nella liturgia", manifestando in tal modo la volontà di Roma di una normalizzazione a livello internazionale. Il braccio destro di Benedetto XVI, a proposito di tali questioni, ha denunciato "questo manierismo apertamente egocentrico che le nostre assemblee domenicali sono talora costrette a subire" e "la falsa umiltà" che rappresenta, per un sacerdote, "il fatto di spartire il proprio ruolo con i laïci". Per il cardinale, "la sacra liturgia non è un campo dove regna la libera ricerca". Prendendo la parola, mons. Gall si è difeso lamentando come Roma "presti eccessiva attenzione a notizie provenienti dalla Francia che rilevano reali anomalie o irregolarità nelle pratiche liturgiche, ma avulse dal loro contesto".

In separata sede, l'arcivescovo, incaricato delle questioni liturgiche nell'ambito dell'episcopato francese, ha espresso il suo timore che "liberalizzando il vecchio rito, il Papa faccia nascere un fronte di sfiducia, di tristezza e di scoraggiamento nei confronti della Santa Sede". Mons. Gall spera che "tutte le reazioni che vi sono attualmente in Francia potranno portare Roma a modulare il testo in preparazione".

Come gli altri vescovi di Francia - eccetto forse i cardinali Jean-Marie Lustiger e Jean-Pierre Ricard, ricevuti questa settimana da Benedetto XVI - il vescovo di Tolosa non sa molto di questo testo. Eccetto, egli dice, che "potrebbe dare lo stesso valore all'antico rito e a quello attuale". Questo sentimento di non condivisione delle decisioni prese a Roma è diffusa  tra i vescovi francesi che temono che l'unità della Chiesa ne sia messa in discussione.

Da parte sua, l'arcivescovo di Parigi, che avrebbe dovuto anch'egli essere ricevuto da Benedetto XVI questa settimana, ha deplorato che in Francia la liturgia sia "strumentalizzata" in un dibattito tra liberali e tradizionalisti.

A fronte della scelta che si attende dal Papa, mons. Vingt-Trois ha insistito affinché sia preservata almeno l'unità del calendario liturgico e delle letture dei Vangeli.

 

da "Le Figaro", 27 ottobre 2006, trad. nostra
lefigaro.fr

 

 

 

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Inserito il 27 ottobre 2006

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