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"Il Papa non ha alcun problema
con il rito antico e con chi lo segue"

Lo afferma il cardinale colombiano Darío Castrillón Hoyos, già Prefetto del clero
e Presidente della pontificia commissione "Ecclesia Dei"

ANDREA TORNIELLI
CITTÀ DEL VATICANO

 

"Papa Francesco non ha problemi con l'antico rito, e non ha alcun problema con i gruppi di laici e le associazioni che lo seguono e lo promuovono". Lo spiega a Vatican Insider il cardinale Darío Castrillón Hoyos, già Prefetto del clero e Presidente della commissione che si occupa sia del rapporto con i lefebvriani che dei gruppi legati alla celebrazione secondo il rito preconciliare.

Il cardinale aveva parlato di questo argomento nel corso di un intervento a braccio tenuto davanti ai membri di "Una Voce International", una delle associazioni che promuove la cosiddetta "messa antica", celebrata secondo il messale promulgato nel 1962 da Giovanni XXIII, l'ultimo in ordine di tempo prima della riforma liturgica post-conciliare. "Nella recente udienza che mi ha concesso - spiega Castrillón - il Papa mi ha detto di non avere problemi con il rito romano extra-ordinario e con quanti seguono quelle celebrazioni e le fanno conoscere, secondo lo spirito indicato nel motu proprio "Summorum Pontificum" di Benedetto XVI".

Castrillón accenna anche alla vicenda del commissariamento dei Francescani dell'Immacolata, che ha suscitato molte polemiche negli ambienti "tradizionalisti". "Voglio precisare però - spiega il porporato a Vatican Insider - che di questo caso non ho parlato durante l'incontro con Papa Francesco. Le mie fonti in proposito sono altre, ma mi pare comunque di poter affermare che la decisione di insistere per l'uso del nuovo rito, e la necessità di essere autorizzati dai superiori per l'uso dell'antico, in quella comunità religiosa francescana è stato provocato da tensioni interne agli stessi Francescani dell'Immacolata, e non da un giudizio negativo sulla liturgia tradizionale".

Sempre restando nell'ambito dei rapporti tra Roma e il mondo tradizionalista, va segnalato che nei giorni scorsi Papa Francesco ha inviato la sua benedizione alla Fraternità San Pietro, nel venticinquesimo anniversario della sua fondazione.

La Fraternità, sorta nel 1988 per accogliere quanti, pur legati al rito antico, non volevano seguire il vescovo Marcel Lefebvre dopo la sua decisione di disubbidire al Papa e di ordinare senza il suo consenso quattro nuovi vescovi, conta oggi 400 membri nel mondo: 244 sacerdoti e 153 seminaristi. Francesco, lo scorso 28 ottobre, ha inviato la sua benedizione osservando - si legge in una comunicazione del nunzio apostolico a Parigi Luigi Ventura, inviata all'abate Vincent Ribeton, superiore del distretto francese - che "nel celebrare i sacri mistero secondo la forma straordinaria del rito romano... contribuiscono, nella fedeltà alla tradizione vivente della Chiesa, a una migliore comprensione e messa in pratica del Concilio Vaticano II".

Il Papa esorta i membri della Fraternità San Pietro, "secondo il loro proprio carisma, a prendere parte attiva alla missione della Chiesa nel mondo contemporaneo con la testimonianza di una vita santa, di una fede certa e di una carità inventiva e generosa".

 

da "Vatican Insider", 13 novembre 2013
vaticaninsider.lastampa.it

 

 

 

 

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Inserito il 5 dicembre 2013

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