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Don Moret, direttore dell'Azione settimanale della diocesi di Vittorio Veneto, in questa intervista ribadisce e conferma pienamente quanto da lui affermato nell'editoriale del 29 giugno2003, evidentemente anche le inesattezze e le offese ivi contenute. Certo, quando si è portati per la politica bisognerebbe seguire quella "vocazione", altro che dedicarsi a Dio e alle anime.

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Rassegna stampa

Moret: "I cattolici farebbero bene a entrare in politica"

 

VITTORIO VENETO - A pochi giorni di distanza dall'editoriale di Giampiero Moret, pubblicato sul settimanale L'Azione della diocesi di Vittorio Veneto, i tomi della polemica, tra lega e rappresentanti del Vescovo, non si sono affatto assopiti.

Giampiero Moret, viste le reazioni che ha suscitato, lo riscriverebbe quell'editoriale?

"Decisamente sì. Ritengo di non aver scritto nulla che esca dalle competenze di un giornale diocesano. Ho semplicemente domandato alla Lega di non fare un uso strumentale della fede cristiana, e sono convinto che la mia sia stata una richiesta legittima".

Quali riscontri ha avuto il suo intervento sull'Azione?

"Le reazioni da parte dei lettori e dei fedeli sono state tante e positive".

Ritiene che i cattolici e la Chiesa debbano prendere posizione politica?

"Distinguiamo. Credo sia bene che i cattolici entrino in politica. La loro partecipazione, anche a livello di politica e di amministrazione locale, è un segno di generosità. La Chiesa non deve entrare in politica. Noi non facciamo opposizione, non miriamo ai voti o al potere, ma abbiamo il diritto e il dovere di esprimere il punto di vista sociale, umano ed etico dell'istituzione che rappresentiamo".

La vostra critica ripercorre quella pronunciata dalla diocesi di Treviso, C'era accordo tra voi?

"No. È stata una pura causalità".

Emanuela Da Ros

 

da “Corriere del Veneto” Ed. Treviso-Belluno, 8  luglio 2003

 

 

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