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IL CASO

 

Una "manovra a tenaglia" che parte da Vittorio Veneto e finisce a Treviso. Le due diocesi che, attraverso i loro settimanali, hanno inquadrato nel mirino la Lega e i suoi amministratori. Due editoriali di fuoco, comparsi rispettivamente sull'Azione e sulla Vita del Popolo di questa settimana: l'uno invita il Carroccio a non occuparsi di religione, l'altro stigmatizza i toni aspri e l'intolleranza anche verbale. "Parole gettate in pasto ai media che minacciano la coscienza pubblica e la convivenza", scrive Vita. "Basta con le sparate di Bossi e compagni che mirano a tenere in piedi i loro traballanti disegni politici aizzando ancestrali paure", ammonisce invece l'Azione. Parole dure che hanno provocato reazioni durissime. I Giovani Padani, per esempio, sotto accusa per un discusso incontro sull'islamismo, replicano dicendo di non sentirsi rappresentati da questa "chiesa progressista".

Lega e settimanali diocesani continuano quindi nella loro contrapposizione e rendono ancora più difficile un rapporto uscito già logoro dall'ultima campagna elettorale. I chiodi "con cui scuoiare l'orsetto siberiano" (riferimento al candidato sindaco del centrosinistra Maria Luisa Campagner) sventolati da Giancarlo Gentilini dopo il primo turno diedero fuoco alle polveri. Pochi giorni dopo la Vita del Popolo sparò in copertina la gigantografia dei chiodi, accompagnata da righe fortemente critiche. La Lega trevigiana, compatta, accusò il settimanale di ingerenze. Sulla Padania, quotidiano leghista, apparvero articoli che incolpavano parte della chiesa di essere troppo schierata politicamente.

Adesso lo scontro si rinnova: "Noi cittadini trevigiani conosciamo anche troppo la forza d'urto incivile, velenosa, contagiosa di parole che prestano spessore alla violenza", scrive infatti nel numero di oggi il direttore della Vita del Popolo, che punta poi il dito sulle ormai celebri "cannonate" con cui Umberto Bossi accoglierebbe gli extracomunitari. "Ora però se ne sono accorti anche a Roma", precisa il settimanale diocesano. Vita del Popolo richiama in contrapposizione le parole di apertura sia di Ciampi che del Papa e, invitando i lettori a riflettere, si dice quindi pronta a proseguire nell'impegno di "lasciar cadere le demagogiche volgarità che ci piovono addosso da parte di chi dovrebbe amministrare e invece non fa altro che esacerbare gli animi". Il duello continua.

Paolo Calia

 

da “Il Gazzettino” Ed. Treviso, 5 luglio 2003

 

 

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