Messe latine antiche nelle Venezie
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Perseverare diabolicum

Il servizio di Chiara Roverotto sulla prima messa "tridentina" alla chiesa di S. Rocco a Vicenza, celebrata da mons. Giandomenico Tamiozzo, riportato qui sotto (Il Giornale di Vicenza, 13 ottobre 2009), dimostra come fin dall'inizio nella celebrazione di quella messa vi fossero gravi errori, immediatamente riconosciuti e indicati da Una Voce. Il sottoscritto, infatti, intervistato dopo la funzione aveva dichiarato, più esattamente, che il Graduale e l'Alleluja erano stati letti in italiano da un laico, e questo non è mai ammissibile nella messa tridentina. Del pari non è ammissibile che il celebrante ometta Epistola e Vangelo e li faccia leggere a un laico.

Vi era allora la speranza, anche da noi in quella occasione espressa, che le cose migliorassero in futuro, e mons. Tamiozzo le volte dopo facesse giusto quello che aveva sbagliato. Non è stato così, l'errore è continuato e anche peggiorato fino a oggi in quella messa che già stancamente continua a essere celebrata con cadenza variabile due volte al mese ad arbitrio del celebrante, ma non tutte le domeniche come era stato chiesto dai fedeli. Si dice che errare è umano, ma perseverare è diabolico...

Nel pezzo ricorrono diverse inesattezze, ma una in particolare richiede di essere precisata. Si legge: "Sulla base delle disposizioni del vescovo Nosiglia (contenute anche in quelle papali) Vangeli ed omelia - la spiegazione di quanto contenuto nelle letture - avviene però in italiano e con il sacerdote rivolto ai fedeli". Non si conoscono "disposizioni del vescovo Nosiglia", il quale si è espressamente rimesso al celebrante. Si sa che mons. Tamiozzo ha dichiarato di celebrare come gli è stato detto dal Vescovo. Se le disposizioni, del Vescovo o a lui attribuite da mons. Tamiozzo o da altri, fossero quelle citate, esse sarebbero completamente errate e non corrispondenti con quanto previsto dal Motu proprio Summorum Pontificum. La "spiegazione delle letture" od omelia è ovvio che sia in una lingua compresa dai partecipanti, e le disposizioni papali non parlano di questo. Il Motu proprio, invece, sui "Vangeli", ovvero le letture (Epistola e Vangelo), dispone: "Nelle Messe celebrate con il popolo secondo il Messale del Beato Giovanni XXIII, le letture possono essere proclamate anche in lingua volgare, usando le edizioni riconosciute dalla Sede Apostolica" (art. 6). Quindi è solo permesso che siano in italiano, ma non prescritto, e che debbano essere "con il sacerdote rivolto ai fedeli" è pura invenzione, per non dire falsità.

Probabilmente, sulle letture, la giornalista ha scritto quanto le è stato detto da mons. Tamiozzo. Questo fa intendere che, allora, gli errori del celebrante sarebbero stati voluti fin dall'inizio. E c'è una spiegazione: pur fingendo di applicare la volontà del Papa di fatto si celebra una messa modernizzata con commistione di riti, che assomigli comunque alla messa nuova, e non la messa tridentina perché, come dicevano i bravi manzoniani a don Abbondio (ma oggi le parti sembrano essersi invertite), questa messa non s'ha da fare.

Fabio Marino

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Rassegna stampa

CHIESA. Ieri la prima celebrazione officiata da don Giandomenico Tamiozzo. "La Voce": "Non tutto era in regola"

Molti giovani a S. Rocco
per la messa tridentina

Sacerdote rivolto all'altare canti gregoriani, letture ed omelie in italiano.
L'Eucarestia in ginocchio

Chiara Roverotto

 

Alla fine, dopo la raccolta di oltre settecento firme, le indicazioni date dal vescovo Cesare Nasiglia gli esponenti del coordinamento di "Una voce delle Venezie", associazione per la salvaguardia della liturgia latino gregoriana che ha messo radici nel Veronese prima e nel Vicentino poi, ce l'ha fatta. Ieri alle 1730 nella chiesa di S. Rocco si è celebrata la prima messa con il rito tridentino in conformità con le norme stabilite dopo l'entrata in vigore, nel settembre del 2007, del "motu proprio" di papa Benedetto XVI "Summorum Pontificum", sull'utilizzo della liturgia precedente alla riforma del 1970.

Prima della funzione il celebrante, don Giandomenico Tamiozzo ha tenuto una sorta di lezione per preparare i fedeli alla celebrazione. Poi, dando le spalle ad un centinaio di persone, la maggior parte composta da giovani, ha iniziato ad officiare assistito da un altro sacerdote.

L'ingresso è avvenuto dal fondo, poi il percorso lungo la navata con i fedeli a testa bassa. assorti nel segno della croce, quindi i canti gregoriani accompagnati dall'organo e affidati ad alcuni cantori del conservatorio Benedetto Marcello di Venezia.

L'atmosfera - secondo i rappresentanti dell'associazione - esprime l'universalità della preghiera e la sua continuità attraverso il tempo. Infatti a partire dal IV secolo, il latino costituisce la lingua ufficiale del culto della chiesa cattolica occidentale. Il sacerdote volge le spalle ai fedeli. E questo si spiega perché nell'antichità, la posizione della preghiera era preferibilmente "verso Oriente", simbolo di Cristo e del sole nascente, alla testa di tutto il popolo.

"Asperges me ...": così la messa ha inizio. Sulla base delle disposizioni del vescovo Nosiglia (contenute anche in quelle papali) Vangeli ed omelia - la spiegazione di quanto contenuto nelle letture - avviene però in italiano e con il sacerdote rivolto ai fedeli. Per il resto molti devoti sono in ginocchio - anche durante la comunione - assorti nella preghiera in una Eucarestia sicuramente particolare. Si trattava ieri di giovani, che hanno seguito la messa senza bisogno del libretto come fosse per loro già una consuetudine; con loro donne attente, sicure di non sbagliare nulla di quanto contenuto nel messale.

Eppure uno dei rappresentati de "La Voce", Fabio Marino ha avuto alla fine della liturgia qualcosa da ridire: "Non tutto è stato seguito secondo il rito tridentino - ha spiegato - Evidentemente il sacerdote ha ritenuto opportuno seguire alla lettera le indicazioni del vescovo, ma alcuni passi andavano celebrati in maniera diversa in particolare durante l'alleluia e l'antifona (il versetto recitato prima dei Vangeli ndr) - dove non è stato rispettato il rito. Evidentemente serve ancora un po' di tempo". La messa con il rito tridentino S. Rocco sarà officiata ogni seconda domenica del mese alle 17:30. "Almeno questo avverrà fino a dicembre - conclude Marino - Poi, attendiamo ulteriori indicazioni dal vescovo di Vicenza. Mi pare che l'interesse non manchi e lo si è visto, soprattutto, nella partecipazione da parte dei giovani, decisamente numerosi. Ad oggi di fatto non sappiamo se mons. Nosiglia deciderà di continuare oppure no con le celebrazioni".

 

da "Il Giornale di Vicenza", 13 ottobre 2008

 

 

 

DOCUMENTI  CORRELATI

Vicenza, mancata applicazione del Motu proprio. La seconda lettera di Una Voce al vescovo sulla messa di S. Rocco

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Messa tridentina a Vicenza

 

 

 

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