UNA VOCE VENETIA  

Messe latine antiche nelle Venezie 
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L'anno liturgico

di dom Prosper Guéranger

 

Missale Romanum

 

VENERDÌ DELLE QUATTRO TEMPORA DI QUARESIMA

 

La Stazione è alla Basilica dei Dodici Apostoli, una delle più auguste di Roma, arricchite dalle reliquie dei due Apostoli san Filippo e san Giacomo il Minore.

 

LEZIONE (Ez 18,20-28). - Queste cose dice il Signore Dio: L'anima che ha peccato, quella morrà, e il figlio non porterà l'iniquità del padre, né il padre quella del figlio: sul capo del giusto sarà la giustizia e su quello dell'empio l'empietà. Ma se l'empio fa penitenza di tutti i suoi peccati che ha fatti, e osserva i miei precetti, e agisce secondo equità e giustizia, avrà la vera vita e non morrà. Non ricorderò più tutte le iniquità da lui commesse; avrà vita per la giustizia da lui praticata. Voglio forse la morte del peccatore, dice il Signore Dio, o non piuttosto ch'egli si converta dal suo malfare e viva? Ma se il giusto si allontanerà dalla sua giustizia e commetterà l'iniquità, secondo le abominazioni proprie dell'empio, potrà averla vita? Tutte le opere buone da lui fatte saran dimenticate, a causa della trasgressione di cui s'è reso colpevole, e del peccato da lui commesso, a causa di questi morrà. Voi avete detto: il modo di fare del Signore non è giusto. Udite, adunque. o casa d'Israele: è il mio modo di fare che non è giusto, o è piuttosto perverso il vostro? Infatti, quando il giusto, allontanandosi dalla sua giustizia, peccherà e morrà nel peccato, morrà a causa dell'ingiustizia da lui commessa: così, quando l'empio, allontanatesi dall'empietà e dal peccato da lui commesso, praticherà l'equità e la giustizia, egli renderà la vita all'anima sua: quando tornato in se stesso, si allontanerà da ogni peccato commesso, avrà vita e non morrà, dice il Signore onnipotente.

 

La riconciliazione dei peccatori.

Volgiamo la nostra considerazione ai pubblici penitenti, che fra poco saranno riammessi dalla Chiesa alla partecipazione dei Misteri. Ma, prima di questo, hanno bisogno di riconciliarsi col Dio che hanno offeso. Potrà rivivere la loro anima morta per il peccato? Sì, ci assicura il Signore; e la lettura del Profeta Ezechiele, iniziata ieri dalla Chiesa per i Catecumeni, oggi essa la continua a favore dei pubblici penitenti. "Se l'empio fa penitenza di tutti i suoi peccati che ha fatti, e osserva i miei precetti..., avrà la vera vita e non morrà". Intanto le sue opere inique stanno lì, e insorgono contro di lui; il loro grido s'è innalzato fino al cielo provocando un'eterna vendetta. Proprio così. Ma ecco che il Signore, il quale sa tutto e nulla dimentica, afferma che non si ricorderà più dell'iniquità riscattata con la penitenza. È tale la tenerezza del suo cuore paterno, che vuole assolutamente dimenticare l'oltraggio ricevuto da un figlio, se questo figlio torna sinceramente a fare il suo dovere. Così saranno riconciliati i nostri penitenti. Nel giorno della Risurrezione del Salvatore essi saranno mescolati ai giusti, perché saranno divenuti giusti anche loro, e Dio non conserverà più il ricordo dei loro errori. Riandando con la mente ai tempi passati, noi ci troviamo di fronte al grande spettacolo della penitenza pubblica, di cui oggi la Liturgia, che non muta, ci ha solo conservate le tracce. Ai nostri giorni i peccatori non sono più separati dagli altri; non sono più chiuse loro le porte della chiesa; spesso, anzi, si vedono accanto ai santi altari confusi fra i giusti, e quando discende sopra di loro il perdono, l'assemblea dei fedeli non è più avvertita da riti speciali e solenni. Ammiriamo la divina misericordia, e facciamo tesoro dell'indulgenza della nostra santa Madre Chiesa. Ad ogni ora, senza strepito, la pecorella smarrita può rientrare nell'ovile: che almeno sappia approfittare dell'accondiscendenza di cui è fatta oggetto, e non abbandoni più d'ora innanzi il Pastore che s'è degnato accoglierla ancora una volta. Quanto al giusto, non si deve insuperbire di vana compiacenza, confrontandosi con la povera pecorella smarrita; mediti invece queste parole: "Se il giusto s'allontanerà dalla sua giustizia e commetterà l'iniquità..., tutte le opere buone da lui fatte saranno dimenticate". Temiamo dunque per noi stessi e siamo compassionevoli verso i peccatori. La preghiera che fanno i fedeli per i peccatori durante la Quaresima è uno dei grandi mezzi sui quali conta la Chiesa per ottenere la loro riconciliazione.

 

VANGELO (Gv 5,1-16). - In quel tempo; Ricorrendo una festa dei Giudei, Gesù salì a Gerusalemme. Ora in Gerusalemme, presso la porta delle pecore, vi si trova una vasca Probatica, in ebraico detta Betsaida, la quale ha cinque portici. Sotto questi giaceva una gran quantità d'infermi, ciechi, zoppi e paralitici che aspettavano il moto dell'acqua. Un Angelo del Signore, infatti, scendeva ogni tanto nella piscina, e l'acqua ne era agitata. E chi per primo vi si tuffava dopo il moto dell'acqua, guariva da qualunque malattia fosse oppresso. E vi stava un uomo ch'era infermo da trent'otto anni. Gesù, vistolo giacere, e sapendo che da molto tempo si trovava in quelle condizione, gli disse: Vuoi essere guarito? Signore, rispose l'infermo, non ho nessuno che mi metta nella vasca quando l'acqua è agitata; e quando mi accosto io, un altro vi è già disceso prima di me. Gesù gli disse: Alzati, prendi il tuo tettuccio e cammina. E nell'istante l'uomo guari e, preso il letticciolo, cominciò a camminare. Or quel giorno era un sabato. E quindi i Giudei dicevano al risanato: È sabato, non ti è lecito, portare il tuo lettuccio. Ma egli rispose loro: Quello stesso che mi ha guarito mi ha detto: Prendi il tuo lettuccio e cammina. Gli domandarono allora: Chi è quell'uomo che t'ha detto: Prendi il tuo lettuccio e cammina? Ma il guarito non sapeva chi fosse; perché Gesù s'era allontanato dalla folla ch'era sul posto. Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: Ecco, sei guarito, non peccar più, che non ti avvenga di peggio. E quello andò a riferire ai Giudei che era Gesù quello che lo aveva guarito.

 

Il Sacramento della Penitenza.

Torniamo ancora agli antichi penitenti; sarà così facile il passaggio ai penitenti d'oggi e a noi stessi! Abbiamo visto nel Profeta la disposizione del Signore a perdonare al peccatore che si pente. Ma come sarà applicato questo perdono? da chi sarà pronunciata la sentenza dell'assoluzione? Ce lo insegna il Vangelo. L'infelice paralitico da trent'otto anni è la figura del peccatore inveterato, che però guarisce e cammina. Ch'è dunque avvenuto? Ascoltiamolo: comincia a dire: "Signore, non ho nessuno che mi metta nella vasca". L'acqua della piscina l'avrebbe sanato, ma non trovava un uomo che ve lo immergesse. Quest'uomo sarà il Figlio di Dio, che appunto si fece tale per guarire tutti. Come uomo, ricevette il potere di rimettere i peccati, e prima di salire al cielo disse ad altri uomini: "Saranno rimessi i peccati a chi voi li rimetterete". Pertanto, i nostri penitenti saranno riconciliati con Dio in virtù di questo potere soprannaturale. Il paralitico che prende con facilità il suo lettuccio e se lo carica sulle spalle, come un trofeo della propria guarigione, è la figura del peccatore, al quale la Chiesa di Gesù Cristo ha perdonato i peccati in forza del divino potere delle chiavi.

Nel III secolo del cristianesimo un eretico, Novaziano, pretendeva insegnare che la Chiesa non aveva il potere di rimettere i peccati commessi dopo il battesimo. Ma un simile errore fu condannato dai concili e dai santi dottori. E per significare al vivo, agli occhi dei fedeli, la potenza che aveva ricevuta il Figlio dell'uomo di purificare ogni anima penitente, nei luoghi dove si radunavano i cristiani, veniva dipinto il paralitico del vangelo, che camminava libero e sciolto col suo lettuccio sulle spalle. La stessa immagine la troviamo frequentemente negli affreschi delle catacombe di Roma, che risalgono all'epoca dei Martiri. Così da questi monumenti impariamo qual era, da tanti secoli, l'intenzione della Chiesa, nel fissare in tali giorni la lettura di questa pagina di Vangelo.

 

L'acqua battesimale.

L'acqua della Probatica piscina era anche un simbolo, che era destinato all'istruzione dei Catecumeni; essi dovevano essere risanati dall'acqua, e da un'acqua fecondata divinamente dall'alto. Il miracolo, di cui Dio favoriva ancora la Sinagoga, serviva presso i Giudei solo alla guarigione del corpo, e per un uomo solo alla volta, a rari intervalli. Ma dopo che l'Angelo del Gran Consiglio discese dal cielo a santificare l'acqua del Giordano, la piscina si trova dovunque: ad ogni ora l'acqua ridà la salute alle anime, dal neonato al vecchio. Ministro di tale grazia è l'uomo; ma è il Figlio di Dio, divenuto Figlio dell'uomo, che opera. Diciamo anche una parola sui malati che ci presenta il Vangelo, e ch'erano là radunati ad attendere la guarigione. Sono l'immagine della società cristiana, in questi giorni. Vi sono dei languenti, uomini tiepidi che non si staccano mai sinceramente dal male; dei ciechi, che hanno spento l'occhio dell'anima; degli zoppi, che vanno vacillanti nella via della salute; dei disgraziati dalle membra atrofizzate incapaci d'ogni sorta di bene. Tutti aspettano il momento propizio. E Gesù sta per venire e per domandare a loro, come al paralitico: Volete essere guariti? Domanda piena di carità divina!

Ch'essi rispondano, pieni d'amore e di confidenza, e saranno guariti.

 

PREGHIAMO

Ci esaudisci, o Dio misericordioso, e mostra alle nostre anime la luce della tua grazia.

 

da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 525-528

 

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