Messe latine antiche nelle Venezie
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Aperto con il canto della messa latina antica

Il XXIX Convegno annuale di "Instaurare"

Partecipa con una relazione sull'Eucaristia S. E. mons. Sennn Corrà vescovo emerito di Concordia-Pordenone

 

Il 22 agosto 2001, presso il santuario di Madonna di Strada a Fanna (Pordenone), si è svolto il XXIX convegno annuale degli Amici di "Instaurare". Cadendo il trentennale del periodico, l'incontro ha assunto un significato particolare, sottolineato dalla partecipazione del Vescovo emerito di Concordia-Pordenone, mons. Sennen Corrà.

Il convegno si è aperto con la celebrazione della santa messa in rito romano antico (ha celebrato il prof. don Ivo Cisar), preceduta dal canto del "Veni Creator" e seguita da quello del "Te Deum" davanti al Santissimo esposto. La liturgia è stata accompagnata dal canto gregoriano eseguito dalla Confraternita dei santi Filippo e Giacomo di S. Martino al Tagliamento, diretta da Tarcisio Zavagno.

Sono stati aperti, quindi, i lavori. Il Direttore di "Instaurare" ha rivolto un indirizzo di saluto ai partecipanti, ricordando la scomparsa di don Redento Govetto e del prof. Aristide Nardone, il quale ogni anno partecipava agli incontri giungendo dall'Abruzzo. Ha dato, quindi, lettura delle adesioni pervenute, fra le quali vanno ricordate quelle del dott. Giangiacomo Zucchi (Trieste), del prof. don Dario Composta (Roma), del prof. avv. Pietro Giuseppe Grasso (Novara), del Rettore del santuario di Re (Novara), del prof. Miguel Ayuso (Madrid), del prof. Francesco Gentile (Padova), del sig. Luigino Biancuzzi (Pavia di Udine), di don Mario Tavano (Udine) e, infine, quella della prof.ssa Inés Cassagne di Buenos Aires, che, scrivendo anche a nome del marito, chiude la sua lunga e molto significativa lettera dicendo: "... ci uniamo, mio marito ed io (con i nostri 9 figli e 19 nipoti), alle felicitazioni per il trentesimo anniversario [di 'Instaurare'] e rimaniamo uniti con voi nella preghiera e nell'Eucaristia in questa grande corrente viva della Chiesa, nella quale sappiamo che realmente anche i nostri piccoli sforzi contribuiscono a instaurare omnia in Christo".

Il Direttore ha rivolto, poi, un indirizzo di saluto a S. E. mons. Sennen Corrà, di cui ha ricordato l'animo di pastore e di padre, il suo particolare amore per l'Eucaristia (che traspare anche dalle pagine da lui scritte sull'argomento in occasione del Giubileo del 2000), la sua spiritualità. Gli ha quindi, formulato le felicitazioni e l'augurio ad un tempo per il 25° di consacrazione episcopale da poco celebrato. Lo ha, inoltre, ringraziato per aver accolto l'invito - che non è da intendersi adesione, poiché un Vescovo non aderisce ad alcun gruppo anche se può e, talvolta, deve incoraggiarne parecchi - di svolgere una relazione al convegno degli Amici di "Instaurare" del 2001.

Ha dato lettura, infine, - anche per dissipare eventuali dubbi e rettificare false interpretazioni, spesso fatte circolare ad arte - del passo finale, con il quale si chiudeva il "Comunicato" datato Udine 1° maggio 1971, il quale (comunicato) rappresenta quasi il "Manifesto" del Movimento. "È intenzione dei promotori - recita il documento - che il Movimento operi in piena ed assoluta fedeltà alla Chiesa ed a servizio della Fede, approfondendone la dottrina per affrontare con consapevolezza e preparazione adeguata ogni manifestazione eterodossa, per combattere l'ondata di scetticismo che, penetrato nel seno stesso della Chiesa, investe e corrode non solo certe pratiche devozionali e sentimenti diffusi nel nostro popolo, ma principi e dogmi finora universalmente accettati. Il Movimento è certo di giovare, così, alla stessa causa del bene comune che, secondo l'affermazione di Leone XIII, nella società, dopo Dio, è la prima ed ultima legge".

Ha preso, quindi, la parola S. E. mons. Sennen Corrà per svolgere la prima relazione sul tema: "Sulla Croce e sull'Altare unico il Sacrificio".

Premesso che parlare dell'Eucaristia è come avventurarsi nell'Oceano - tanto è vasto l'argomento - , l'illustre relatore ha rilevato l'opportunità di circoscrivere la trattazione, che ha sviluppato toccando i seguenti punti:

1) esplorazione dei primi settant'anni di cristianesimo nei quali c'è tutto ciò che la Chiesa insegna e vive pur non essendo sistematizzato, approfondito, sviluppato;

2) indagine su come la Chiesa ha creduto e vissuto il mistero dell'Eucaristia: a) nel primo millennio durante il quale l'Eucaristia era pacificamente celebrata e creduta in tutta la Chiesa sia d'oriente sia d'occidente. Non c'era bisogno, pertanto, di interventi magisteriali. Bastavano le omelie dei Padri; b) nel secondo millennio nel corso del quale il magistero (da Gregorio VII a Giovanni Paolo II) è costretto spesso a intervenire in funzione anti-ereticale. Esso si caratterizza, pertanto, per la sua non organicità; esso, cioè, non si preoccupa di offrire un'esposizione completa del mistero;

3) riflessione sull'indole sacrificale. È dogmaticamente definito che nell'Eucaristia si offre a Dio un vero e proprio sacrificio. Il sacrificio con il quale Cristo salva il mondo è unico. Quindi non ce ne può essere un altro. Il Concilio di Trento, da parte sua, ha definito la presenza reale di Cristo, transustanziazione, che è un vero sacrificio. Dunque, c'è un solo sacrificio di Cristo ma ogni Eucaristia è, a sua volta, vero e proprio sacrificio. Come spiegare questa verità? La questione potrebbe apparire intricata se si considera il fatto che al latino mancano ... gli articoli, per la qualcosa verum et proprium sacrificium può essere tradotto tanto con "un vero e proprio sacrificio" quanto con "il vero e proprio sacrificio".

Le cose si complicano se si considera, inoltre, che il repraesentaretur può essere tradotto sia "perché sia rappresentato" (il sacrificio della Croce) sia perché sia "ripresentato", "reso presente". Il greco - ha osservato mons. Corrà - ha gli articoli e anche questi vengono declinati. Il latino no. Quando fu tradotta la III prece eucaristica - ha rivelato il relatore - ci fu una traduzione privata ad experimentum, cui fece seguito quella approvata dalla S. Sede. La traduzione ad experimentum diceva: "da oriente ad occidente venga offerto un sacrificio perfetto". Nel testo latino non c'è "un". Nella traduzione approvata dalla S. Sede, invece, si dice: "venga offerto il sacrificio perfetto". Mons. Sennen Corrà, richiamando, a questo proposito, l'insegnamento di Giovanni Paolo II, ha affermato: "Nel Cristo risorto non ci sono giorni, né anni; c'è Cristo risorto [...] che è diventato il sacrificio pasquale dell'accoglienza del Padre, è diventato eterno. E sotto il segno del pane spezzato e del calice condiviso dell'Eucaristia si fa presente il Crocifisso, risorto. Quindi l'attimo è diventato eterno, l'atto di amore adorante e redentivo con l'offerta sacrificale di Gesù diventato eterno nel crocifisso risorto, diventa sacramentalmente presente in tutti i luoghi eucaristici, si moltiplica la presenza nei tempi e negli spazi, ma dell'unico sacrificio pasquale di Cristo: sulla croce e sull'altare unico il sacrificio".

Al termine della relazione ci sono stati diversi interventi fra i quali vanno ricordati quelli della rag. Daniela Vidoni, del prof. Italo Francesco Baldo, del dott. Nicola Cavedini, del prof. Pasquale Casiraghi, del dott. Stefano Tomasino, di Marco Danieli, del prof. don Giacinto Marchiol, di Alberto Fernetti, del prof. Danilo Castellano.

Nel pomeriggio i lavori sono ripresi con la relazione del prof. Danilo Castellano, intitolata "Rapporto del trentennale".

Il relatore, ricostruito sommariamente il clima culturale della fine degli anni '60 e inizi del '70, ha ricordato come e perché è nato, dapprima, il Movimento Cattolico "Adveniat Regnum" (il cui organo è stato sin dall'inizio "Instaurare") e, poi, le motivazioni che hanno portato al cambiamento della ragione sociale. Ha illustrato il contesto nel quale ha operato "Instaurare" e le attività svolte o promosse dal medesimo. Fra queste vanno ricordate: i ventinove convegni annuali di Madonna di Strada (la scelta di questo santuario è dovuta al compianto avv. Alfonso Marchi), il convegno di San Colombano al Lambro, una "Tavola rotonda" a Milano, gli incontri di Brazzacco (Udine), Sesto al Reghena e Ramuscello (Pordenone), Roma e Modena, la pubblicazione dei volumi Questione cattolica e questione democristiana (Padova 1987) ed Eutanasia del Cattolicesimo? (Napoli 1990) e, soprattutto la regolare pubblicazione per trent'anni di Instaurare. Si è soffermato sull'impegno finanziario richiesto per queste attività che sono state possibili grazie ai sacrifici della Redazione e alla generosità dei lettori.

L'attività - ha ricordato il relatore - ha incontrato consensi convinti e radicali dissensi. Ne hanno parlato, a quanto è dato sapere, almeno una quindicina di riviste (fra le quali almeno cinque straniere), una decina di periodici e settimanali (fra i quali almeno due stranieri), diversi quotidiani (alcuni a diffusione nazionale). Dell'attività hanno, inoltre, parlato alcuni servizi radiotelevisivi. Soprattutto le iniziative hanno attirato l'attenzione di alcuni studiosi che le hanno fatte oggetto di studio (come documentato da alcune ricerche) o di citazioni nel corso di relazioni svolte in convegni.

Il prof. Castellano ha illustrato, infine, le peculiari finalità del Movimento legato a Instaurare rispetto anche ad altri movimenti e/o gruppi che pure operano nell'ambito del cattolicesimo e della tradizione.

Al termine sono intervenuti: la rag. Daniela Vidoni, S. E. Carlo Riccio Cobucci, il dott. Maurizio Ruggiero.

Il convegno si è chiuso con la recita del "Credo".

 

da "Instaurare omnia in Christo" 3/2001
www.instaurare.org

 

 
     
 

 

 

 

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Inserito il 3 gennaio 2002

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