Messe latine antiche nelle Venezie 
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Ottimismo/pessimismo

Mons. Fellay ha rilasciato un'intervista al quotidiano romano Il Tempo (riportata qui sotto) a proposito della riconciliazione tra la Santa Sede e la Fraternità San Pio X. Si dice che il Santo Padre tratterà questa questione - strettamente legata con quella della c.d. liberalizzazione della messa di san Pio V - il prossimo 23 marzo nel suo incontro con il collegio dei cardinali, ovvero il 7 aprile alla riunione con i capi dei dicasteri della Curia romana. Da settimane una ridda di voci si rincorrono, ma in realtà non si sa nulla di preciso su se e che cosa sarà fatto, per cui si può solo attendere le decisioni del Pontefice. Quando alla posizione della Fraternità è utile confrontare l'intervista di mons. Fellay con quella rilasciata da mons. Williamson a Minute dell' 8 marzo (le cui affermazioni sono ben chiare): Fellay in chiusura dichiara "sull'argomento Williamson è più pessimista mentre io sono più ottimista".

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Lefebvriani-Vaticano,
prosegue il confronto

Bernard Fellay, capo degli scismatici: "Non ci sentiamo fuori dalla Chiesa e riconosciamo il Papa vicario di Cristo"

di PAOLO LUIGI RODARI BERNARD

 

Fellay, superiore generale della tradizionalista e "scismatica" Fraternità di San Pio X - fondata anni fa dal vescovo Marcel Lefebvre e successivamente scomunicata da Giovanni Paolo II a norma del diritto canonico a motivo della decisione dello stesso Lefebvre di ordinare senza il mandato di Roma alcuni vescovi -, esprime soddisfazione per "i passi fatti finora" con Roma ma non sa rispondere se gli si chiede se, a suo avviso, presto il Papa revocherà la scomunica alla sua Fraternità. La Fraternità di San Pio X ha alcune comunità di sacerdoti sparse in tutto il mondo, Svizzera e Usa compresi. Monsignor Fellay, il prossimo 23 marzo, il giorno che precede il primo concistoro, Benedetto XVI incontrerà il collegio cardinalizio e sul piatto della discussione, oltre alle questioni inerenti la riforma della Curia romana, dovrebbero esserci le questioni inerenti la trattativa che potrebbe condurre al ripristino della piena comunione della vostra Fraternità con Roma. Lei ne sa qualcosa? "Io so quello che scrivono i giornali. Ho saputo dai giornali che forse il Papa avrebbe parlato di noi il prossimo 23 marzo". Quindi non sa dire se presto il Papa deciderà di revocarvi la scomunica? "No, ma noi, in verità, non siamo mai andati fuori dalla Chiesa cattolica". In che senso? "Noi viviamo la tradizione della Chiesa. Celebriamo la messa con l'antico rito e per questo non possiamo sentirci fuori dalla Chiesa anche perché la Chiesa non può rompere col suo passato". Però la scomunica l'avete ricevuta? "Roma ha dichiarato scomunicati i soli vescovi ordinati da Lefebvre senza il mandato di Roma". Quand'è stata l'ultima volta che ha incontrato il Papa? "L'estate scorsa a Castel Gandolfo". Poi vi siete risentiti? "No mai. Qualcuno ha scritto e detto che io sarei in contatto telefonico con lui. Ma è falso". Nel colloquio di agosto ha avuto l'impressione che il Pontefice volesse ricucire dopo tanti anni lo strappo provocato dalla decisione di Lefebvre di ordinare senza il mandato di Roma dei sacerdoti? "Il problema non è qua. La consacrazione fatta da monsignor Lefebvre di alcuni vescovi - una misura molto grave -, fu un atto proporzionato alla situazione che viveva la Chiesa. La vera soluzione dei problemi della Fraternità con Roma potrà esserci se ci si sforzerà di superare la crisi che ha colpito la Chiesa". In futuro, qualora le cose con Roma dovessero giungere a una definitiva riconciliazione, come vede la sua Fraternità? Potrà divenire una prelatura personale o un'amministrazione apostolica? "Precisamente non so rispondere. Comunque sarà Roma a farci delle proposte". Lei oggi si ritiene sottomesso al Papa? "Noi riconosciamo il Papa perché egli è il Vicario di Cristo. In questo senso noi riconosciamo la supremazia del Papa". Quante volte ha incontrato Giovanni Paolo II? "Una sola volta". Quando? "Il 30 dicembre del 2000 in Vaticano. Fu una visita veloce, un baciamano e nient'altro. Non mi disse nulla di particolare se non che era contento che tra Roma e noi fosse aperto il dialogo. Ci siamo visti nella sua cappella privata". È vero che all'interno della sua Fraternità vi è monsignor Richard Williamson che non vuole accettare la riconciliazione con Roma? "Non direi così. Direi invece che sull'argomento Williamson è più pessimista mentre io sono più ottimista".

 

da "Il Tempo", 12 marzo 2006
www.iltempo.it

 

 

 

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Inserito il 17 marzo 2006

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