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LA LETTERA DI UN PARROCO

Altari con l'arcobaleno un favore alla sinistra

 

Caro direttore, mi chiamo Massimiliano Pusceddu, ho 28 anni e sono parroco di Vallermosa, un paese di 2.000 abitanti in provincia di Cagliari. Sono iniziatore di un gruppo di preghiera chiamato "Apostoli di Maria", che conta più di 1.500 fedeli. Mi interesso soprattutto del problema dell'interferenza comunista in ambito ecclesiastico. Un tema oggi controcorrente che mi porta spesso a scontrarmi anche con alcuni miei confratelli. In questi tempi la Chiesa sta attraversando un periodo molto particolare, dovuto alla interferenza dell'ideologia marxista. Infatti dagli anni della contestazione l'inquinamento comunista ha ferito profondamente tutta la sfera ecclesiale. Ancora questo tipo di influenza mette radici, non più sfrontatamente con la falce e il martello, ma mascherandosi di pacifismo, di tolleranza, di relativismo, creando non meno problemi del '68. Dico "mascherando" perché se ci pensiamo bene il marxismo è come il lupo: perde il pelo ma non il vizio.

Gran parte della stampa cattolica, tipo "Famiglia Cristiana", "Jesus", e altri, sono politicamente schierati. Sì è persa oramai, in ambito cristiano, quella forma di opinionismo puro, senza interferenze ideologiche. Purtroppo oggi, molte riviste cattoliche non annunciano più il Vangelo, ma fanno politica. Si nascondono dietro toni pacifisti, relativisti, confondendo i lettori che in buona fede sperano di trovare ancora un indirizzo sano e acritico in questi giornali. Penso per esempio a uno pseudo referendum pubblicato in "Famiglia Cristiana" qualche tempo fa. Il paginone riportava: "Con il Papa, o con Bush". Il lettore doveva semplicemente barrare la casellina di scelta, ed esprimere così la sua opinione. A me questo tipo di referendum ha fatto pensare molto. Innanzitutto perché questi giornalisti cosiddetti "cristiani" hanno messo da parte tutta la dottrina della Chies in merito (penso solo a sant'Agostino); ma quello che mi ha irritato maggiormente è che dietro a questo tipo di articoli c'è solo uno "schieramento politico", e che queste pagine servono solo a monopolizzare l'opinione dei lettori. Da questo si nota come nella Chiesa, l'influenza di "sinistra", si è tutt'altro che estinta.

Per non pensare poi a quello che accade con i discorsi del Papa. Anche questi vengono monopolizzati, fraintesi, reinterpretati e poi utilizzati come scudo per difendere le proprie "ideologie". Questo per me non è giornalismo: è terrorismo giornalistico. E proviamo poi a pensare agli ecclesiastici che si schierano con i no global, cioè con chi è in prima linea col "pacifismo". Può definirsi "pacifista" un gruppo di scalmanati che facendosi forti del termine "pace" vanno in giro a lanciare bombe molotov o a spaccare vetrine per le città d'Italia, per manifestare contro la guerra a Saddam? E perché, mi chiedo io, non manifestano così energicamente anche per la pace nel resto del mondo? È chiaro che dietro a queste "parate" c'è sempre un veleno sinistroide, e difficilmente se ne trova l'antidoto. Putroppo la bandiera dell'arcobaleno oggi come oggi è una bandiera di "partito"... comunista. E pensare che questa bandiera la si vede esposta nei sagrati di certe parrocchie, in alcune cappelle, e ahimè, talvolta anche a ornamento di qualche altare. Per non parlare delle testate di alcuni giornali comunemente detti "cristiani". Ma oggi, tante di queste riviste, di cristiano hanno solo il nome!

don Massimiliano Pusceddu

 

da "Il Giornale", 2 aprile 2003

 

 

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Inserito il 3 aprile 2003

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