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Messe latine antiche nelle Venezie 
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Tempio-Pausania: Mons. Paolo Atzei OFMConv. risponde
ai richiedenti: "mai permetterò che altri in diocesi
celebrino secondo quel messale"

Chi deve convertirsi?

 

Un gruppo di fedeli di Luras (Sassari) ha presentato una petizione per ottenere la messa latina antica con il messale del 1962, come previsto dalla Lettera Quattuor abhinc annos del 1984 e confermato dal Motu proprio Ecclesia Dei del 1988. Il vescovo di Tempio-Ampurias mons. Paolo Atzei dei Frati Minori Conventuali ha risposto in data 1° novembre 2002 con la lettera qui sotto riprodotta, indirizzata al rappresentante dei richiedenti.

La lettera, come è evidente, contiene un totale rifiuto della messa, rifiuto che, peraltro, appare motivato in maniera alquanto contraddittoria, e comunque non facilmente comprensibile, almeno per chi sia abituato a ragionare secondo i canoni della logica classica. Infatti, da un lato, accenna a mancanze di presunti requisiti formali della richiesta (“il conforto del tuo parroco”), requisiti di cui non si specifica, peraltro, né l’esatto contenuto né le norme ove sarebbero prescritti, dall’altro i riferisce al luogo dove la messa è stata chiesta come inadatto o inopportuno (per quali ragioni? come se Luras fosse sottoposto all’interdetto), ma contemporaneamente dichiara: “mai permetterò che altri in diocesi celebrino secondo quel messale”, una esclusione assoluta di principio, indipendente dall’adempimento di qualsivoglia requisito, estesa a tutto il territorio e priva di giustificazione alcuna.

È questa una affermazione assai grave, in quanto è fuori di dubbio che celebrare con quel messale è permesso e avviene di fatto in molti luoghi con il pieno consenso dell’Autorità ecclesiastica, compresa la diocesi del Papa.

L’affermazione ricorda, per certi versi, quella contenuta in una lettera del 20 febbraio 1978 del patriarca di Venezia card. Albino Luciani il quale stabiliva che “è proibita a qualsiasi titolo la celebrazione della messa more antiquo nella chiesa di S. Simeone Piccolo, come in tutto il territorio della diocesi”. È noto come pochi mesi dopo il Luciani fu eletto papa e cessò improvvisamente di vivere. La proibizione relativa a tutto il territorio della diocesi suscitò le proteste di Paolo Zolli che la riteneva direttamente in contrasto con quanto stabilito dalla Quo primum di san Pio V: la reazione contribuì al ritiro del discutibile divieto (si ricordi, comunque, come allora erano di là da venire sia la Quattuor abhinc annos sia l’Ecclesia Dei). Ecco come, nel 1987, Zolli stesso narrava il precedente:

assurda era la pretesa di escludere la Messa more antiquo e soprattutto di escluderla ‘in tutto il territorio della diocesi’, in quanto ciò contrastava con i diritti protetti dalla bolla Quo primum. Lo stesso card. Luciani si accorse di aver passato il segno, tant'è vero che nella ‘Rivista diocesana del Patriarcato di Venezia’, aprile-maggio 1978, p. 167, una nota della Curia, ritornando sull'argomento, ricordava: ‘Il Patriarca ha di recente proibito che si celebri a S. Simon piccolo - divenuta, con proteste del parroco, del vicario, di altri fedeli rendez-vous reclamizzato del Movimento Una Voce - la cosiddetta Messa di san Pio X’. A parte la finezza del rendez-vous, va notato che il riferimento a ‘tutto il territorio della diocesi’ era qui caduto” (cfr. “Una Voce Notiziario” n° 79-80, 1987, p. 10).

A questo punto, lasciamo che le conclusioni le tragga il lettore…

Ma è il finale del documento che appare particolarmente sorprendente, e legittima il cristiano a interrogare l’autorità della Chiesa a mente del canone 212 del Codice di diritto canonico.

I richiedenti, dice la lettera, e con loro “i proseliti di Una Voce”, dovrebbero convertirsi - e per tale conversione mons. Atzei gli appresta anche una speciale benedizione - “a camminare in comunione di fede, di culto, di disciplina con tutta la Chiesa”.

Il vescovo vuole forse dire che chiedere la messa con il messale del 1962 confidando in quanto stabilito da Giovanni Paolo II equivale a non camminare in comunione con la Chiesa?

Vuole intendere forse che commette un male chi desidera una cosa che è stato dichiarato legittimo desiderare, che lo stesso Sommo Pontefice ha definito come “giuste aspirazioni” di cui deve essere garantito il rispetto (Mp. Ecclesia Dei 5c i.f.), che molti cristiani in tutto il mondo hanno chiesto e ricevuto pacificamente dai loro Pastori in applicazione della normativa ecclesiastica in vigore?

Se bisogna convertirsi dal desiderio dell’antica liturgia latina, che il Papa ha consentito, anzi ha chiesto nel 1988 e poi nel 1998 ai vescovi di rispettare, e ha soddisfatto ancora più ampiamente nel 2002 costituendo l’Amministrazione apostolica di Campos, ciò significa che anche Giovanni Paolo II ha sbagliato e sbaglia nell’indurre i cristiani a chiederlo con fiducia? significa forse che il Papa induce i fedeli al male?

Forse che nella diocesi di Tempio-Ampurias tutto funziona perfettamente, tanto perfettamente che chi si permette di fare quello che dice il Papa viene prontamente invitato a convertirsi?

Non sarebbe, allora, utile, urgente, necessario apprendere che cosa mai avviene in questa diocesi modello per camminare con la Chiesa?

Mons. Atzei, faccia Lei il Papa!

 

 

Il Vescovo di
Tempio-Ampurias

"Il Signore ti dia pace"

Tempio Pausania, 1 novembre 2002

 

Gent.mo Signore
Sig. GIAN NICOLA LENTINU
Via Ariosto 13
07025 LURAS (SS)

e p.c. M. R. d. NINO FRESI, Parroco

 

Caro Gian Nicola,

ancora una tua lettera, stavolta con tanto di richiesta per la "celebrazione della messa secondo il messale del 1962".

Grato per il conforto dei documenti con i quali hai voluto corredare la richiesta, a scanso di equivoci, ti dico episcopalmente due semplici cosette:

1. Manca il conforto del tuo Parroco, essenziale perché io possa capire e agire in comunione ecclesiale.

2. Non sarò mai il vescovo che né in diocesi, né tanto meno a Luras opera quella inversione di tendenza, forse auspicata da te e qualche altro del luogo, per un ritorno di tipo preconciliare. Né mai permetterò che altri in diocesi celebrino secondo quel Messale!

Mi dispiace deluderti, ma, non so tu!, Luras certamente ha bisogno di ben altro!...

Soprattutto avete bisogno di camminare nella Chiesa, come Chiesa, con la Chiesa per il suo Sposo e Signore Gesù Cristo.

Con una benedizione, perché tu e tutti i proseliti di "Una Voce Sardinia", se ce ne sono (?), vi "convertiate" a camminare in comunione di fede, di culto, di disciplina con tutta la Chiesa.

 

+ p. Paolo Atzei, Vescovo

 

VIA EPISCOPIO, 7 - 07029 TEMPIO PAUSANIA - TEL. 079-631137 - FAX 079-671581

 

 

 

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Inserito il 10 dicembre 2002

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