Messe latine antiche nelle Venezie 
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VERONA, RETTORIA DI S. TOSCANA IL 7 OTTOBRE 2005

Omelia nella festa del Rosario

di don Vilmar Pavesi

 

La Corona del Rosario è il vincolo più caro che ci unisce alla Vergine Maria. Il Rosario è una catena, è un incontro d'amore in cui diciamo tante volte alla Madonna: "Ti amo, Ti amo, Ti amo". Tenere la corona in mano è come tenere la mano della Madonna nella nostra mano, è come avere un fascio di rose da offrire alla nostra Sovrana Regina e dolcissima Madre.

Il Rosario può essere recitato da tutti, sia dagli anziani che dai bambini, dai dotti e dai semplici. Ogni luogo è indicato per la recita del Santo Rosario, ma il luogo ideale è davanti all'altare di Maria Santissima o presso il Tabernacolo. Né va dimenticato che si guadagna l'indulgenza plenaria, quando il Rosario è recitato in chiesa o in famiglia o in gruppo, purché si sia confessati e comunicati.

La Madonna ha promesso che chiunque reciterà devotamente il Rosario non sarà oppresso da disgrazie, non sarà punito dalla giustizia di Dio, ma si convertirà, se peccatore; e si conserverà in Grazia, se è giusto; non perirà di morte improvvisa e sarà fatto degno della vita eterna.

"Non c'è problema materiale o spirituale, nazionale o internazionale che non si possa risolvere per mezzo del Santo Rosario", diceva Suor Lucia di Fatima. Sta bene ricordare che la salvezza eterna del beato Francesco di Fatima dipendeva della recita di molti Rosari.

Fin dalla sua origine il Rosario si presenta come arma potentissima contro l'inferno, i vizi, i peccati e le eresie. Infatti la Madonna stessa insegnò a san Domenico a vincere l'eresia degli Albigesi per mezzo del Santo Rosario. San Domenico aveva già predicato in tante città della Gallia, aveva compiuto miracoli stupendi, ma nessuno si convertiva. Il Santo ricorse alla Madonna. Lei gli disse che la conversione sarebbe stata frutto del Santo Rosario. Il Santo allora cominciò a pregare e far pregare il Rosario al mattino, al mezzogiorno e alla sera. In poco tempo quegli eretici furibondi, che neppure una crociata bandita dal Papa aveva vinto, si convertirono.

Innumerevoli furono i frutti che derivarono alla Cristianità dall'istituzione del Santo Rosario. Ma la sconfitta dei Turchi è ancor oggi la gloria più preziosa del Santo Rosario. Sembra che la disfatta della falsa religione musulmana sia stata l'evento più speciale prodotto dal Santo Rosario. La Madonna ha tanto a cuore la difesa della Cristianità, che nel secolo XVI ispirò al Papa san Pio V la formazione di un Santa Lega contro il pericolo islamico turco.

Fin dalla sua nascita la religione di Maometto intraprese la conquista a mano armata di amplissimi territori. Le antiche e fiorenti comunità cristiane d'Oriente scomparvero così quasi del tutto in Siria, Africa settentrionale, Iran, Turchia, ecc. Questo processo di espansione, fermato della reazione cristiana delle Crociate, continuò anche in seguito e la mezzaluna gettò la sua ombra sinistra sul cuore dell'Europa. Nel 1453 infatti cadeva in mano turca Costantinopoli, estremo avamposto cristiano in Oriente. Nel 1565 tutta l'isola di Malta fu occupata, tranne alcune fortificazioni, che resistettero a oltranza. Soltanto l'eroica resistenza dei cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme e i primi rinforzi dai Vicerè di Napoli permisero la riconquista dell'isola. Mentre le guerre di religione infuriavano in Francia e nei Paesi Bassi, l'espansione turca riprendeva minacciosa, non solo sul mare, ma anche alle frontiere ungheresi dell'Impero. Mentre le forze spagnole erano impegnate contro una rivolta dei turchi a Granada, Tunisi e Cipro cadevano in mano turca.

San Pio V, fedele allo spirito di crociata e perfettamente consapevole della minaccia maomettana, si adoperò in ogni modo per appianare i contrasti fra le potenze cristiane mediterranee e per spingerle ad uno sforzo comune. Alla fine la Lega Santa fu firmata il 20 maggio 1571. La flotta cristiana, sotto il comando di don Giovanni d'Asburgo, fratellastro di Filippo II,  era costituita da duecentootto galee, quella turca da duecentotrenta. Centodieci galee avevano comandanti veneziani. Trentasei provenivano da Napoli e dalla Sicilia; ventidue da Genova, ventitrè dagli Stati pontifici e da altri Stati italiani; quattordici dalla Spagna e tre da Malta. Pertanto, la maggior parte della flotta era veneta!

La flotta cristiana, dopo essersi radunata a Messina, si mise a caccia di quella turca, la quale, dopo essersi spinta fino a metà Adriatico, era rientrata a Lepanto, in Grecia. Mentre le flotte si avvicinavano l'una all'altra fu inalberato sulla galea del comandante cristiano, lo stendardo della Santa Lega, offerto da san Pio V, che recava sullo sfondo il Crocifisso con, ai piedi, le armi del Pontefice, di Venezia e della Spagna.

Sebastiano Venier, don Giovanni d'Austria e il Comandante pontificio, Marcantonio Colonna, ricordavano a tutti la natura divina della causa per cui combattevano e che il Crocifisso era il loro vero comandante. A bordo i cappellani confessavano e i capitani incitavano la truppa. Gli equipaggi lanciavano grida di guerra.

Molti furono gli episodi di eroismo. Mentre i soldati cristiani combattevano, a Roma il Papa san Pio V era prostrato in profonda e assorta preghiera, recitando il Santo Rosario. Davanti ai suoi occhi si parò come un velario e il Papa vide, sul mare livido e spumeggiante della lotta, la nave ammiraglia dei Turchi sbandare paurosamente e poi volgersi in vergognosa fuga, seguita da tutte le superstiti forze, mentre le navi cristiane, aureolate di vittoria, si lanciavano all'inseguimento, per coronare quella che fu una delle più sensazionali e importanti battaglie della storia. Il Papa, balzato in piedi, corse a dare la lieta notizia ai dignitari della sua Corte e tutta Roma seppe, quella stessa sera, la notizia che ufficialmente sarebbe giunta solo dopo una settimana.

Beati tempi quelli, in cui la spada era al servizio della Fede! In cui gl'interessi temporali erano sottomessi a quelli spirituali! Adesso non abbiamo più nemmeno una Cristianità da difendere. Dove sono gli Stati cattolici? Non ne abbiamo più. Incredibile! Purtroppo nella società civile regna il liberalismo. Negli ambienti cattolici, l'aggettivo cattolici sia detto fra virgolette, impera la libertà religiosa, il falso ecumenismo e, come conseguenza di tutto ciò, ecco l'invasione da parte delle false religioni in Europa, soprattutto quella musulmana.

Fortunatamente abbiamo la promessa di Nostro Signore Gesù Cristo: portae inferi non praevalebunt. Le potenze nemiche non prevarranno. Abbiamo anche la promessa della Madonna a Fatima: Infine il mio Cuore Immacolato trionferà. Ebbene dobbiamo perseverare e lottare per l'estensione del Sacro Impero di Nostro Signore Gesù Cristo su tutta la terra. Ricordiamo che a noi spetta la battaglia, ma a Dio la vittoria.

La speranza e la fiducia nella Vergine Santissima ci sprona alla perseveranza, giacché: Non virtus, non arma, non duces, sed Maria Rosarii victores nos fecit. "Non il valore, non le armi, non i condottieri, ma la Madonna del Rosario ci fece vincitori", come proclamò il Senato Veneto scrivendolo a lettere d'oro nel Palazzo Ducale, a Venezia.

Dunque fiducia nella Madonna della Vittoria, Ausiliatrice dei cristiani e perseveranza nella recita quotidiana del Santo Rosario.

 

 

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Inserito il  18 novembre 2005

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