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Contatto

 

Dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico > Tempo di Natale > 7 gennaio. I Magi

 

 

 

L'anno liturgico

di dom Prosper Guéranger

 

7  GENNAIO

 

 

 

 

Storia del Tempo di Natale

Mistica del Tempo di Natale

Pratica del Tempo di Natale

Natale

Prima dell’ufficio della notte

Messa di Mezzanotte

Messa dell’aurora

Messa del giorno

Santo Stefano

San Giovanni evangelista

I santi Innocenti

Domenica nell’Ottava

San Tommaso di Cantorbery

San Silvestro

Circoncisione

Ss.mo Nome di Gesù

2 gennaio

3 gennaio

Santa Genoveffa

4 gennaio

5 gennaio

Epifania

Sacra Famiglia

7 gennaio

8 gennaio

9 gennaio

10 gennaio

11 gennaio

12 gennaio

13 gennaio

II domenica dopo l’Epifania

III domenica dopo l’Epifania

IV domenica dopo l’Epifania

V domenica dopo l’Epifania

VI domenica dopo l’Epifania

 

LINK  UTILI

L'eresia antiliturgica

Spiegazione della santa messa

Dom Guéranger (Abbaye Saint Benoît de Port-Valais)

Abbaye de Solesmes

 

 

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7  GENNAIO

I MAGI

 

 

Per entrare sempre di più nello spirito della Chiesa durante questa gloriosa Ottava[1], contempleremo ogni giorno il Mistero della Vocazione dei Magi, e ci porteremo con essi nel santo rifugio di

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Betlemme, per offrire i nostri doni al divino Bambino verso il quale la stella li ha condotti.

Ma chi sono i Magi, se non gli araldi della conversione dei popoli dell'universo al Signore loro Dio, i padri delle genti nella fede verso il Redentore venuto, i patriarchi del genere umano rigenerato? Essi compaiono improvvisamente a Betlemme, in numero di tre secondo la tradizione della Chiesa, conservata da san Leone, da san Massimo di Torino, da san Cesario di Arles e dai dipinti cristiani che decorano le Catacombe della città santa, fin dai tempi delle persecuzioni.

Così continua in essi il Mistero già segnato dai tre uomini giusti dei primi giorni del mondo: Abele, immolato come figura di Cristo; Set, padre dei figli di Dio separati dalla stirpe di Caino; ed Enos, che ebbe l'onore di disciplinare il culto del Signore.

Continua anche il secondo Mistero dei tre nuovi antenati del genere umano dopo le acque del diluvio, da cui sono uscite tutte le razze: Sem, Cam e Jafet, figli di Noè.

Infine, il terzo Mistero dei tre antenati del popolo eletto: Abramo, Padre dei credenti; Isacco nuova immagine del Cristo immolato e Giacobbe, forte contro Dio nella lotta, e padre dei dodici Patriarchi d'Israele.

Ma tutti questi uomini, sui quali poggiava tuttavia la speranza del genere umano, secondo la natura e secondo la grazia, furono solo i depositari della promessa e salutarono solo da lontano - come dice l'Apostolo - il suo lieto compimento (Eb. 11, 13). Le genti non camminarono al loro seguito verso il Signore: più viva appariva la luce su Israele e più profondo diventava l'accecamento dei popoli. I tre Magi al contrario, giungono a Betlemme per annunciarvi e precedervi tutte le generazioni che seguiranno. In essi l'immagine raggiunge la realtà più completa per la misericordia del Signore che, essendo venuto a cercare ciò che era perduto, si è degnato di tendere le braccia a tutto il genere umano perché tutto il genere umano era perduto.

Consideriamoli ancora, questi fortunati Magi, consideriamoli rappresentati dai tre Re fedeli che sono la gloria del trono di Giuda, e conservano nel popolo eletto le tradizioni dell'attesa del Liberatore; combattendo l'idolatria: David, sublime immagine del Messia; Ezechia, il cui forte braccio disperde i falsi dei e Giosia, che ristabilisce la legge del Signore che il popolo aveva dimenticata.

E se vogliamo un altro tipo di quei santi pellegrini che accorsero, dalla lontana Gentilità, per salutare il Re pacifico, portando-

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gli doni, i libri santi ci offrono la regina di Saba, immagine della Gentilità che, attratta dalla fama della profonda sapienza di Salomone il cui nome è il Pacifico, arriva a Gerusalemme, con cammelli carichi d'oro, di aromi e di pietre preziose, e venera, in una delle figure più imponenti, la Regalità del Messia.

* * *

È così, o Cristo, che in quella notte profonda che la giustizia del Padre tuo aveva lasciato scendere sul mondo colpevole, lampi di grazia solcavano il cielo e promettevano giorni più sereni quando il Sole della tua giustizia si sarebbe finalmente levato sulle ombre della morte. Ma il tempo di quelle ombre funeste è passato per noi, e non dobbiamo più contemplarli in quelle immagini fragili e dalla luce incerta. Noi possediamo te stesso e sempre, o Emmanuele. Il diadema che brillava sulla fronte della regina di Saba non adorna il nostro capo, ma non per questo siamo meno graditi presso la tua culla. Hai chiamato dei pecorai ad ascoltare le prime lezioni della tua dottrina: ogni figlio dell'uomo è chiamato a formare la tua corte. Diventato bambino, hai messo alla portata di tutti i tesori della tua infinita sapienza. Quale deve essere la nostra riconoscenza per il grande beneficio della luce della fede, senza la quale ignoreremmo tutto, pur credendo di sapere ogni cosa! Quanto è misera la scienza dell'uomo, e quanto incerta e illusoria, rispetto a quella di cui tu sei la fonte così vicina a noi! Proteggici sempre, o Cristo! Non permettere che perdiamo la stima della luce che tu fai risplendere ai nostri occhi, attenuandola sotto il velo della tua umile infanzia. Preservaci dall'orgoglio che tutto oscura, e che inaridisce il cuore; affidaci alle cure della Madre tua Maria, e che il nostro amore ci stabilisca per sempre vicino a te, sotto il suo sguardo materno.


[1] Anche l'Ottava dell'Epifania fu soppressa dal decreto della Congregazione dei Riti del 23 marzo 1955.

 

da: P. GUÉRANGER, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. GRAZIANI, Alba, Edizioni Paoline, 1959, pp. 218-220.

 

                                                            

 

 

 

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