UNA VOCE VENETIA  

Messe latine antiche nelle Venezie 
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L'anno liturgico

di dom Prosper Guéranger

 

Missale Romanum

 

GIOVEDÌ DOPO LE CENERI

 

La legge del digiuno ci vincola da ieri; ma non siamo ancora entrati nella solennità della Quaresima propriamente detta, la quale s'aprirà coi Vespri di sabato prossimo. Per distinguerli dal resto dei quaranta giorni, durante questi quattro sovraggiunti, la Chiesa continua a cantare i Vespri all'ora ordinaria, e permette anche ai suoi ministri di rompere il digiuno prima che sia terminata quella parte dell'Ufficio.

Ma non sarà così a partire da sabato prossimo, in quanto ogni giorno, escluse le Domeniche che non hanno il digiuno, i Vespri feriali e festivi saranno anticipati, così che all'ora dei pasti l'Ufficio della sera sia tutto terminato. È un ultimo vestigio delle usanze della Chiesa primitiva, perché una volta i fedeli non rompevano il digiuno prima del tramonto, ora alla quale corrispondono i Vespri.

La santa Chiesa ha distinto i tre giorni seguenti al Mercoledì delle Ceneri con l'assegnare a ciascuno di loro una lettura dell'Antico Testamento e un'altra del Vangelo, per essere fatte durante la Messa. Noi riprodurremo ogni volta quelle letture con l'aggiunta di qualche riflessione.

Oggi la Stazione è a Roma, a S. Giorgio in Velabro, dove si conserva il teschio di quel Santo, che il Papa Zaccaria (741-752) portò dal Laterano.

 

EPISTOLA (Is 38,1-6). - In quei giorni: Ezechia cadde in una malattia mortale, e il profeta Isaia figliolo di Amos, andato a trovarlo, gli disse: Così dice il Signore: Metti in ordine le tue cose, perché tu morrai e non potrai vivere. Ezechia, voltata la faccia verso la parete, pregò il Signore, dicendo: Te ne prego, Signore, e ti scongiuro a ricordarti come io ho camminato dinanzi a te nella verità e con cuore perfetto, ed ho fatto ciò che è buono dinanzi ai tuoi occhi. Ezechia si mise a piangere dirottamente. E il Signore rivolse la parola ad Isaia, dicendo: Va' a dire ad Ezechia: il Signor e Dio di David tuo padre dice cosi: Ho ascoltata la tua preghiera, ho vedute le tue lacrime, ed ecco, aggiungerò quindici anni alla tua vita, e libererò te e questa città dal re d'Assiria, e la proteggerò, dice il Signore onnipotente.

 

Preparazione alla morte.

Ieri la Chiesa ci mise davanti agli occhi la certezza della morte. Moriremo: Dio l'ha decretato, e a nessun essere ragionevole verrà in mente che la propria persona possa essere oggetto di un'eccezione. Ma se è certo il fatto della nostra morte, non è altrettanto noto il giorno che dobbiamo morire. Dio preferisce nascondercelo per i motivi della sua Sapienza; tocca a noi vivere in maniera da non essere colti di sorpresa. Può darsi che questa sera stessa venga a dire a noi come ad Ezechia: "Metti in ordine le tue cose, perché tu morrai". Dobbiamo sempre vivere in quell'attesa; perché, se anche Dio prorogasse la nostra vita come al re di Giuda, un giorno o l'altro dovrà immancabilmente arrivare quell'ora suprema; e nell'al di là non esiste più il tempo, ma l'eternità.

Facendoci così approfondire la vanità della nostra esistenza, la Chiesa vuole fortificarci contro le seduzioni del tempo e farci dedicare interamente a quell'opera di rigenerazione, alla quale ci va preparando da tre settimane. Quanti cristiani che hanno ieri ricevute le ceneri, non saranno presenti quaggiù alle gioie pasquali! Chissà se anche noi non saremo nel numero delle vittime chiamate ad una morte così vicina! E chi ci può garantire il contrario? Per tale incertezza, accogliamo grati la parola del Salvatore: Fate penitenza, ché il Regno dei cieli è vicino (Mt 4,17).

 

VANGELO (Mt 8,5-13). - In quel tempo: Entrato che fu Gesù in Cafarnao, s'accostò a lui un centurione, e lo pregava, dicendo: Signore, il mio servo in casa paralizzato e soffre terribilmente. E Gesù a lui : Io verrò e lo guarirò. Ma il centurione, rispondendo soggiunse: Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di' soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Perché anch'io sono un uomo sottoposto ed ho dei soldati sotto di me, e dico a questo: Va' ed egli va; e a quello: Vieni, ed egli viene: ed al mio servitore: Fa' questo, e lo fa. Gesù udite queste parole, ne restò ammirato, e disse a coloro che lo seguivano: In verità vi dico: non ho trovato tanta fede in Israele. Or vi dico che molti verranno dall'oriente e dall'occidente e sederanno con Abramo e Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli; e i figli del regno saranno gettati nelle tenebre esteriori, ove sarà pianto e stridor di denti. E Gesù disse al centurione: Va' e come hai creduto, ti avvenga. E in quell'istante il servo fu guarito.

 

La preghiera.

La sacra Scrittura, i Padri e i Teologi cattolici distinguono tre specie d'opere di penitenza: la preghiera, il digiuno e l'elemosina. Nelle letture da lei proposte nei primi giorni di Quaresima, la Chiesa vuole istruirci circa la maniera di compiere le differenti opere. Oggi ci raccomanda la preghiera.

La preghiera del centurione, che viene ad implorare ai piedi del Signore la guarigione del suo servo, è umile: dal fondo del cuore si giudica indegno di ricevere Gesù in casa sua; è piena di fede: non dubita un istante che il Signore gli possa accordare l'oggetto della tua domanda. E con quale calore la presenta! La fede di questo pagano supera tanto quella dei figli d'Israele, da meritare l'ammirazione del Figlio di Dio.                              :

Così dev'essere la nostra preghiera, quando imploriamo la guarigione dell'anima nostra. Riconosciamo di non essere degni di parlare con Dio, ma nello stesso tempo insistiamo con una fede incrollabile; la sua potenza e la sua bontà esigono da parte nostra la preghiera affinché essa sia ricompensata dalla effusione della sua misericordia.

Il tempo in cui siamo è tempo di preghiera; la Chiesa raddoppia le sue suppliche e le offre per noi: non lasciamola pregare sola. Abbandoniamo la tiepidezza in questi giorni, e ricordiamoci che, se ogni giorno commettiamo peccati, la preghiera li ripara e ci preserva dal commetterne di più.

PREGHIAMO

Perdona, Signore, perdona al tuo popolo, affinché, punito da giusti flagelli, respiri nella tua misericordia.

 

da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 467-470

 

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