UNA VOCE VENETIA  

Messe latine antiche nelle Venezie 
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L'anno liturgico

di dom Prosper Guéranger

 

Missale Romanum

 

VENERDÌ DOPO LE CENERI 

 

La stazione è nella Chiesa dei santi Martiri Giovanni e Paolo.

 

EPISTOLA (Is 58,1-9). - Queste cose dice il Signore: Grida senza darti posa, fa risonar la tua voce come una tromba, e annuncia al mio popolo i suoi peccati, e le sue iniquità alla casa di Giacobbe. Essi mi cercano ogni giorno per conoscere le mie vie, come gente che ha praticata la giustizia e non ha abbandonata la legge del suo Dio. Mi chiedon ragione dei miei giusti giudizi, e vogliono essere vicini a Dio. Perché abbiamo digiunato e non ci guardasti, abbiamo umiliato le anime nostre e fingi di non saperlo? Ecco, nel giorno del vostro digiuno, apparisce la vostra volontà, e mettete alle strette i vostri debitori. Ecco voi digiunate per litigare e questionare e fare empiamente ai pugni. Non vogliate più digiunare come fino ad oggi, per far sentire in alto i vostri clamori. È forse questo il digiuno ch'io voglio? Che l'uomo affligga per un giorno l'anima sua, torca come un cerchio il capo, si getti col sacco sulla cenere? Questo lo chiamerai digiuno, e giorno accetto al Signore? Non è forse quest'altro il digiuno da me preferito? Rompi le catene del peccato, sciogli le obbligazioni che opprimono, metti in libertà chi è in strettezze, togli ogni gravame. Spezza all'affamato il tuo pane, accogli nella tua casa i poveri e i pellegrini, e se vedi un ignudo, rivestilo, e non disprezzare la tua propria carne. Allora la tua luce spunterà come l'aurora, presto verrà la tua guarigione, andrà dinanzi a te la tua giustizia, e la gloria del Signore ti accoglierà. Allora tu pregherai, e il Signore t'esaudirà. Appena alzerai la voce, egli dirà: Eccomi. Perché sono il misericordioso Signore Dio tuo.

 

Il digiuno gradito a Dio.

Le disposizioni per il buon adempimento del digiuno sono l'oggetto della lettura precedente. Nel prescrivere il digiuno al suo popolo il Signore dichiara che quello dei cibi materiali è un niente ai suoi occhi, se coloro che lo praticano non cessano di camminare nella via dell'iniquità. Esige sì, il sacrificio del corpo, ma non l'accetta se non è accompagnato da quello dell'anima. Difatti il Dio vivente non poteva mai accondiscendere d'essere trattato alla stregua degli dèi di legno o di pietra che adoravano i Gentili, ai quali bastavano omaggi puramente esteriori, perché erano ciechi e senz'anima. Cessi allora l'eretico di rimproverare alla Chiesa queste sue sante pratiche, che egli osa definire materiali; è lui che, volendo liberare il proprio corpo da ogni legame, s'è precipitato nella materia.

I figli di questa santa Madre s'impongono il digiuno, perché sia nell'Antico che nel Nuovo Testamento viene inculcato ad ogni pagina e perché lo stesso Gesù Cristo digiunò quaranta giorni nel deserto. Ma intanto essi apprezzano una pratica dettata da tale autorità, in quanto è elevata e perfezionata dall'offerta del cuore, risoluto alla riforma delle inclinazioni viziose. Il corpo è divenuto colpevole per la perversità dell'anima; sarebbe forse giusto che quello stia nella sofferenza, mentre questa continua la sua corsa verso la opere malvage? Così coloro, la cui debolezza fisica impedisce in questo santo tempo di soddisfare alle penitenze corporali, non sono affatto dispensati dall'obbligo d'imporsi il digiuno spirituale, che consiste nell'emendamento della vita, nella fuga di tutto ciò ch'è male e nella pratica d'ogni opera di bene.

 

VANGELO (Mt 5,43-48; 6,1-4). - In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: Avete udito che fu detto: amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici; fate del bene a coloro che vi odiano, e pregate per coloro che vi perseguitano e vi calunniano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; il quale fa sorgere il sole sui buoni e sui cattivi e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Che se amate chi vi ama quale premio ne avrete? Non fanno altrettanto anche i pubblicani? E se salutate soltanto i vostri fratelli, che fate di speciale? Non fanno altrettanto i Gentili ? Siate adunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste. Guardate di non fare le vostre opere buone alla presenza degli uomini, per essere da loro veduti, altrimenti non ne sarete rimunerati dal Padre vostro che è nei cieli. Quando adunque tu fai elemosina, non suonar la tromba davanti a te, come fanno gl'ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere onorati dagli uomini. In verità vi dico: han già ricevuto la loro mercede. Ma quando fai elemosine, non sappia la tua sinistra quel che fa la destra, sicché la tua elemosina sia nascosta; e il Padre, che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa.

 

L'elemosina.

Sorella dell'orazione e del digiuno, l'elemosina è la terza fra le opere principali della penitenza cristiana. Oggi la Chiesa ci presenta gl'insegnamenti di Gesù sul modo di soddisfare le opere di misericordia. Gesù Cristo c'impone l'amore dei nostri simili senza distinzione d'amici o nemici. Tutti li ha creati Dio, tutti li ama: da ciò nasce l'obbligo per noi d'essere misericordiosi con tutti, indistintamente. Se i nostri fratelli si trovano in peccato, egli li sopporta e ne attende il ritorno fino al termine della loro vita; nessuno perisce se non per propria colpa e volontà. Ora, quale sarà la nostra condotta verso di loro? Noi siamo peccatori ed essi nostri fratelli, creati dal nulla come noi. E rendiamo un omaggio a Dio, quando lo serviamo e lo assistiamo negli uomini, dei quali egli è il Padre. La regina delle virtù, la Carità, comprende l'amore del prossimo come un'applicazione dell'amore verso Dio. L'elemosina dunque, come esercizio di questa virtù è un sacro dovere pei membri della grande famiglia umana; ma agli occhi di Dio negli atti che essa ispira è anche un'opera di penitenza, in forza delle privazioni che impone e delle ripugnanze da vincere nel suo adempimento.

Notiamo anche che il Signore ci ripete a proposito dell'elemosina lo stesso consiglio che ci diede nei riguardi del digiuno: fuggire il chiasso o l'ostentazione, perché la penitenza è umile e silenziosa e non cerca l'ammirazione degli uomini: basta come testimone l'occhio di Chi vede nel segreto.

 

PREGHIAMO

Difendi, o Signore, il tuo popolo, e benigno purificalo da tutti i peccai perché nessuna avversità potrà nuocergli, se sarà dominato da nessuna iniquità.

 

da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 470-472

 

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