UNA VOCE VENETIA  

Messe latine antiche nelle Venezie 
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L'anno liturgico

di dom Prosper Guéranger

 

 

IL SANTO GIORNO DELLA PASQUA

 

IL POMERIGGIO

La tristezza degli Apostoli.

La giornata si avanza e Gesù non si è mostrato ai suoi discepoli. Le pie donne sono pervase dalla gioia e dalla riconoscenza che sentono per il favore di cui furono l'oggetto. Hanno reso la loro testimonianza agli Apostoli: non sono più soltanto gli Angeli ad essere loro apparsi, ma lo stesso Gesù che si è mostrato, degnandosi di parlare con esse; hanno abbracciato i suoi piedi sacri e restano ferme nelle loro affermazioni. Tuttavia non arrivano a vincere lo scoraggiamento di quegli uomini che gli avvenimenti della Passione del Maestro hanno profondamente abbattuti.

Qualunque resoconto essi ascoltino, restano tristi come persone che hanno avuto una crudele delusione. Eppure sono gli stessi che Vedremo tra breve affrontare i supplizi della morte, per testimoniare la Risurrezione di quel Maestro, il cui ricordo, in questo momento, è per loro come una umiliazione.

Possiamo farci un'idea delle impressioni di cui sono preda, ascoltando la conversazione di due uomini che hanno passato con loro una parte del giorno e che avevano essi pure avuto relazione con Gesù. Tra poco, sulla strada di Emmaus, così esprimeranno lo stato dell'animo loro disilluso: "Noi speravamo che fosse per redimere Israele; invece (oltre a tutto questo) oggi è il terzo giorno da che tali cose sono avvenute. Ma certe donne di tra noi ci hanno meravigliati, perché, essendo andate la mattina presto al sepolcro, e non avendo trovato il corpo di lui, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di Angeli che lo dicono vivo. Ed alcuni dei nostri sono andati al sepolcro, ove hanno riscontrato quanto avevan detto le donne, ma lui non l'han trovato".

Cosa sorprendente! L'annunzio della Risurrezione, che molte volte Gesù aveva fatto dinanzi ad essi, anche in presenza degli Ebrei, non tornava alla loro memoria; tanto lo spettacolo e il ricordo della morte soffocano, negli esseri umani, il sentimento di questa novella nascita che il nostro corpo deve attingere nella tomba!

L'apparizione a san Pietro.

È necessario però che Gesù risuscitato si manifesti a coloro che dovranno portare la testimonianza della sua divinità fino ai confini del mondo. Per ora le sue apparizioni si sono effettuate solamente per soddisfare la sua tenerezza filiale verso la Madre, e la sua infinita bontà verso quelle anime che avevano risposto, per quanto potevano, ai suoi benefici.

Ma ecco che sembra arrivato il momento di pensare alla sua gloria; almeno ci verrebbe fatto di crederlo. Aspettiamo ancora, però: Gesù ha voluto anzitutto ricompensare l'amore, ma prima di proclamare il suo trionfo, sente il bisogno di dimostrare la sua generosità. Il collegio apostolico, i cui membri sono tutti fuggiti al momento del pericolo, ha visto il suo capo mancare fino a rinnegare, di fronte alla parola di una serva, quel Maestro che l'aveva colmato di onori. Ma dopo lo sguardo di rimprovero e di perdono che gli ha lanciato Gesù nella casa del Gran Sacerdote, egli non ha cessato di deplorare la sua vigliaccheria con le più amare lacrime. Gesù vuole prima di tutto consolare l'umile penitente, assicurarlo a viva voce del suo perdono, e confermarlo di nuovo, con quel segno di divina predilezione, nelle prerogative che gli aveva conferito su tutti gli altri.

Pietro dubita ancora della Risurrezione; non si è convinto alla testimonianza resa dalla Maddalena; ma non tarderà a riconoscere il divin risuscitato nella persona di quel Maestro che ha offeso e che si mostrerà a lui sotto l'aspetto di un amico che perdona.

Fin da questa mattina l'Angelo ha detto alle donne: "Andate i dire ai suoi discepoli e a Pietro, ch'egli vi precede in Galilea". Perché è specificatamente indicato il nome di Pietro, se non perché egli sappia che, se ebbe la disgrazia di negare Gesù, quello stesso Gesù non lo ha rinnegato? Perché questa volta non viene nominato prima degli altri, se non è con lo scopo di risparmiargli l'umiliazione che sorgerebbe dal contrasto della sua alta dignità con la debolezza che ha commesso? Ma venire menzionato così in modo speciale indica pure che non ha cessato di essere presente nel cuore del Signore: che presto gli sarà possibile espiare col dolore, facendo ammenda onorevole, quella colpa di infedeltà, ai piedi del suo glorioso Maestro, così pieno d'infinita bontà, Pietro è lento a credere; ma il suo pentimento è sincero e merita una ricompensa.

Improvvisamente, durante il pomeriggio, l'Apostolo vede apparire davanti a lui lo stesso Gesù che scorse, tre giorni fa, legato e trascinato dai servi di Caifa e di cui temette di dover dividere la sorte. Ma quel Gesù, così umiliato allora, brilla adesso di tutti gli splendori della sua Risurrezione: è un vincitore; il glorioso Messia; ciò che più vivamente sfolgora dinanzi agli occhi dell'Apostolo, è l'ineffabile bontà di questo Re divino, che rassicura il peccatore ancor più di quanto il suo splendore possa averlo abbagliato. Chi oserebbe provarsi a riprodurre questo colloquio, tra il colpevole e l'offeso, tra il dolore dell'Apostolo, che una tale generosità copre di profonda confusione, e l'assicurazione del perdono che scende dalle sacre labbra e riempie di gioia quel cuore in precedenza così abbattuto? Sii benedetto, o Gesù, di avere risollevato dalla sua bassezza colui che ci lascerai quale nostro capo e nostro padre, quando tu salirai al cielo.

 

Fede e primato di Pietro.

Dopo avere reso omaggio a questa infinita misericordia del cuore del nostro Salvatore risuscitato con potenza ed espansione non minore di quanto manifestò durante i giorni della sua vita mortale, ammiriamo la sapienza con la quale egli continua a compiere, nella persona di san Pietro, il mistero dell'unità della Chiesa, mistero che deve confermarsi nell'Apostolo e nei suoi successori. Gesù gli aveva detto in presenza degli altri durante l'ultima Cena: "Io ho pregato per te, perché non venga meno la tua fede e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli".

È giunto ora il momento di stabilire in Pietro quella fede che non dovrà mai mancargli; e Gesù gliela dà in quell'istante medesimo. È lui stesso, che istruisce per primo, per stabilirne le fondamenta. Ma presto si mostrerà agli altri Apostoli e Pietro sarà presente insieme con i suoi fratelli, di modo che, se questo otterrà dei favori ai quali gli altri non parteciperanno, quelli non ne riceveranno mai senza che egli ne abbia la sua parte. Resta a loro di credere sulla parola di Pietro, come fecero; ed è per mezzo della sua testimonianza che riceveranno la fede nella Risurrezione e la proclameranno, come vedremo tra poco. Poi Gesù apparirà anche a loro, poiché li ama, li chiama suoi fratelli, li destina a predicare la sua gloria per tutta la terra; ma quella fede nella Risurrezione la troverà già stabilita in essi, perché hanno creduto alla testimonianza di Pietro; la quale ha operato in loro il mistero dell'unità, che sarà perpetuato nella Chiesa fino all'ultimo giorno del mondo.

L'apparizione di Gesù al Principe degli Apostoli è poggiata sul Vangelo di san Luca e sulla prima Epistola di san Paolo ai Corinzi, ed è la quarta di quelle che ebbero luogo il giorno della Risurrezione.

 

da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 43-46

 

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