UNA VOCE VENETIA  

Messe latine antiche nelle Venezie 
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L'anno liturgico

di dom Prosper Guéranger

 

 

IL SANTO GIORNO DELLA PASQUA

 

LA SERA

L'apparizione ai discepoli di Emmaus.

Durante il corso di questa giornata, ben quattro volte Gesù si è manifestato dopo la sua Risurrezione. Ora gli resta di mostrarsi a tutti gli Apostoli riuniti insieme e di metterli così nella possibilità di unire la loro esperienza personale alla testimonianza che hanno accettato dalle labbra di Pietro. Ma tale è la condiscendenza del Divin Risuscitato verso i suoi discepoli che, lasciando ancora per qualche momento quelli che chiama suoi fratelli e che adesso non dubitano più del suo trionfo, si preoccupa prima di consolare due cuori, la cui afflizione non ha altra causa che la loro poca fede.

Sulla strada che va da Gerusalemme ad Emmaus camminano, pieni di tristezza, due viaggiatori. Dal loro aspetto abbattuto s'indovina facilmente che essi sono in preda ad una crudele delusione e forse, chissà? si allontanano dalla città proprio per un sentimento di angoscia. Erano discepoli di Gesù mentre egli era in vita, ma la morte umiliante del maestro, in cui essi avevano creduto, ha causato loro una desolazione tanto amara quanto profonda. Mortificati di aver compromesso il loro onore, seguendo un uomo che non era ciò che avevano pensato, rimasero nascosti durante le prime ore che seguirono il suo supplizio. Ma ecco che improvvisamente si parlò di una tomba aperta e violata, della sparizione del corpo ivi sepolto. I nemici di Gesù sono potenti e, senza dubbio, in questo momento stanno cercando informazioni sul conto dei violatori di quel sepolcro, la cui pietra era assicurata dai sigilli della pubblica autorità. C'è da credere che le ricerche porteranno davanti al tribunale coloro che avevano seguito un Messia che la Sinagoga ha crocifisso tra due ladroni. Tale, senza dubbio, era l'argomento del dialogo che si svolgeva tra i due viaggiatori.

Ma ecco che essi sono raggiunti da un terzo viandante, e questo è Gesù in persona. La concentrazione dei pensieri sul lugubre soggetto che li preoccupa, ha loro tolto la libertà di riconoscere i suoi lineamenti; allo stesso modo che capita a noi quando, lasciandoci andare ad un dolore troppo umano, perdiamo di vista il Divin compagno che ci viene vicino per camminare con noi e rinsaldare le nostre speranze. Gesù interroga i due sulla causa della loro tristezza, ed essi gliela confessano con semplicità; ed il Re di gloria, colui che in quello stesso giorno aveva vinto la morte, si degna discorrere con loro, spiegando, cammin facendo, tutta la serie degli oracoli che annunziavano le umiliazioni, la morte ed il trionfo finale del Redentore d'Israele. I due viaggiatori sono commossi: sentono, come confessarono più tardi, il loro cuore bruciare di un fuoco sconosciuto, man mano che quella voce fa penetrare nelle orecchie quelle verità fino ad allora misconosciute.

Gesù finge di volersi separare da loro, ma essi lo trattengono; "rimani con noi - gli dicono - che si fa sera ed il giorno è già declinato"; accetterai la nostra ospitalità.

Essi introducono nella casa di Emmaus lo sconosciuto compagno, lo fanno sedere a tavola con loro e, cosa sorprendente, non indovinano ancora chi è questo sublime dottore, venuto a risolvere i loro dubbi con tanta sapiente eloquenza. Tali siamo anche noi quando ci lasciamo dominare da pensieri troppo umani: Gesù ci è vicino, ci parla, ci istruisce, ci consola; e spesso, per riconoscerlo, molto tempo deve passare! Finalmente l'istante è venuto in cui il padrone della luce si rivelerà a quei due discepoli, così tardi nel credere. Lo hanno invitato a presiedere alla loro mensa: a lui, dunque, tocca di spezzare il pane. Egli lo prende tra le sue sacre mani e, nel momento stesso in cui lo fraziona per distribuirlo, improvvisamente si aprono i loro occhi: hanno riconosciuto Gesù stesso, Gesù risuscitato!

Stanno per cadere ai suoi piedi, ma lui, appena rivelatesi ai loro sguardi, scompare, lasciandoli in preda allo stupore, sì, ma inondati nel medesimo tempo di una tale gioia che sorpassa qualunque altra felicità abbiano potuto gustare in tutto il resto della loro vita. E questa è la quinta apparizione del Salvatore nel giorno di Pasqua.

Il ritorno a Gerusalemme.

I due discepoli non possono restare più a lungo ad Emmaus; nonostante l'ora tarda, non desiderano ormai che di rientrare al più presto a Gerusalemme. Dopo aver diviso stamane con gli Apostoli il loro abbattimento, ora sono ansiosi di annunziare che il Maestro è vivo, che hanno parlato con lui, che lo hanno veduto!

Superano rapidamente la distanza che separa il villaggio, dove contavano passare la notte, dalla grande città di cui fuggivano i pericoli. E ben presto giungono tra gli Apostoli, apprestandosi a raccontare ciò che formava la loro felicità. Ma erano stati prevenuti; la fede nella Risurrezione era già viva nel collegio apostolico. Prima ancora che abbiano aperta la bocca, ad una sola voce essi si sentono dire: "Realmente il Signore è risorto ed è apparso a Simone".

I due discepoli raccontano allora agli Apostoli che anche loro hanno avuto la grazia della conversazione e della visione del loro Maestro.

L'apparizione agli Apostoli.

I commenti continuavano sull'accaduto tra questi uomini semplici e retti, tra uomini allora ignoti a tutti e di cui, più tardi, il mondo avrebbe ben dovuto conoscere i nomi immortali. Nel frattempo le porte della casa erano chiuse, poiché quel piccolo gruppo temeva qualche sorpresa. Le guardie del sepolcro avevano fatto il loro rapporto durante la mattinata ai principi dei sacerdoti; questi avevano cercato di sobillarle e avevano passato anche del denaro per indurle a dire che, mentre dormivano, i discepoli di Gesù erano venuti a rubarne il corpo. Tale sistema sleale delle autorità ebraiche poteva condurre a qualche reazione popolare contro gli Apostoli, e perciò essi avevano giudicato necessario prendere delle precauzioni.

Mentre stavano rievocando le emozioni di questa memorabile giornata, ecco apparire Gesù, quantunque le porte non si fossero aperte per farlo passare. È proprio lui; sono proprio i suoi lineamenti, è la sua voce piena di bontà. "La pace sia con voi" dice loro con tenerezza. Nondimeno rimangono interdetti: questo ingresso misterioso e inatteso li ha sconvolti. Ignorano ancora le prerogative dei corpi gloriosi; e, pur senza più dubitare della Risurrezione del Maestro, non si rendono conto se si tratti, invece, della presenza di un fantasma. Gesù che, in tutta questa giornata, sembra preoccuparsi più di dimostrare ai suoi cari il suo amore che di proclamare la sua gloria, si degna di far toccare le sue membra divine; ma fa anche di più e, per provare che quello è realmente il suo corpo, domanda del cibo e mangia alla loro presenza. Chi potrebbe dire la gioia di cui sono ricolmi i loro cuori scorgendo questa ineffabile familiarità? Le lacrime di tenera commozione che sgorgano dai loro occhi? Con quale allegrezza essi dicono a Tommaso, quando questo Apostolo torna tra loro "Abbiamo visto il Signore"!

Così si svolse la sesta apparizione di Gesù risuscitato.

 

Preghiera.

Sii dunque benedetto e glorificato, vincitore della morte, che durante questo solo giorno ti sei degnato di mostrarti agli uomini fino a sei volte, per soddisfare il tuo amore e per confermare la nostra fede nella tua divina Risurrezione.

Sii benedetto e glorificato per aver consolato, con la tua presenza e dolci carezze, il cuore così oppresso della tua e nostra Madre. Sii benedetto e glorificato per aver calmato la desolazione della Maddalena con una sola parola del tuo amore. Sii benedetto e glorificato per aver asciugato le lacrime delle pie donne con la tua presenza e per aver dato loro da baciare i tuoi sacri piedi. Sii benedetto e glorificato per aver dato, con la tua stessa bocca, l'assicurazione a Pietro del suo perdono e per aver confermato in esso i doni del suo Primato, rivelando a lui, prima che agli altri, il dogma fondamentale della nostra fede. Sii benedetto e glorificato per aver rassicurato, con tanta dolcezza, il cuore vacillante dei due discepoli sulla strada di Emmaus e per aver completato questo favore, svelandoti ad essi. Sii benedetto e glorificato per non aver lasciato finire questa giornata senza visitare i tuoi Apostoli e senza aver loro dato delle prove della tua adorabile condiscendenza alla loro debolezza. Sii benedetto e glorificato, infine, o Gesù, perché oggi ti degni di farci partecipare, dopo tanti secoli, per mezzo dell'istituzione della tua Chiesa, alle gioie che gustarono in un simile giorno Maria, tua Madre, Maddalena con le sue compagne, Pietro, i discepoli di Emmaus e gli Apostoli riuniti insieme.

Niente qui ne è cancellato; tutto è vivo, tutto è rinnovato; tu sei sempre lo stesso e la nostra Pasqua, oggi, è pure la medesima di quella che ti vide uscir dalla tomba.

Tutti i tempi sono tuoi; e il mondo delle anime, vive per mezzo dei tuoi misteri, come il mondo materiale si sostiene per mezzo del tuo potere, dal momento in cui ti piacque di cominciare l'opera tua, creando la luce visibile, fino a che essa impallidisca e si annienti davanti all'eterna luminosità che tu oggi ci hai conquistata.

 

PREGHIAMO

O Dio, che in questo giorno per mezzo del tuo Unigenito hai debellata la morte e ci hai riaperto le porte dell'eternità; fa' che col tuo aiuto si adempiano le buone aspirazioni della grazia.

 

da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 46-49

 

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