UNA VOCE VENETIA  

Messe latine antiche nelle Venezie 
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L'anno liturgico

di dom Prosper Guéranger

 

Missale Romanum

 

LUNEDÌ DELLA SECONDA SETTIMANA DI QUARESIMA

 

La Stazione è nella chiesa di S. Clemente Papa, che di tutte le chiese di Roma è quella che più ha conservato l'aspetto delle prime basiliche cristiane. Sotto il suo altare riposa il corpo del santo Patrono, coi resti di sant'Ignazio d'Antiochia e del console san Flavio Clemente.

 

LEZIONE (Dan 9,15-19). - In quei giorni Daniele pregò il Signore e disse: O Signore Dio nostro, che traesti il tuo popolo dall'Egitto con mano forte, e ti facesti un nome quale ora possiedi, noi abbiamo peccato, abbiamo commesso l'iniquità, Signore, contro tutta la tua legge. Ti prego d'allentare l'ira ed il tuo furore dalla tua città, Gerusalemme, dal tuo monte santo, che a causa dei nostri peccati e delle iniquità dei padri nostri, Gerusalemme e il tuo popolo sono lo scherno di tutti quelli che ci stanno d'intorno. Ed ora, esaudisci, o Dio nostro, la preghiera del tuo servo, le sue suppliche, e pel tuo onore rivolgi la tua faccia al tuo santuario devastato. O mio Dio porgi il tuo orecchio ed ascolta, apri i tuoi occhi e mira la nostra desolazione e la città sulla quale è stato invocato il tuo nome. Di fatti abbiamo umiliate le nostre preghiere dinanzi al tuo cospetto, non fondandoci sulla nostra giustizia, ma fiduciosi unicamente nelle tue molte misericordie. Ascoltaci, o Signore; placati. Signore, guarda e mettiti all'opera; per il tuo onore, non tardare, o mio Dio, perché la città e il popolo tuo hanno nome da te o Signore Dio nostro.

 

Castigo del popolo giudaico.

La supplica che Daniele rivolgeva a Dio, dalla cattività di Babilonia, fu esaudita; infatti, dopo settant'anni d'esilio, Israele rivide la patria, riedificò il Tempio del Signore e riprese il corso dei suo destini. Ma oggi, dopo diciannove secoli, le parole del Profeta non sono più sufficienti ad esprimere la nuova desolazione in cui è piombato Israele: il furore di Dio s'è abbattuto su Gerusalemme, non esistono più i ruderi del Tempio, il popolo superstite è disperso sulla faccia della terra e fatto spettacolo a tutte le nazioni. È sotto il peso d'una maledizione, quella d'errare come Caino: e Dio veglia, perché non sia annientato del tutto. Formidabile enigma per la scienza razionalista! Ma, per il cristiano, visibile castigo del più grande dei delitti. Solo così si spiega il fenomeno: "La luce splende fra le tenebre, ma le tenebre non la compresero" (Gv 1,5). Se le tenebre avessero accettata la luce, oggi esse non sarebbero più tenebre. Ma non fu così: Israele ha meritato il suo abbandono. Molti dei suoi figli acconsentirono a riconoscere il Giusto, e divennero figli della luce; e per mezzo loro la luce risplendette sul mondo intero. Quando apriranno gli occhi gli altri figli d'Israele? Quando questo popolo vorrà rivolgere al Signore la preghiera di Daniele? Egli la possiede, la legge tante volte, ma essa non penetra nel suo cuore chiuso dall'orgoglio. Noi, ultimi della famiglia, preghiamo per i nostri antenati. Ogni anno qualcuno di loro si separa dalla massa maledetta e viene a domandare a Gesù d'essere ammesso in seno al nuovo Israele. Che sia benedetto il suo arrivo, e che il Signore, nella sua bontà, si degni d'aumentare sempre più questo numero, affinché ogni creatura umana adori in ogni luogo il Dio d'Abramo, d'Isacco e di Giacobbe, ed il Figliuol suo Gesù Cristo che ha inviato.

 

vangelo (Gv. 8, 21-29). - In quel tempo: Gesù disse alle turbe dei Giudei: Io me ne vado, e mi cercherete, e morrete nel vostro peccato. Dove vado io voi non potete venire. Dicevan perciò i Giudei: Si ucciderà forse da se stesso, che dice: Dove io vado non potete venire? Ed egli replicò loro; Voi siete di quaggiù; io sono di lassu. Voi siete di questo mondo: io non sono di questo mondo. Perciò vi ho detto che morrete nei vostri peccati; perché se non crederete ch'io sono, morrete nei vostri peccati. Gli dissero allora: E chi sei tu? Gesù rispose loro: Il Principio che parlo a voi. Molto ho da dire e condannare riguardo a voi, ma Colui che mi ha mandato è verace, e quanto ho udito da Lui quello dico al mondo. E non intesero che parlava di suo Padre, Dio. Disse dunque loro Gesù: Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora conoscerete chi sono io, e che niente faccio da me, e che dico quello che il Padre mi ha insegnato. E chi mi ha mandato è con me e non mi ha lasciato solo perché io faccio sempre quello che è di suo piacimento.

 

Gesù s'allontana dai Giudei...

Io me ne vado: parola terribile! Gesù venne a salvare questo popolo e nulla risparmiò per attestargli il suo amore. In questi ultimi giorni l'abbiamo visto respingere la Cananea, dicendo ch'era venuto per le pecorelle sperdute della casa d'Israele; e queste pecorelle non vogliono riconoscere il loro pastore. Ora avverte i Giudei che sta per andarsene via, e che dov'egli va, essi non possono seguirlo: ma queste parole non aprono i loro occhi. Le sue opere provano la sua origine celeste, ma essi non pensano che alla terra: attendono unicamente un Messia terreno e glorioso, alla maniera dei conquistatori. Invano Gesù passa in mezzo a loro facendo del bene (At 10,38); invano la natura si sottomette al suo impero, e la sapienza e la dottrina sorpassa di gran lunga tutto ciò che gli uomini sentirono di più bello: Israele è sordo e cieco. Le più feroci passioni fermentano nel suo cuore, e non saranno soddisfatte fino al giorno in cui la Sinagoga non si laverà le mani nel sangue del Giusto. Ma in quel giorno la misura sarà colma e la collera di Dio darà un esempio che avrà una eco in tutti i secoli. Si rabbrividisce, pensando agli orrori dell'assedio di Gerusalemme ed allo sterminio della città e del popolo che aveva chiesto la morte di Gesù. Lo stesso Salvatore ci dice che non vi fu mai, da che mondo è mondo, una rovina così spaventosa, ne ve ne sarà una uguale nella successione dei tempi. Dio è paziente ed attende con longanimità; ma quando scoppia il suo furore, così a lungo trattenuto, tutto travolge, e gli esempi delle sue vendette sono il terrore delle generazioni venture.

 

... e dai peccatori!

Oh, peccatori, che fino a questo momento non avete tenuto in nessun conto gli ammonimenti della Chiesa, e non vi siete premurati di convertire il cuore al Signore Dio vostro, tremate a quelle parole: Io me ne vado! Se questa Quaresima passa come altre senza cambiarvi, sappiate che è per voi questa minaccia: Morirete nel vostro peccato. O volete anche voi, un giorno, domandare la morte del Giusto, gridando: Sia crocifisso? State bene attenti, ch'egli ha schiacciato un intero popolo, un popolo che aveva colmato di favori e mille volte protetto e salvato; non vi lusingate che abbia da avere dei riguardi per voi; egli trionferà sicuramente, se non con la misericordia, certo con la giustizia.

 

PREGHIAMO

Ascolta, o Dio onnipotente, le nostre suppliche; e a coloro ai quali dai fiducia di sperare pietà, concedi benigno l'effetto della consueta misericordia.

 

da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 537-540

 

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