UNA VOCE VENETIA  

Messe latine antiche nelle Venezie 
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L'anno liturgico

di dom Prosper Guéranger

 

Missale Romanum

 

LUNEDÌ DELLA QUARTA SETTIMANA DI QUARESIMA

 

La. Stazione è all'antica chiesa detta dei Quattro Coronati, cioè dei santi Martiri Severo, Severiano, Carpoforo e Vittorino, i quali subirono la morte sotto la persecuzione di Diocleziano. I loro corpi riposano in questo tempio, che si onora anche di possedere il capo del grande martire san Sebastiano.

 

lezione (3Re, 3,16-28). - In quei giorni: Vennero dal re Salomone due donne di mala vita, e si presentarono dinanzi a lui. Una di esse disse: Ti scongiuro, o mio signore ! Abitando in una stessa casa con questa donna, io partorii presso di lei nella camera, e il terzo giorno dopo ch'ebbi partorito io, partorì anche lei. Noi stavamo insieme, e nessun altro, fuori di noi due, era con noi in quella casa. Or essendo morto durante la notte il figlio di questa donna, da lei soffocato nel dormire, essa, alzatasi nel silenzio del cuor della notte, prese il mio figlio daccanto a me tua serva, che ero addormentata e lo pose sul suo seno, e pose in seno a me il suo figlio morto. Levatami la mattina per allattare il mio figlio, lo vidi morto; ma fissando più attentamente a giorno chiaro, riconobbi che non era il mio figlio da me partorito. E l'altra donna diceva: La cosa non sta come tu dici: è morto il tuo figlio, e il mio è vivo. E quella a replicarle contro: Tu mentisci: il mio figlio è vivo, e il tuo è morto. E in questo modo altercavano davanti al re. Allora il re disse: Questa dice: Il mio figlio è vivo, il tuo è morto. Quella risponde: No: il tuo figlio è morto, il mio è vivo. Allora, seguitò a dire il re: Portatemi una spada. Portata che fu la spada dinanzi al re, disse: Dividete in due il bambino vivo e datene metà all'una e metà all'altra. Allora la donna di cui era il figlio vivo, sentendo le viscere commosse verso il suo figlio, disse al re: Per pietà, o Signore, dà a lei il bambino vivo, non l'uccidere! L'altra invece diceva: Non deve toccare né a me né a te: sia diviso. Il re allora diede la sua risposta, dicendo: Date alla prima il bambino vivo, senza ucciderlo, perché essa n'è la madre. Tutto Israele, saputo il giudizio che il re aveva pronunziato, temette il re, vedendo che la sapienza di Dio era in lui per render giustizia.

 

La Chiesa nostra Madre.

Nell'epistola della Messa, ieri, san Paolo ci descriveva l'antagonismo fra la Sinagoga e la Chiesa, e come il figlio di Agar perseguitava il figlio di Sara, che era preferito dal padre di famiglia. Oggi le due donne che compaiono davanti a Salomone ci presentano ancora una volta questa tipica coppia. Esse si contendono un figlio; questo figlio è la Gentilità ammessa alla conoscenza del vero Dio. La sinagoga, figurata nella donna che ha fatto morire il proprio figliolo, cioè il popolo a lei affidato, ingiustamente reclama ciò che non portò nel suo seno; e siccome la sua contestazione è ispirata da superbia, e non da affetto materno, le è indifferente che venga immolato chi non le appartiene, purché sia strappato al seno della vera madre, la Chiesa. Salomone, il Re pacifico, figura del Cristo, aggiudica il figlio a colei che l'aveva concepito, partorito ed allattato; e la falsa madre rimane confusa. Amiamo dunque la santa Madre Chiesa, la Sposa del nostro Salvatore. Col Battesimo essa ci ha fatti figli di Dio: col Pane della vita ci ha nutriti; ci ha quindi elargito lo Spirito Santo; e quando col peccato abbiamo avuta la disgrazia di ricadere nella morte, ci ha restituita la vita col potere divino delle Chiavi. L'amore filiale verso la Chiesa è il distintivo degli eletti, e l'obbedienza ai suoi comandamenti è il segno luminoso di un'anima nella quale regna Dio.

 

vangelo (Gv 2,13-25). - In quel tempo: Era vicina la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. E trovò nel tempio venditori di bovi, di pecore e di colombe e cambiamonete ai loro banchi. E fatta una sferza di cordicelle, li scacciò tutti dal tempio, con le pecore e i bovi, e sparpagliò il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi. Disse poi ai venditori di colombe: Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio una casa di mercato. Allora i suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo della tua casa mi ha consumato. Ma i Giudei rivoltisi a lui gli dissero: Qual segno ci mostri per far queste cose? E Gesù rispose loro: Disfate questo tempio ed in tre giorni lo rimetterò di nuovo in piedi. Ed i Giudei gli dissero: Quarantasei anni ci son voluti per fabbricare questo tempio e tu lo farai sorgere in tre giorni ? Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato da morte, i suoi discepoli ricordarono come egli avesse ciò detto e credettero alla Scrittura e alle parole di Gesù. Mentre egli era in Gerusalemme alla festa di Pasqua, molti, vedendo i prodigi che faceva, credettero nel suo nome. Ma Gesù non affidava loro se stesso, perché li conosceva tutti; e non aveva bisogno che altri rendesse testimonianza d'alcun uomo, sapendo da se stesso quello che fosse nell'uomo.

 

L'anima tempio di Dio.

Già vedemmo, il Martedì della prima settimana, che il Signore scacciò i venditori dal Tempio. La Chiesa insiste su questo fatto nella Quaresima, per mostrarci con esso la severità di Gesù Cristo verso l'anima, invasa da terrene passioni. Che sono infatti le anime nostre, se non il tempio di Dio ? Egli le ha create e santificate per farne la sua dimora: ma vuole che in esse tutto sia degno di tale sublime destinazione. Quanti profani venditori non vediamo occupare la casa del Signore, in questi giorni che scrutiamo la nostra anima! Cerchiamo di disfarcene, e preghiamo il Signore che li scacci lui con la frusta della sua giustizia, per paura d'essere troppo soggiogati da questi ospiti perniciosi. S'avvicina il giorno che discenderà sopra di noi il perdono: vigiliamo, affinché siamo degni di riceverlo.

 

Conversione profonda.

Non abbiamo mai notato ciò che si dice nel Vangelo dei Giudei, più sinceri degli altri, che inclinano a credere in Gesù, vedendolo fare miracoli? Ma Gesù non si fidava di loro, perché li conosceva tutti. Vi sono dunque uomini che arrivano a credere ed a riconoscere Gesù Cristo, senza che per questo si cambi il loro cuore! Oh, durezza del cuore umano! oh, crudele trepidazione per la coscienza dei ministri della salvezza! Peccatori, gente di mondo assediano in questi giorni il tribunale della riconciliazione; credono, confessano i peccati; ma la Chiesa non si fida del loro pentimento. Essa sa bene che, poco tempo dopo la Comunione pasquale, torneranno ad essere ciò che erano il giorno che impose loro le ceneri della penitenza; trema pensando al pericolo che incorrono queste anime, divise fra Dio e il mondo, nel ricevere senza preparazione e senza vera conversione il Santo dei Santi; d'altra parte, si ricorda di ciò che sta scritto di non spezzare la canna fessa e non smorzare il lucignolo fumigante (Is 42,3). Preghiamo per queste anime che lasciano inquieti per la loro sorte, e domandiamo per i pastori della Chiesa un raggio di quella luce per la quale Gesù sapeva quello che fosse quell'uomo.

 

PREGHIAMO

Esaudisci benigno, o Signore, la nostra preghiera; e concedi il soccorso della tua protezione a coloro ai quali dai il desiderio di supplicarti.

 

da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 592-594

 

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