Messe latine antiche nelle Venezie 
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La chiesa di S. Simon Piccolo
a Venezia

 

La chiesa dei SS. Simeone e Giuda Apostoli è detta S. Simon Piccolo per distinguerla dalla vicina parrocchia di S. Simon Grande, e ha mantenuto tale denominazione anche dopo l'imponente ricostruzione settecentesca. Fu fondata, infatti, nel IX secolo, anche se l'odierna costruzione fu realizzata dal 1718 al 1738 dall'architetto veneziano Giovanni Scalfarotto che lasciò inciso il proprio nome all'interno del pronao.

Il monumentale edificio, la cui immagine si rispecchia nel Canal Grande, è collocato su di un alto basamento: dalla maestosa gradinata si ascende al profondo pronao, retto da quattro colonne corinzie (una delle quali rifatta perché abbattuta da bombe austriache il 26-27 febbraio 1918). Il pronao è concluso da un timpano triangolare che, secondo l'uso classico, è decorato al suo interno dal bassorilievo marmoreo Il martirio dei Santi titolari di Francesco Penso detto Cabianca (secolo XVIII). La chiesa è a pianta circolare che propone una rilettura del Pantheon romano, coperta da un'alta cupola ovale, rivestita di lastre di rame, che termina con una lanterna conclusa al vertice da una statua del Redentore.

L'interno, a un ordine di lesene e colonne corinzie sostenente l'alto tamburo della cupola (nelle nicchie, statue degli Evangelisti di artista veneto del secolo XVIII), presenta quattro altari simmetrici, sormontati da finestre rettangolari, e due pergami, al fondo si apre il presbiterio a esedra, con due tribune circolari ai lati e altar maggiore isolato; il presbiterio è concluso da una piccola cupola affiancata dal campaniletto.

Al primo altare a destra tela San Francesco di Paola sorretto da un angelo e san Gaetano da Thiene del piazzettesco Antonio Marinetti il Chiozzotto; al secondo altare Santi Simeone e Giuda (san Giovanni Battista) pala di Mattia Bortoloni (secolo XVIII), attribuita anche a Francesco  Polazzo. Nel presbiterio, altar maggiore ricco di marmi rari: tra due statue San Simone e Giuda (secolo XVIII) elegante tabernacolo con puttini e due dipinti a fondo oro: Le Marie al sepolcro di Cristo e La Maddalena (secolo XVIII, Maggiotto?); alla retrostante parete cantoria d'organo settecentesco, alle pareti delle tribune nicchie con statue di Apostoli. Dalla tribuna destra si accede alla sacrestia: sull'altare Crocifisso marmoreo attribuito a Giovanni Marchiori (secolo XVIII). Nell'attigua antisacrestia, costruzione giovanile di Tommaso Temanza, sopra il Lavabo, piccolo rilievo La probatica piscina di G. Marchiori (firmato), una delle sue più graziose sculture, con in basso il ritratto dell'autore. Al primo altare a sinistra, nell'aula, Sacra famiglia di Tomaso Bugoni (XVIII secolo); al secondo altare a sinistra Martirio di santa Dorotea di Angelo Venturini.

Sotto il pavimento della chiesa esistono sotterranei che occupano il basamento, con funzione cimiteriale: da una sala ottagonale si dipartono quattro corridoi dalle pareti affrescate, con raffigurazioni della Morte e del Giudizio, da cui si accede alle camere sepolcrali.

 

Bibliografia

Giulio Lorenzetti, Venezia e il suo estuario, Trieste, Lint, 1974 (rist. 1999)

Alessandra Boccato, Chiese di Venezia, Venezia, Arsenale, 1999

 

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Inserito il 6 maggio 2004

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