Messe latine antiche nelle Venezie 
Venezia
| Belluno | Bolzano | Gorizia | Mantova | Padova | Pordenone | Treviso | Trieste | Udine | Verona | VicenzaVittorio Veneto

 

 

Gli "amici" di don Fasani

Catari e Luterani secondo dom Prosper Guéranger, abate di Solesmes

 

 
don Bruno Fasani

 

Fasani, non basta essere "don" - Le sorprendenti dichiarazioni del direttore di "Verona Fedele" sulla chiesa di S. Pietro Martire ai luterani a confronto con una pagina dell'abate di Solesmes.   
dom Prosper Guéranger

 

don Bruno Fasani, dichiarazione al "Corriere di Verona" del 12 gennaio 2005:

"Quella chiesa (S. Pietro Martire in Verona, Via Sant'Alessio) verrà data ai nostri fratelli luterani come segno tangibile del progetto di comunione e dialogo ecumenico promosso in questi ultimi anni, a testimonianza di un continuo processo di avvicinamento. Questo progetto di unificazione non sembra corrispondere a una sensibilità di valori comuni, anzi il loro (il riferimento è ai seguaci del rito antico, ndr) è sempre stato un atteggiamento di isolamento e differenziazione, tutte le loro iniziative sono esattamente lontane dalla prassi liturgica cattolica, pertanto risulta alquanto strana questa rivendicazione che arriva da coloro che non riconoscono la nostra liturgia".

 

 

dom Prosper Guéranger, L'eresia antiliturgica e la riforma protestante del XVI secolo considerata nei suoi rapporti con la liturgia, trad. it. da Institutions liturgiques, I², Paris, 1878:

"Esisteva già, come si vede, l'eresia antiliturgica del tutto formata. Non le mancavano che popolazioni disposte ad accoglierla. Per arrivare in Europa la setta passò per la Bulgaria ove gettò profonde radici: questo fu il motivo che diede in Occidente il nome di bulgari ai suoi adepti. Nel 1017, sotto il re Roberto, se ne scoprirono numerosi a Orléans, e poco dopo altri nella Linguadoca, poi in Italia, ove si facevano chiamare càtari, cioè puri, infine fino in fondo alla Germania. La loro parola infame era cresciuta dall'interno come il cancro, e la loro dottrina era sempre la stessa, fondata sulla credenza nei due princìpi e sull'odio per tutto l'aspetto esteriore del culto, rafforzato da tutte le abominazioni gnostiche. Del resto erano molto dissimulati, confusi nella Chiesa con gli ortodossi, pronti a ogni sorta di spergiuro piuttosto che farsi scoprire quando avessero deciso di non parlare. Erano già molto forti nel XII secolo nel sud della Francia, e non si può dubitare che Pietro di Bruys ed Enrico, le cui dottrine avevano come avversari san Bernardo e Pietro il Venerabile, non fossero due dei capi principali. Nel 1160 li si vede passare in Inghilterra, dove furono chiamati poplicani o publicani. In Francia li si indica con il nome di albigesi a causa della loro potenza in una delle nostre province, e color che sono più profondamente iniziati ai disgustosi misteri della setta sono chiamati patarini. È noto con quanto zelo le popolazioni cattoliche del medioevo si scagliassero contro questi settari: la Chiesa ritenne di poter bandire contro di loro la crociata, e cominciò una guerra di sterminio, alla quale parteciparono direttamente o indirettamente tutti i grandi personaggi della Chiesa e dello Stato. La dottrina degli albigesi fu soffocata, almeno quanto al suo predominio esteriore. Essa rimase sordamente come seme di tutti gli errori che dovevano esplodere nel XVI secolo, e le dottrine del loro mostruoso misticismo si perpetuarono fino ai nostri giorni nell'eresia quietista, probabilmente nemico più pericoloso della vera dottrina liturgica dello stesso razionalismo puro.

...

Venne infine Lutero, il quale non disse nulla che i suoi precursori non avessero detto prima di lui, ma pretese di liberare l'uomo nello stesso tempo  dalla schiavitù del pensiero rispetto al potere docente, e dalla schiavitù del corpo rispetto al potere liturgico. Calvino e Zwingli lo seguirono portandosi dietro Socini, il cui naturalismo puro era la conseguenza immediata delle dottrine preparate da tanti secoli. Ma col Socini ogni errore liturgico si arresta: la liturgia, sempre più ridotta, non arriva fino a lui. Ora, per dare un'idea dei danni provocati dalla setta antiliturgica, ci è parso necessario riassumere la marcia dei pretesi riformatori del cristianesimo da tre secoli a questa parte, e presentare l'insieme dei loro atti e della loro dottrina sulla epurazione del culto divino. Non vi è spettacolo più istruttivo e più idoneo a far comprendere le cause della così rapida propagazione del protestantesimo. Vi si potrà scorgere l'opera di una saggezza diabolica che agisce a colpo sicuro, e deve condurre senza meno a risultati di vasta portata".

 

 

ARTICOLI COLLEGATI

 

LINK UTILI

 

 

 

Inizio Pagina


Chi siamo | Agenda | Messe | Calendario | Documenti | Liturgia | Dottrina | Sollemnia
Libri
| Rassegna stampa | Archivio | Link | Guestbook | Email | Home


Inserito l'8 febbraio 2005

© 2001-2007 Coordinamento di Una Voce delle Venezie. All Rights Reserved.