Messe latine antiche nelle Venezie
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Contaballe

Riportiamo qui sotto il breve pezzo a firma di Luigi Accattoli sul Corriere di domenica 18 marzo 2007, forse scritto per tenersi al passo con le "indiscrezioni" e le voci sulla data di uscita del documento del Papa per la messa antica e sul suo contenuto, voci hanno ripreso a uscire massicciamente sulla stampa da sabato. Può essere che l'autore mastichi amaro ora che la "liberalizzazione" tutti dicono che ci sarà, mentre lui tempo addietro si era espresso contro (cfr. Il Sinodo non cambia la messa, in Corriere della Sera, 23 ottobre 2005). Questo può aver contribuito a  determinare la serie di inesattezze, anche tendenziose, contenute nel pur breve testo. Non è vero che Giovanni Paolo II promulgò un indulto per la vecchia messa "dopo la scomunica di Lefebvre" nel 1988, perché lo promulgò in realtà il 3 ottobre 1984 con la lettera Quattuor abhinc annos della Congregazione per il culto, e lo confermò nel 1988. Non è vero che "l'uso del vecchio messale era stato proibito da Paolo VI al momento della promulgazione del nuovo nel 1969", perché diversi cardinali - e ora anche il card. Castrillón Hoyos (cfr. Il Meridiano, 18 marzo 2007) - hanno affermato che "la messa antica non è mai stata proibita", non è mai stata abolita da Paolo VI. Quello che è vero, purtroppo, è che uomini di Chiesa, dal 1969 in poi, hanno usato il pretesto di un divieto che non esiste per impedire a sacerdoti di celebrare e a fedeli di partecipare alla messa di san Pio V. Atteggiamento derivante o dal conformismo o dalla vera e propria faziosità di chi voleva che quel rito scomparisse completamente. Chi la pensa così, i nemici della messa, certamente ci sono ancora, e un evidente indizio per riconoscerli è che non dicono mai le cose come stanno...

Una Voce Venetia

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LA LINEA DI RATZINGER

Ritorno della messa in latino
Pronto il testo del Pontefice

Luigi Accattoli

 

CITTÀ DEL VATICANO - Il "motu proprio" papale che liberalizzerà l'uso del vecchio messale, cioè la "messa in latino" di prima del Concilio, potrebbe essere pubblicato entro Pasqua: il tempo "si avvicina" dicono in Vaticano, ma non c'è ancora la data. Qualcuno lo prevede per il 25 marzo e altri per il 5 aprile, Giovedì Santo, che non sembra un giorno adatto per un testo normativo, essendo destinato a grandi celebrazioni. Oggi l'uso della vecchia messa dev'essere autorizzato dal vescovo che ne valuta l'opportunità, dopo la riforma non potrà essere negato quando lo chiedono almeno trenta fedeli. L'uso del vecchio messale era stato proibito da Paolo VI al momento della promulgazione del nuovo nel 1969, ma esso è stato costantemente rivendicato dall'ala tradizionalista cattolica, in particolare dalla "Fraternità san Pio X" fondata dal vescovo francese Marcel Lefebvre. Dopo la scomunica di Lefebvre e dei vescovi da lui ordinati nel 1988, Giovanni Paolo II promulgò un "indulto" che autorizza la vecchia messa su richiesta e a discrezione dei vescovi locali. Benedetto XVI (nella foto) vuole ora ampliare l'accesso al vecchio rito sia in vista del recupero dei lefebvriani alla "piena comunione", sia per un convincimento personale sulla possibilità che più riti possano convivere favorendo insieme il pluralismo e l'attaccamento alla tradizione.

 

da "Corriere della Sera", 18 marzo 2007

 

 

 

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Inserito il 20 marzo 2007

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