Messe latine antiche nelle Venezie
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Padre Santucci,
Le cantate sacre di Bach

 

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Cantata BWV 62 - "Nun komm, der Heiden Heiland". (Vieni, o Salvatore dei pagani). Per la prima Domenica d'Avvento ("Dominica I Adventus Christi").

Testo 1 e 6 di Lutero, 1524; 2-5 poesia di sconosciuto. Quattro Solisti e Coro. Orchestra: Corno (Zink) Oboe, Archi e Basso Continuo.

Eccoci ancora alle prese con un'altra Cantata bachiana sullo stesso argomento (l'Avvento, meglio la 1ª Domenica d'Avvento) ma, escluso il Corale d'inizio, con un testo completamente diverso.

Ho già illustrato ampiamente il significato della Cantata nelle Chiese della Riforma ed ho già spiegato il susseguirsi di Canti e preghiere prestabilite di cui lo stesso Bach ha lasciato testimonianza scritta nell'autografo della Cantata n. 61.

Questa Cantata, scrive Hans Grischkat (Eulemburg, n. 62), è stata sempre lasciata in ombra a causa della omonima precedente la quale fu ristampata spesso e divenne così, presto, popolare. I direttori di Coro non la sanno realizzare come si dovrebbe e non si capisce perché sia stata così poco apprezzata fino a oggi. Se ne dà la colpa ai due biografi di Bach, Spitta e Schweitzer, i quali, mentre si diffondono nell'analisi della n. 61, trascurano completamente la n. 62.

Difficile a volte spiegare la fortuna di un'opera a scapito di un'altra, soprattutto quando le differenze sono minime, come nel nostro caso.

1 - Coro. 2 Oboi, Archi, Corno col Soprano e Continuo. L'introduzione della Cantata (Vieni, o Salvatore dei pagani) è di per sé una di quelle che fanno subito colpo: c'è una vera invasione giubilatoria di temi e di ritmi, certo in contrasto con la nostalgia del primo tempo della n. 61, ma sicuramente e straordinariamente effi-

 

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cacissimi. Gli Oboi sono fatti squillare come Trombe e i Violini primi ricamano ininterrottamente Scale, mezze Scale e Arpeggi, si può dire, senza soluzione di continuità. La fremente introduzione orchestrale (che verrà ripetuta nella ripresa) porta "ex improvviso" all'attacco del Coro a parti imitate, dando subito vita così a un triplice ritmo fra le voci, le parti acute degli strumenti e il Basso Continuo. Subito, sovrastati dalla bellissima e indimenticabile Melodia corale, la cui struggenza di derivazione gregoriana si fa qui ancor più rilevante. Non c'è niente di più bello di una Melodia corale trasferita nelle regioni acute e raddoppiata dal Cornetto, incastrata fra i fervidi ritmi dell'Orchestra, in valori aggravati: è la lirica del Barocco, che poi avrà miriadi di imitatori nel Classico e nel Romantico dove Corni, Trombe, Violoncelli che suonano nelle posizioni più acute, saranno i protagonisti del melodismo all'ennesima potenza. Il motivo principale dell'Orchestra è un'esplosione di gioia.

2 - L'Aria del Tenore con Oboi, Archi e Basso Continuo che subito segue, scritta in forma di Siciliana, ha un inizio caro a Bach: lo ritroviamo, variato, anche nella Passione secondo S. Matteo. Si presta a meraviglia a meditare il grande evento della Vergine che partorirà un Figlio. Fa subito pensare alla sfida profetica. La ricordate? Ne parla Isaia al capitolo VII: "Il Signore si avvicinò ad Achaz (che si trovava fra i guerrieri di un'ennesima battaglia per la conquista di Gerusalemme) e gli dice: domanda un segno al Signore tuo Dio, nel profondo degli inferi o nell'altissimo cielo. Achaz risponde: non lo chiederò e non tenterò il Signore. Il quale replica: allora ve lo darò Io il segno, ed eccolo: una Vergine concepirà e partorirà un Figlio che sarà chiamato Emmanuele".

Come ho già rilevato nella mia opera "La Madonna nella Musica", il luterano Bach più di una volta, o con tinte delicate o con la grandiosità del "Magnificat", ha celebrato la Vergine Maria che, agli inizi della Riforma, prima che il diluvio distruggesse i capisaldi della fede, era ancora immagine cara e soave ai Protestanti. Qui Bach la rievoca in quest'Aria delicata, " a berceuse", di sapore quindi pastorale, di cui peraltro abbiamo altri bellissimi esempi. A differenza di altre Arie, qui domina la Melodia assoluta nella quasi assoluta semplicità. Qui c'è lirismo, simbolismo, luminosità, delicatezza, discreto virtuosismo, vocalità all'italiana, come all'italiana è tutta la forma della composizione.

Dice il testo: "Ammirate, o uomini, il grande altissimo mistero che Dio ha rivelato al mondo. Qui sono svelati i tesori celesti. Qui ci viene elargita la manna divina. O meraviglia: l'integrità della Madre non è toccata". Ecco la primitiva fede dei Riformati! Credevano allora anche alla Immacolata Concezione.

3 - Recitativo del Basso: "Così dalla sua maestà e dal suo trono discende a noi l'Unigenito di Dio; l'eroe di Giuda improvvisamente viene per percorrere gioiosamente il suo cammino e per procurarci i suoi doni. O chiara luce, o luminosa benedizione".

4 - Aria per Basso e Archi ("Streite, siege, starken Held!"). "Combatti, vinci, Eroe forte. Mostrati a noi nella tua carne vigorosa, donaci vigore nella nostra debolezza, e rendici forti".

Questa invocata fortezza è vigorosamente sottolineata dagli Archi che - caso raro in Bach - suonano all'unisono, e dagli Incisi ritmici che caratterizzano quest'Aria.

5 - Il Duo che segue in forma di Recitativo, accompagnato con le sue suadenti armonie, invita a meditare il mistero del Natale: l'Incarnazione del Verbo. Il procedere simultaneo delle due voci recitanti di Soprano e di Alto (caso, credo, unico in Bach! ...) vuole visibilmente creare quest'immagine di mistero con le parole: "Noi onoriamo questa Maestà e ci avviciniamo alla tua culla e con labbra gioiose lodiamo quello che Tu ci hai preparato. L'oscurità non ci atterrisce più: la tua luce infinita contempliamo".

 

da Pellegrino Santucci, La Cantate sacre di J. S. Bach, II, Bologna, Cappella Musicale S. Maria dei Servi, 2000, p. 98-99

 

 

 

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Inserito il 6 dicembre 2010

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