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Dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico > Proprio dei Santi > San Remigio, vescovo e apostolo dei Franchi

 

 

 

L'anno liturgico

di dom Prosper Guéranger

 

SAN  REMIGIO

 

Sette Dolori

San Nicodemo

Santi Cornelio e Cipriano

Santi Eufemia, Lucia e Geminiano

Stimmate di s. Francesco

San Giuseppe da Copertino

San Gennaro

Sant'Eustachio

San Matteo

San Tommaso da Villanova

San Maurizio

San Lino

Santa Tecla

Madonna della Mercede

Santi Cipriano e Giustina

Santi Cosma e Damiano

San Venceslao

Dedicaz. di S. Michele

San Girolamo

San Remigio

Santi Angeli Custodi

Santa Teresina

San Francesco

San Placido

San Brunone

Rosario

San Marco, Marcello, Apuleio, Sergio e Bacco

Santa Brigida

San Giovanni Leonardi

San Dionigi

San Francesco Borgia

Maternità della B. V.

Sant'Edoardo

San Callisto

 

 

LINK  UTILI

L'eresia antiliturgica

Spiegazione della santa messa

Dom Guéranger (Abbaye Saint Benoît de Port-Valais)

Abbaye de Solesmes

 

Missale Romanum

 

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1  OTTOBRE

SAN  REMIGIO,

VESCOVO  E  APOSTOLO  DEI  FRANCHI

 

 

L'elezione di san Remigio.

Nel 486, i Franchi di Clodoveo battono Siagrio, davanti a Soisson. È il crollo definitivo del mondo romano, già in rovina perché logorato dai vizi e dalle invasioni Barbariche. Visigoti, Burgundi, Alemanni e Franchi occupano ormai le Gallie e della potenza romana, che resisteva, cercando dì sopravvivere, per il prestigio di alcuni condottieri gallo-romani, quasi più nulla rimane.

Soltanto la Chiesa resiste. Restano i vescovi, difensori dei popoli, custodi della civiltà, unica forza morale e sociale, in mezzo alle invasioni e alle miserie che portano con sé. Germano di Auxerre, Lupo di Troyes, Agnano di Orléans sono già andati al loro riposo e dal cielo proteggono il loro popolo. A Reims, capitale della Gallia Belgica, il vescovo Remigio è ormai conosciuto come una delle migliori figure del tempo, la principale personalità del Nord-Est. Deve la fama all'importanza della sua sede episcopale, ma più ancora alle personali qualità e alle sue relazioni.

Nato da potentissima famiglia, che stende i suoi domini su vaste regioni del Laonese e del Porciano, ha ricevuto una educazione accurata e Sildonio Apollinare dall'Alvernia lo saluta maestro di retorica; ma virtù e santità superano in lui la scienza e l'eloquenza. Eccelle per gravità dei costumi, maturità dì spirito e, appena ventiduenne, ha dato prove indubbie di senso pratico, di abilità, di autorità perché è eletto vescovo di Reims.

L'elezione, affatto straordinaria, esce da tutte le regole ecclesia-

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stiche e, se clero e popolo di Reirns hanno scelto un uomo tanto giovane, ciò avvenne solo perché la sua persona si imponeva per le sue qualità e per le circostanze. Remigio è l'uomo provvidenziale, che porta rimedio ad una crisi paurosa e merita il nome di salvatore e guida (si diceva indifferentemente Remigius o Remedius). Di fronte allo sfacelo dell'impero romano, molti spiriti si orientano verso i Barbari: sono realisti, che vedendo sorgere un nuovo mondo, pensano a costruire in esso l'avvenire, nonostante le incognite che ciò porta con sé. I Remigi son stati sempre gente pratica, come il vescovo Bennade. Ma i partigiani del passato non sono ancora finiti e Egidio, padre di Siagrio impone la sua autorità con l'aiuto dei Franchi, reprime duramente la ribellione e con essa ogni tendenza separatista. La situazione tra il maestro delle milizie e il vescovo si fa molto tesa e nel 458-459 il vescovo Bennade muore, Le gravi difficoltà del momento, e la pesante ansietà per l'avvenire concentra i suffragi su Remigio.

Più tardi, nella sua lettera al vescovo Folco di Tongres, l'eletto confesserà che ha ricevuto il pastorale soltanto per legittima difesa, Ma se ne mostra ben degno e realizza le speranze che i suoi concittadini avevano riposto in lui, sapendo padroneggiare il presente e assicurare l'avvenire. Prova di questo è l'assenza di ogni conflitto tra il maestro delle milizie e l'atteggiamento tenuto di fronte ai Franchi sempre più vicini. Abbiamo testimonianza di questo in una lettera piena di paterna dignità che il vescovo di Reims dirige al giovane Clodoveo re di Tournai, di appena 15 anni, che, nell'autunno del 482, veniva alzato sugli scudi.

 

Il Battesimo di Clodoveo.

Quattro anni dopo, i Franchi sono padroni di tutta la Gallia Belgica. L'episodio famoso del vaso di Soisson è indice della buona volontà che regola i rapporti tra l'illustre vescovo e il giovane re. Tuttavia l'avvenire non rimane meno inquietante per qualsiasi cattolico. Padrone del paese ormai sarà soltanto un Barbaro e purtroppo Clodoveo non è il più forte, sicché, chiunque fosse stato il vincitore definitivo, bisognava subire un giogo o pagano idolatra, o eretico ariano che negava la divinità di Gesù Cristo. Si apre così un dramma tormentoso, ogni fase di esso segna l'anima di Clodoveo profondamente, sotto l'azione vigile di Remigio.

All'inizio troviamo il matrimonio di Clodoveo con la burgunda Clotilde, l'unica principessa cattolica. Che cosa abbia fatto il vescovo

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nella preparazione di questo matrimonio non è noto, ma la tradizione ammette che vi abbia avuto una parte importante; ed è verosimile. Abbiamo migliori notizie invece per seguire la delicata azione di Remigio per la conversione del re. La regina diventa la catechista del marito. Non è cosa facile far penetrare la luce del Vangelo in quello spirito pagano, che gli ariani per parte loro sollecitano allo stesso modo. Essi avevano già potuto conquistare una sorella del re. Nell'anima di Clodoveo si dànno battaglia il Dio di Clotilde, gli dèi dei Franchi e il dio degli ariani ed è battaglia in cui non contano tanto gli argomenti teologici quanto i fatti. E la Provvidenza conduce i fatti con la mano potente e qualche volta rude. Per Clodoveo il Dio di Clotilde vuol dire l'appoggio sicuro dell'episcopato di tutte le Gallie, ma vuol dire ancora la umiliazione della sua razza, l'opposizione dei suoi guerrieri, l'ostilità dei Goti. Il Barbaro esita e le premure della regina e le lezioni del vescovo non riescono a deciderlo.

Nasce alla coppia reale un figlio. È battezzato con una cerimonia splendida, che impressiona Clodoveo e da questo momento l'avvenire è assicurato al cattolicesimo. Purtroppo non trascorsero otto giorni e il bambino muore: è la vendetta degli dèi franchi. Viene al mondo un secondo figlio, ma cade malato il giorno seguente il battesimo. Le preghiere della madre ottengono la guarigione, ma il re resiste e parte in guerra contro gli Alamanni, che minacciano il regno. Comincia la battaglia contro il nemico temibile e l'armata franca è battuta: tutto è perduto. Clodoveo leva allora gli occhi al cielo pregando: "Gesù Cristo, che Clotilde predica figlio del Dio vivente, se mi concedi la vittoria, crederò in te e sarò battezzato nel tuo nome, liberami dai miei avversari"

Il voto è esaudito e Remigio allora comincia il catecumenato di Clodoveo, ma in segreto, perchè il re teme ancora i suoi guerrieri pagani e sa che potrebbe perdere la corona e la vita. Il re esita ancora a ricevere il battesimo, ma nella primavera del 498 parte di nuovo in guerra, porta le sue armi fino a Bordeaux, l'undici novembre arriva a Tours e assiste alle feste di san Martino. I miracoli che si compiono sotto i suoi occhi, l'intercessione del grande santo lo scuotono e cade a terra, promettendo di farsi battezzare al più presto.

Vi è ancora una difficoltà: quale sarà la reazione dei Franchi? Quando il re rende pubblica la sua decisione i guerrieri rispondono che sono pronti a seguire il Dio che Remigio dice immortale.

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La vocazione della Francia.

A Reims, in festa, si prepara la cerimonia e la notte di Natale vede la meraviglia splendida: il battesimo del Barbaro Clodoveo e dei suoi guerrieri. Il popolo franco è nato a Cristo.

Il 25 dicembre del 498 resterà per sempre una data memorabile. "La conversione di Clodoveo al cattolicesimo è avvenimento che fa epoca nella storia del mondo. Le conseguenze del fatto oltrepassano i confini del piccolo regno franco sul quale regnava, alla fine del V secolo, il figlio di Childerico e si fanno sentire attraverso i secoli fino a noi. Il battesimo di Clodoveo ha dato origine al primo stato barbaro cattolico, fondato sulle rovine dell'impero romano e l'adesione del piccolo re franco alla fede romana assicurò in Occidente la vittoria del cattolicesimo sul paganesimo e sull'eresia ariana, fece della Francia la figlia primogenita della Chiesa e dei suoi sovrani i re cristianissimi, sigillò, per così dire l'alleanza fra trono e altare e, con quella, i destini della monarchia francese. Il giorno di Natale in cui Clodoveo nacque a Cristo, nacque la Chiesa di Francia e nel grande avvenimento del secolo V era in germe la Francia missionaria" (Léon Levillain, La conversion et le baptême de Clovis. Revue d'Bistoire de l'Eglise de France, XXI, 1935).

Un avvenimento così grande è una grazia insigne concessa da Dio a una nazione: la grazia della sua vocazione. Non si rifletterà mai abbastanza su questo beneficio e sulle responsabilità che comporta. "Cristo ama i Franchi" si dirà presto con giusto senso della realtà e la risposta sarà: "Gesta Dei per Francos". Ad ottenere la grazia contribuirono le preghiere e le sofferenze silenziose di Remigio, di Clotilde, di Genoveffa e molti altri. Ma vi è implicita anche la vocazione di una nazione e, più di una volta ancora, le "grandi ore di Reims" saranno le grandi ore della Francia.

 

La tomba di san Remigio.

Dopo il battesimo di Clodoveo, il vescovo di Reims gioca una parte meno evidente, ma resta tuttavia molto influente sul re, per il quale si mostra sempre un padre pieno di affetto. Mentre il regno dei Franchi cresce e diviene la Francia, Remigio si dedica alla sua diocesi e alla sua vasta provincia, provvedendo sedi episcopali vacanti, consacrando vescovi, amministrando i dominii della sua chie-

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sa, difendendo la fede, governando i fedeli e dirigendo un popolo, che, essendo molto misto, non era cosa sempre facile dirigere. Egli ha cura di formare i discepoli, che proseguiranno la sua impresa e soprattutto il nipote, il prete Agricola, e l'abate di Mont d'Hor, Thierry, e finalmente, a 93 anni di età e 64 di fatiche nell'apostolato, si addormenta nella pace del Signore.

I suoi resti, per volontà da lui manifestata, sono deposti nella basilica cimiteriale di san Clemente e san Cristoforo, molto piccola, ma antichissima e questo piccolo oratorio diventa uno dei santuari più celebri e presto sorge vicino un monastero importantissimo, che la regina Gerberga dirà "primo della Francia". Il santuario custodisce, in una splendida tomba, le reliquie preziose e con essa "la santa ampolla" che di consacrazione in consacrazione sarà simbolo di continuità nella tradizione e di fedeltà alla loro missione per i re di Francia che a Reims, nella cattedrale in cui Clodoveo è stato battezzato, verranno a ricevere l'unzione e la corona.

La lezione di san Remigio.

Il buon popolo di Borgo san Remigio è sempre rimasto ingenuamente attaccato al suo patrono, la gloria del quale nel corso dei secoli si è aureolata di tutti i raggi della storia e della leggenda, della pietà e dell'arte. Ma deve essere devota a san Remigio tutta la Francia e lo affermava Papa san Leone IX mentre consacrava la nuova basilica del 1049: "Se egli non fu apostolo per altri lo fu certamente per voi!".

Ascolti sempre la Francia l'insegnamento di Remigio al giovane Clodoveo: "Bisogna attendere prima di tutto a non abbandonare le vie del Signore. Tu devi sceglierti dei consiglieri, che facciano onore alla tua fama, amministrare con onestà e integrità, onorare i sacerdoti dei tuoi stati e cercarne il parere ... Dà sollievo ai tuoi concittadini ... Esca dalla tua bocca la giustizia ... Se qualcuno ricorre a te, non si senta per te uno straniero ... ". E meriterà l'elogio che il vescovo di Vienna, Avito, indirizzò al nuovo battezzato: "La tua fede è per noi tutti una vittoria. Molti altri purtroppo, quando i vescovi dei loro regni li supplicano di aderire alla dottrina cristiana, si perdono ad obiettare le tradizioni della loro razza e mostrano di non essere capaci di affrontare i loro doveri e di compierli ... Tu inizi per i tuoi discendenti una carriera grandiosa, volendo regnare con Cristo ... Tu sei nato per Cristo, come Cristo è nato per il mondo ...

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Tu hai consacrato la tua anima a Dio, la tua vita ai tuoi contemporanei e la tua gloria alla posterità".

Per i meriti di san Remigio, Cristo esaudirà la nostra preghiera per tutti i reggitori di popoli di buona volontà.

"Che Iddio, Figlio di Dio, Gesù Cristo, Egli che il Padre unse dell'olio di esultazione a preferenza di ogni altro, con la presente infusione della santa unzione infonda sul tuo capo la benedizione dello Spirito Paraclito e la faccia penetrare fino nell'intimo del tuo cuore, sicché, per questo olio, visibile e palpabile, tu meriti di percepire i doni invisibili e, dopo un regno temporale pieno di giuste disposizioni, meriti di regnare eternamente con colui, che, solo senza peccato, Re dei re, vive e si glorifica col Padre nell'unità dello Spirito Sa:nto" (Orazione della cerimonia di consecrazione).

 

da: P. GUÉRANGER, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. ROBERTI, P. GRAZIANI e P. SUFFIA, Alba, Edizioni Paoline, 1959, pp. 1124-1129.

 
                                                                  

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