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Contatto

 

Dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico > Proprio dei Santi > San Cipriano, Martire e santa Giustina, Vergine e Martire

 

 

 

L'anno liturgico

di dom Prosper Guéranger

 

SANTI  CIPRIANO  E  GIUSTINA

 

Sette Dolori

San Nicodemo

Santi Cornelio e Cipriano

Santi Eufemia, Lucia e Geminiano

Stimmate di s. Francesco

San Giuseppe da Copertino

San Gennaro

Sant'Eustachio

San Matteo

San Tommaso da Villanova

San Maurizio

San Lino

Santa Tecla

Madonna della Mercede

Santi Cipriano e Giustina

Santi Cosma e Damiano

San Venceslao

Dedicaz. di S. Michele

San Girolamo

San Remigio

Santi Angeli Custodi

Santa Teresina

San Francesco

San Placido

San Brunone

Rosario

San Marco, Marcello, Apuleio, Sergio e Bacco

Santa Brigida

San Giovanni Leonardi

San Dionigi

San Francesco Borgia

Maternità della B. V.

Sant'Edoardo

San Callisto

 

 

LINK  UTILI

L'eresia antiliturgica

Spiegazione della santa messa

Dom Guéranger (Abbaye Saint Benoît de Port-Valais)

Abbaye de Solesmes

 

Missale Romanum

 

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26  SETTEMBRE

SAN CIPRIANO, MARTIRE

E SANTA GIUSTINA, VERGINE E MARTIRE

 

 

Gli Atti di san Cipriano.

Cipriano era mago, ci dicono gli  Atti. Entrato in relazione con il demonio, gli aveva chiesto di sedurre una giovane figliuola, Giustina, perché consentisse a sposare uno dei suoi clienti. Satana non vi riuscì e, avendone Cipriano chiesto il perché, confessò che la giovane lo aveva messo in fuga con un segno di croce. Tale confessione convertì Cipriano, che, nella sua Confessione ebbe cura di far vedere come Satana, tanto temuto, ha di fatto molto poco potere sopra un'anima che confida nella croce del Salvatore.

Se gli storici non accettano né gli Atti, né la Confessione di Cipriano, noi possiamo tuttavia raccogliere l'insegnamento che dai due documenti ci è dato a riguardo del demonio. Forse la lezione è oggi più che mai opportuna, perché molti si sforzano di far dimenticare il demonio, mentre vi è tutto un ritorno di fattucchieria, magia e satanismo e si nega l'inferno, come cosa contraria all'infinita bontà di Dio.

 

Satana.

Negare il demonio non è possibile, perché le sante Scritture dimostrano dappertutto la sua esistenza e la sua azione e per combatterlo bene, smascherarlo e vincerlo è necessario conoscerlo: ciò è vittoria di Dio e nello stesso tempo anche nostra vittoria.

 

Sua forza e sua debolezza.

Nella Sacra Scrittura vediamo che Satana, forte, potente, temibile per sua natura, è costantemente vinto dai deboli e disarmati, posto che essi confidino in Dio. Si vede inoltre chiaramente che Dio si compiace di abbattere il suo orgoglio con gli strumenti più deboli, per umiliarlo di più. La lotta è voluta da Dio, che desidera questa

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gloria, la quale ha per lui un sapore particolarmente gradito. Disprezzando totalmente questo mostro, lo Spirito Santo, ne svela la natura pericolosa, assicurandoci che sulla terra nessuna forza gli può essere paragonata, ma tale potenza ha dei limiti e l'anima nostra è un santuario che la volontà può custodire e nulla può penetrare con la violenza. Il padre della menzogna non può agire sulla parte superiore dell'anima nostra direttamente: ha bisogno del chiasso per potervi operare. Le tentazioni che egli produce toccano soltanto la parte sensibile del nostro essere, che egli cerca vigliaccamente di sfruttare, per turbare intelligenza e volontà.

 

Le nostre armi.

È di importanza capitale che la rottura tra noi e Satana sia decisa e che l'anima gli sia irriducibile nemica. Non c'è qui possibilità di conciliazioni: o vincere o diventar vittima del nemico, che Dio chiama omicida.

Vigilanza e preghiera sono le armi preventive, che non permettano alla tentazione di raggiungerci. Se essa, con l'aiuto del nostro torpore si insinua, quando l'avvertiamo è già quasi padrona del campo. La vigilanza è per l'anima una sentinella, che l'avverte del pericolo e la preghiera ci tiene vicini a Dio, che è un muro di difesa inespugnabile. Nulla al mondo ha la forza di strapparci a Dio: questa verità, certa e consolante, non si ripete mai abbastanza. La forza del nemico sta solo nella nostra complicità e se prontamente ci copriamo con lo scudo della fede, siamo sempre invulnerabili (M.me C. Bruyère: La vie spirituelle et l'Oraison, c. XIII).

 

VITA. - Il fatto che san Gregorio di Nazianzo prima e Prudenzio poi abbiano mescolato quello che noi sappiamo di san Cipriano di Antiochia coi fatti del suo omonimo di Cartagine; che i Greci non abbiano mai festeggiato che un solo santo di questo nome e la mancanza di notizie soddisfacenti sul luogo di origine e sulle reliquie del martire di Antiochia hanno imposto la domanda se non ci sia stata una trasformazione di san Cipriano, retore pagano prima della conversione, in un Cipriano mago e poi lo sdoppiamento in due persone distinte, con l'attribuzione di una di esse ad Antiochia. Gli elenchi episcopali della città non contengono né il suo nome, né quello di altri vescovi ricordati negli Atti e i Bollandisti pensano si tratti della stessa persona (An. Boll., XXXIX, 314-332).

Di santa Giustina nulla sappiamo. Il culto in onore di san Cipriano e santa Giustina fu introdotto a Roma nel Medioevo, quando si pretese averne trovate le reliquie presso il Laterano e la festa fu introdotta allora nel Breviario romano.

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Orazione: Fa', o Signore, che i tuoi beati Martiri Cipriano e Giustina ci assistano con la loro continua protezione, affinché tu non cessi di guardare benignamente quelli cui concedi il vantaggio di tanto soccorso.

 

da: P. GUÉRANGER, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. ROBERTI, P. GRAZIANI e P. SUFFIA, Alba, Edizioni Paoline, 1959, pp. 1107-1109 .

 
                                                                  

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