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Contatto

 

Dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico > Proprio dei Santi > San Venceslao, Duca e martire

 

 

 

L'anno liturgico

di dom Prosper Guéranger

 

SAN  VENCESLAO

 

Sette Dolori

San Nicodemo

Santi Cornelio e Cipriano

Santi Eufemia, Lucia e Geminiano

Stimmate di s. Francesco

San Giuseppe da Copertino

San Gennaro

Sant'Eustachio

San Matteo

San Tommaso da Villanova

San Maurizio

San Lino

Santa Tecla

Madonna della Mercede

Santi Cipriano e Giustina

Santi Cosma e Damiano

San Venceslao

Dedicaz. di S. Michele

San Girolamo

San Remigio

Santi Angeli Custodi

Santa Teresina

San Francesco

San Placido

San Brunone

Rosario

San Marco, Marcello, Apuleio, Sergio e Bacco

Santa Brigida

San Giovanni Leonardi

San Dionigi

San Francesco Borgia

Maternità della B. V.

Sant'Edoardo

San Callisto

 

 

LINK  UTILI

L'eresia antiliturgica

Spiegazione della santa messa

Dom Guéranger (Abbaye Saint Benoît de Port-Valais)

Abbaye de Solesmes

 

Missale Romanum

 

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28 SETTEMBRE

SAN  VENCESLAO, DUCA  E  MARTIRE

 

 

Il principe cristiano.

San Venceslao è una delle figure più radiose del secolo X, il secolo detto di ferro.

Nipote d'una santa, ma figlio di una madre fanaticamente pagana, fu espressione purissima della regalità cristiana, che doveva avere tre secoli dopo, il modello più perfetto in san Luigi. L'indole

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paterna del suo metodo di governo gli assicurava ogni devozione e temperava tutti gli eccessi e lo portava a considerarsi luogotenente di Dio stesso, suo autentico rappresentante, cosa che lo rivestiva di un carattere sacro e soprannaturale.

Capo della grande famiglia nazionale, il re era il padre del suo popolo e tutti, dal più grande al più piccolo, avevano il diritto di considerarsi suoi figli e di appellarsi alla sua giustizia. Padrone incontestato, temperava il potere identificando gli interessi della corona con quelli del popolo, era l'arbitro dalle decisioni saggie, perché ambizioni personali o interessi di parte non influenzavano l'uomo, che, tutto avendo da Dio ricevuto, a Lui solo doveva rendere conto.

Essendo giudice supremo, il re era il pacificatore - colui che placa, diceva san Luigi - sempre intento a risolvere questioni sorte tra i suoi figli, per tenerli uniti in vista del bene comune: la tranquillità del regno, preludio della pace di Dio.

Venceslao realizzò questo programma del principe cristiano nei brevi anni del suo regno e Dio mise il sigillo del martirio dando così all'opera compiuta un valore di eternità.

VITA. - Venceslao nacque verso il 907. Essendo morto il padre, in una spedizione contro gli Ungheresi verso il 920, la madre prese la reggenza del regno di Boemia durante la sua minore età. Il giovane principe fu allevato dalla nonna santa Ludmilla. Alla morte della nonna il principe fu sottratto ad ogni influsso religioso, ma Venceslao restò fedele a Dio. Ebbe il potere nel 925 e governò da re cristianissimo. La sua vita era austera, la pietà gli faceva passare le notti in orazione, si sforzava di conservare la pace fra i sudditi e con l'impero. La sua politica non piaceva a Boleslao, suo fratello, che l'attirò a Boleslava col pretesto di un banchetto e lo fece assassinare vigliaccamente, il 28 settembre 929, nella Chiesa dei santi Cosma e Damiano. I miracoli proclamarono la sua santità, che fu riconosciuta ufficialmente dalla Chiesa prima che terminasse il secolo X. È l'eroe e il patrono dei Boemi.

 

Patrono della Boemia.

La chiesa in cui fosti coronato, o martire, era la chiesa dei santi Cosma e Damiano, la festa dei quali ti condusse al luogo del tuo trionfo. Come tu onoravi essi, noi onoriamo te e con te salutiamo l'avvicinarsi della solennità che annunziavano le tue ultime parole al festino fratricida: "Ad onore del beato Arcangelo Michele, beviamo questa coppa e preghiamolo perché si degni introdurre le nostre anime nella pace della gioia eterna". Brindisi sublime, mentre tenevi già in mano il calice del sangue! O Venceslao, dà a noi questo co-

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raggio intrepido la cui umile dolcezza mai non devia, semplice come Dio al quale tende, calmo come gli Angeli nei quali confida. Rassicura la Chiesa nei nostri giorni sventurati: essa tutta intera ti glorifica e tutta intera ha diritto di contare su di te. Soprattutto difendi il popolo del quale sei la gloria. Fedele al tuo ricordo, si richiama in tutte le lotte terrene alla tua corona e i suoi sbandamenti non possono essere mortali. Diciamo ancora una volta con questo popolo il vecchio canto boemo del tredicesimo secolo:

"San Venceslao, Duca della terra boema, nostro principe, prega per noi Dio, lo Spirito Santo! Kyrie eleison! Tu, l'erede della terra di Boemia, ricordati della tua stirpe, non lasciar perire noi, né i nostri bambini! San Venceslao, Kyrie eleison. Imploriamo il tuo soccorso, abbi pietà di noi, consola chi è nella tristezza, allontana tutto ciò che è male, San Venceslao, Kyrie eleison. La corte celeste è un bel palazzo. Beato chi può entrare nella vita eterna, luce brillante dello Spirito Santo, Kyrie eleison".

 

da: P. GUÉRANGER, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. ROBERTI, P. GRAZIANI e P. SUFFIA, Alba, Edizioni Paoline, 1959, pp. 1112-1114.

 
                                                                  

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