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NO S. PIETRO MARTIRE

Verona, la chiesa di S. Maria del Terraglio ai luterani

La Curia, in seguito alle proteste innescate dalla denuncia di Una Voce-Verona del gennaio 2005, sembra aver soprasseduto ad assegnargli la chiesa del Martire compatrono della città

 

 

Da un pieghevole diffuso dalla Curia veronese per la Giornata dell'Ebraismo 2006 il 17 gennaio, risulta che è stata data ai luterani la chiesa di S. Maria del Terraglio (foto sopra) per celebrarvi il loro servizio. La chiesetta, sita nella via omonima, non è distante da S. Pietro Martire, in via S. Alessio. Da un anno a questa parte era stato reso noto che era appunto S. Pietro Martire che avrebbe dovuto essere data alla comunità evangelica luterana, al termine dei lavori di restauro finanziati con i soldi dei contribuenti dalla Regione Veneto e dal Comune di Verona. Una Voce-Verona ha prontamente informato l'opinione pubblica con un comunicato del 19 gennaio, rilevando il successo della sua azione per impedire la scandalosa cessione.

Don Sergio Gaburro, responsabile della Curia per l'ecumenismo, ha dichiarato al Corriere di Verona del 21 gennaio 2006: "Ma quale cessione, mai parlato di dare via la chiesa di san Pietro. Ora diamo ospitalità cristiana ai nostri fratelli evangelici al Terraglio, in vista dell'ultimazione dei lavori di restauro di san Pietro martire". La dichiarazione, per quanto sibillina, senza dubbio conferma che è stato dato il Terraglio. Su S. Pietro Martire non è del tutto chiaro che cosa riserverà il futuro. Ma andiamo per ordine.

In una conferenza stampa del 13 gennaio 2005, anticipata da una sua dichiarazione al quotidiano Corriere di Verona, pubblicata il giorno precedente, il presidente di Una Voce-Verona Maurilio Cavedini aveva denunciato la prevista cessione della chiesa di S. Pietro Martire ai luterani. Un vero e proprio scandalo, trattandosi della chiesa costruita sulla casa natale del santo veronese martirizzato dagli eretici catari, che sarebbe stata consegnata ad altri eretici (da ricordare che dom Guéranger, nell'Eresia antiliturgica, considera Lutero e il protestantesimo come gli eredi e i continuatori degli errori dei catari in materia liturgica).

Don Bruno Fasani confermava il denunciato intento della Curia veronese nella dichiarazione riportata dal Corriere di Verona del 12 gennaio 2005, mai smentita: "Quella chiesa verrà data ai nostri fratelli luterani come segno tangibile del progetto di comunione e dialogo ecumenico promosso in questi ultimi anni, a testimonianza di un continuo processo di avvicinamento" (su tali affermazioni e sulle infondate accuse lanciate dallo stesso Fasani contro i seguaci dell'antico rito, si veda quanto scritto allora da don Ivo Cisar nella rubrica Risponde il teologo).

Il presidente di Una Voce rilevava inoltre come "questa ennesima svendita di una chiesa (e che chiesa!) ad acattolici" avvenga "mentre 2000 fedeli veronesi vedono disattesa la loro richiesta di parrocchia personale di rito antico, con preposto un sacerdote di formazione tradizionale".

La denuncia di Una Voce-Verona sollevava scandalo e proteste in tutto il mondo cattolico. Davanti allo sconcerto in città e fuori in seguito alla decisione della curia, l'associazione promuoveva una pubblica petizione con cui chiedere "al Papa, alla Santa Sede e al Vescovo Flavio Roberto Carraro che la chiesa di S. Pietro Martire non sia consegnata ad acattolici e resti aperta al culto, quanto meno nella festa liturgica del Santo (29 aprile) come avveniva in passato".

Anche singole persone e gruppi cattolici facevano sentire il loro dissenso, con manifestazioni di protesta davanti alla chiesa di S. Pietro, con recita del Rosario e elebrazione di sante messe. Mons. Ignacio Barreiro-Carámbula, direttore di Vita Umana Internazionale, inviava in data 1º marzo 2005 una lettera al vescovo di Verona, esprimendo, tra l'altro, "meraviglia che si possa consegnare la chiesa ai luterani mentre i cattolici tradizionalisti non hanno una chiesa dedicata esclusivamente alla loro cura pastorale". La lettera rimaneva senza risposta.

Come interpretare la messa a disposizione dei luterani di S. Maria del Terraglio? Quanto dichiarato da don Gaburro al Corriere di Verona è ambiguo e potrebbe far pensare che in futuro sarà comunque dato S. Pietro Martire come previsto in precedenza. In realtà questo è poco credibile: prima di tutto i restauri di S. Pietro sono praticamente conclusi, non c'era molto da aspettare. Inoltre va considerato che i luterani già avevano a disposizione per il loro culto un luogo di culto cattolico in città, e precisamente la cappella di S. Benedetto presso il chiostro di S. Zeno. Probabilmente la stessa comunità luterana di Verona preferisce una chiesa che non sia S. Pietro Martire, anche per evitare per loro inutili polemiche e contrapposizioni. In tal senso sembrerebbe interpretabile anche la missiva, assai conciliante, inviata recentemente dal pastore Friedrich Delius al presidente di Una Voce-Verona.

Certo non è propriamente edificante che una chiesa come la Madonna del Terraglio sia assegnata al culto acattolico. Si tratta di una prassi che ha raggiunto il parossismo, con un'estensione davvero abnorme, come è documentato per la diocesi di Verona dall'associazione Una Voce che ha compilato un elenco di 25 chiese date a comunità di diversi riti e provenienze, acattolici e non cristiani.


Don Bruno Fasani (foto che appare sul
sito ufficiale della Diocesi di Verona)

 

 

La chiesa di S. Pietro Martire a Verona

 

Pieghevole diffuso dalla diocesi di Verona per la Giornata dell'Ebraismo 2006 

 

 

 

 

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Inserito l'8 febbraio 2006

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