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BOLZANO, DICHIARAZIONI IMPROPRIE DEL VICARIO GENERALE A DOLOMITEN

Mons. Matzneller, chiede la messa una sola persona?

 

Il quotidiano "Dolomiten" del 14 giugno 2005, nel dare notizia della rinnovata petizione da parte dei cristiani al Vescovo di Bolzano-Bressanone perché a Bolzano sia celebrata una messa latina antica ogni domenica e festa di precetto, ha riportato in proposito dichiarazioni del vicario generale mons. Josef Matzneller, secondo cui "per permettere una messa regolare dovrebbe esserci un gruppo che la richiede, dovrebbe avere un senso pastorale. Finora di Una voce si conosce soltanto Capisani. La domanda di una sola persona non è sufficiente". Tali dichiarazioni non sono a tutt'oggi state smentite.

Le dichiarazioni di Matzneller non corrispondono alla realtà dei fatti. Il 1° ottobre 2004 è stata presentata da parte di Enea Capisani, responsabile di Una Voce-Bolzano e rappresentante dei richiedenti, al vescovo mons. Wilhelm Egger una petizione per la messa festiva regolare, corredata di numerose firme. Con lettera del 18 ottobre 2004 Prot. nr. 880/04 mons. Matzneller rispondeva che il Vescovo rifiutava l'indulto richiesto.

Nel frattempo nella diocesi erano celebrate occasionalmente messe  secondo il rito tridentino da sacerdoti della Fraternità San Pietro. Il 21 gennaio 2005 nella cripta della parrocchia Regina Pacis di Bolzano quasi cento persone assistevano alla messa cantata da padre Martin Ramm, FSSP (foto in alto).

Alla fine di maggio lo stesso padre Ramm celebrava altre due messe antiche al Renon sopra la città: delle celebrazioni veniva informato il Santo Padre Benedetto XVI il quale inviava, in data 25 maggio 2005, un messaggio elettronico al rappresentante di Una Voce-Bolzano, esprimendo il proprio compiacimento e inviando la benedizione apostolica ai numerosi partecipanti.

A seguito di questi avvenimenti, e davanti alla crescente esigenza dei cristiani di Bolzano, il responsabile di Una Voce mandava un'altra lettera di data 13 giugno 2005 a mons. Egger, ribadendo la richiesta della messa tutte le domeniche, chiedendo la riconsiderazione di quanto in precedenza disposto e che l'associazione Una Voce di Bolzano sia ricevuta in udienza dal Vescovo.

Non appare affatto verosimile, e non corrisponde alla realtà, che Una Voce-Bolzano sia formata da una sola persona, e soprattutto che non vi siano cattolici, nella città e nella diocesi, che desiderano la celebrazione della messa antica tutte le domeniche e le feste di precetto, come pretenderebbe mons. Matzneller.

La petizione al Vescovo è stata fatta propria da numerosi fedeli che hanno apposto la loro sottoscrizione. Numerosi cristiani, anche sacerdoti diocesani, hanno partecipato a messe celebrate secondo l'antico rito a Bolzano. Il parroco di Longomoso, padre Christian Blümel, OT, il 27 maggio, ha servito in cotta alla messa tridentina di padre Ramm, celebrata nella sua chiesa (foto qui accanto).

Si ha conoscenza che diverse persone, anni addietro, hanno chiesto la messa domenicale al Vescovo di Bolzano, e noi stessi siamo in possesso in copia di lettere contenenti questa richiesta.

L'affermazione di Matzneller è contraddittoria: infatti il 9 novembre 2004 la diocesi di Bolzano-Bressanone ha stabilito che "l'ordinario diocesano non dà il permesso per la regolare celebrazione di tali funzioni liturgiche (messe tridentine celebrate dalla Fraternità San Pietro, ndr), anche per evitare polarizzazioni" (Conferenza dei decani, verbale della seduta del 9 novembre 2004, in Folium Diœcesanum Bauzanense-Brixinense, 41, 2005, p. 66). A parte l'infondatezza del motivo, perché queste celebrazioni regolari rappresentano in realtà un bene per la diocesi, come sarebbero possibili "polarizzazioni", se vi fosse un solo fedele? si presuppone, anzi, che i fedeli che vogliono quella messa siano troppi.

È più che evidente come nella diocesi di Bolzano-Bressanone gli interessati all'antica messa sono parecchi, ben di più che in altre diocesi. Allora perché mons. Matzneller continua ad affermare pubblicamente cose che, apparendo palesemente improprie e addirittura non vere, non possono fare altro che suscitare scandalo e danneggiare l'immagine della chiesa locale?

Il Corriere dell'Alto Adige del 31 maggio 2005 riporta dichiarazioni di "ambienti diocesani" secondo le quali la mancanza di un certo numero di persone che abbiano richiesto questa iniziativa non è la vera ragione del diniego. Al di là della "motivazione ufficiale" - che quindi non si può chiamare altro che pretesto - le ragioni sarebbero altre: "una volta iniziato il processo di rinnovamento, come quello post- Concilio Vaticano II, è ben difficile tornare indietro senza ingenerare incertezze", "il Vangelo... deve essere portato nel mondo che cambia", "le celebrazioni con i riti ante-concilio Vaticano II... limitano la partecipazione dei fedeli", e via di questo passo. Tutte idee inesatte e opposte al pensiero di Benedetto XVI, che da cardinale, il 24 ottobre 1998, affermava che "la presenza dell'antica liturgia non turba né rompe l'unità delle diocesi, ma è invece un dono destinato a rafforzare il Corpo di Cristo, del quale siamo tutti i servitori". Quindi dietro il pretesto ridicolo di una sola persona che chiede, si celerebbe un atteggiamento antipapale?

Tutti sanno che nella chiesa parrocchiale di Spinga, Val d'Isarco, vicino a Bressanone, il parroco celebra tutti i giorni secondo l'antico rito per i suoi fedeli che ne sono ben soddisfatti: mons. Egger lo sa, non dice niente, quindi vuol dire che approva, e allora perché denega ai cristiani di Bolzano una celebrazione analoga?

 

 

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Inserito il 9 luglio 2005

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